“E è stato provato, sia con testimonianze, che con documenti, che Andrea Pulizzi era autorizzato, abilitato e legittimato, su richiesta telefonica dell’Agenzia accreditata, ad accedere al sistema informatico e a fornire informazioni sui dati tecnici delle autovetture. Pertanto, non c’è stato alcun accesso abusivo al sistema informatico, anche in considerazione del fatto che i dati forniti all’agenzia accreditata sull’autovettura in questione potevano essere acquisiti attraverso un qualunque accesso web”. E quindi “nessun dato sensibile o, comunque, segretato è stato rivelato dal Pulizzi che si è limitato a fare il proprio dovere”. E’ stata questa, in sintesi, l’arringa dell’avvocato Stefano Pellegrino nel processo che, davanti il Tribunale di Marsala, vede imputate, per “attività di favoreggiamento a Cosa Nostra”, tre persone coinvolte nell’operazione antimafia “Eden 2”, per le quali il pm della Dda Maurizio Agnello ha chiesto condanne tra i 12 e i 2 anni di carcere. Dodici anni sono stati invocati per il 55enne castelvetranese Vito Tummarello, 6 anni e 8 mesi per il 28enne Luciano Pasini, anche lui di Castelvetrano, e 2 anni per il marsalese Andrea Pulizzi, di 51 anni. Tummarello e Pasini sono accusati di avere avuto un ruolo nella rapina commessa il 4 novembre 2013 ai danni della “Tnt” a Campobello di Mazara. Fu un “colpo” da 100 mila euro. Tummarello deve rispondere anche di estorsione. Pulizzi, invece, è accusato di essersi introdotto nel sistema informato della Motorizzazione civile, di cui è funzionario, per “finalità estranee a quelle d’istituto”. Secondo gli inquirenti, avrebbe fornito dati che potevano essere utilizzati per favorire la latitanza di Matteo Messina Denaro. Per Tummarello, invece, è intervenuto l’avvocato Giuseppe Ferro di Gibellina, che ha parlato di “incertezze” da parte di qualche investigatore nell’individuazione dei soggetti intercettati e di frasi che non sarebbero state correttamente interpretate da chi ha condotto le indagini.