Sembra che il sindaco Felice Errante abbia cambiato idea. Infatti, se prima aveva legato il suo permanere al governo della città all’esito delle audizioni delle commissioni antimafia regionale e nazionale, adesso, anche se quella nazionale non l’ha ancora sentito, fa sapere che non mollerà. Anzi, aggiunge che “se ce ne saranno le condizioni e mi sarà chiesto, potrei anche pensare di ricandidarmi”.
Un cambiamento d’approccio che troverebbe la sua ragion d’essere nell’incontro di Crocetta al Capitol di Castelvetrano. Secondo Errante, lo scorso 26 aprile, il presidente della Regione Siciliana sarebbe venuto in città per chiedere le sue dimissioni. Il sindaco da un lato ha giudicato la cosa come irriguardosa e fuori da ogni logica. Dall’altro però ha anche detto che per lui è motivo di orgoglio e di vanto e che farà bene alla sua figura e alla comunità.
Peccato però che Crocetta, dal palco del Capitol, non abbia mai chiesto le dimissioni di nessuno.
Probabilmente, alla base di questa “certezza” ci sarebbero dei brevi articoli di alcuni giornalisti locali, con delle frasi attribuite al governatore nel corso dell’incontro: “Visto cosa è successo a Castelvetrano, farebbe bene a dimettersi”.
Certo, Crocetta è stato molto critico nei confronti di Errante, che qualche giorno prima aveva scaricato sulla Regione Siciliana la responsabilità della perdita di un corposo finanziamento (in realtà revocato a causa di osservazioni da parte della Corte dei Conti), ma non ha mai parlato di dimissioni.
Ad ogni modo, il primo cittadino l’ha già messo nel curriculum e trasformato nel motivo principale per cui non si dimetterà fino a maggio del 2017.
La strategia precedente non era male: ottenere l’esito positivo di entrambe le commissioni antimafia gli sarebbe servito come principale dimostrazione che la mafia non c’entrava nulla con la presenza in consiglio di Giambalvo, il fan di Messina Denaro. In questo modo avrebbe restituito l’onorabilità alla sua amministrazione, al consiglio e a tutta la città.
La prima audizione della commissione regionale si era già svolta il 16 marzo scorso, ma per quella nazionale non ci sono ancora notizie.
L’aveva chiesta a Roma Claudio Fava, prima che il caso Giambalvo assurgesse alle cronache nazionali. E l’aveva chiesta a causa della tiepidezza dell’amministrazione comunale (e del consiglio) che, il giorno del suo reintegro, si era limitato a prenderne atto in quanto assolto, anche se intercettato nell’ammirare il boss e nell’auspicare l’uccisione del figlio del dichiarante Lorenzo Cimarosa.
Come tutti sanno, dopo un po’ il consiglio si è auto sciolto, ma Errante e la sua giunta sono rimasti in carica. E oggi intendono rimanerci, non grazie ai buoni esiti di entrambe le commissioni antimafia (manca quella nazionale), ma per dare una risposta al Partito Democratico e a Crocetta.
D’altra parte, questo del “lasciapassare” delle commissioni antimafia, è un discrimine privo di rilevanza. Il punto infatti non sta nel dimostrare un condizionamento mafioso nell’attività amministrativa del Comune a causa del consigliere Giambalvo. La sua esperienza in consiglio comunale è durata pochi mesi ed è davvero difficile che avrebbe potuto incidere più di tanto negli atti e nelle scelte dell’ente. Il punto sta semmai nell’essersi trovati di fronte ad una plateale presenza inopportuna e aver tentato di risolverla con una tiepida presa di distanza affidata a comunicati di partito più o meno congiunti. E qui è difficile che l’onorabilità possa essere restituita, soprattutto per il fatto che Giambalvo era comunque un consigliere di maggioranza.
Il presidente della regione siciliana, dal palco del Capitol aveva anche sottolineato come non ci fosse stata la reale volontà di stabilizzazione, in base alle leggi regionali e nazionali, per le centinaia di precari del Comune di Castelvetrano. Errante ha replicato così: “Si è parlato tanto nella nostra città di un’indagine ispettiva avvenuta a Castelvetrano il 2 novembre 2012 (fatta emergere da Tp24, ndr) in un periodo compreso tra il 2007 e il 2012, sindaco non ero io, in cui si contesta a quell’amministrazione di cui facevo parte, l’aver contrattualizzato i precari. Proprio perché i precari determinano una spesa del personale assolutamente superiore a quella che è la possibilità di un ente locale”.
Nessun accenno invece alla perdita del finanziamento da più di 4 milioni di euro (quello dei lavori al parco archeologico di Selinunte) che Errante aveva addebitato alla Regione Siciliana, rea di non essere in grado di garantire il cofinanziamento dei progetti. Crocetta aveva detto invece che le quote di compartecipazione c’erano eccome, ma che i soldi erano stati persi a causa del Comune.
In effetti, in questo caso, la Corte dei Conti non ci aveva visto chiaro sulle procedure di assegnazione degli incarichi di progettazione e direzione dei lavori.
L’opposizione cittadina dal canto suo, non vuole rinunciare al suo ruolo, dopo lo scioglimento del consiglio. Gli ex consiglieri, hanno dato vita ad un Osservatorio di opposizione, formato attualmente da 9 persone: Francesco Bonsignore,Vincenzo Cafiso, Pasquale Calamia, Francesco Saverio Calcara, Monica Di Bella, Maurizio Piazza, Ninni Vaccara, Bartolomeo La Croce, Giuseppe Zaccone.
In una loro recente nota, proprio in merito alla perdita dell’ultimo finanziamento, hanno scritto: “Ci chiediamo quale valore aggiunto portino al nostro territorio i deputati regionali Mimmo Turano e Giovanni Lo Sciuto che, peraltro appoggiano il governo della Regione; forse non vengono investiti dall’Amministrazione Comunale di tali problematiche o forse si disinteressano delle vicende castelvetranesi, se esse non sono direttamente afferenti alla propria crescita elettorale?
A questo punto, siamo noi che diciamo ‘basta!’: basta alla continua perdita di finanziamenti, basta con gli attacchi alla Regione fini a se stessi, basta a questa zoppa democrazia, basta ad un Sindaco privo di rappresentanza!”
Manca ancora un anno alle prossime amministrative e la campagna elettorale sembra già nel pieno. E se prima il sindaco mostrava i muscoli con il numero dei consiglieri di maggioranza, adesso il piano si è spostato nell’ambito della giunta. È dal nome degli assessori e dei loro vip politici di riferimento che si riconosce l’esercito per la prossima battaglia del maggio 2017.
Nella formazione del momento, a parte Lo Sciuto e Turano (che fanno capo agli assessori Enzo Chiofalo e Mimmo Signorello), c’è anche Nino Oddo (per il socialista Paolo Calcara) ed Enzo Culicchia, di Sicilia Futura, al quale ha aderito l’assessore Salvatore Stuppia.
Egidio Morici