Il PD di Mazara ha chiesto e ottenuto un’audizione all’ARS sul problema dei maxi aumenti dei canoni consortili in agricoltura. L’audizione è stata fissata per oggi 3 maggio alle ore 11. Il PD di Mazara è intervenuto sui maxi aumenti che riguardano i canoni pagati dagli agricoltori ai Consorzi di bonifica per l’erogazione dell’acqua per l’irrigazione e, dopo aver incontrato nei giorni scorsi alcuni rappresentanti di categoria degli agricoltori, ha chiesto un’audizione in III Commissione all’ARS in presenza delle associazioni di categoria. L’audizione è stata ottenuta e fissata oggi 3 maggio alle ore 11. In particolare, per il Consorzio Trapani 1, a cui fa riferimento il territorio di Mazara, le cartelle di pagamento arrivate in questi giorni segnano un aumento del 400%, con canoni di 94 € per ettaro, cifre insostenibili a fronte di un servizio inefficiente, che si appoggia ad impianti scadenti ed obsoleti e che vanno soprattutto ad aggravare un settore, quello dell’agricoltura, già fortemente in crisi con il lento ed inesorabile abbandono delle campagne. Grande è la rabbia e l’amarezza tra gli agricoltori, per un rincaro ritenuto iniquo ed eccessivamente oneroso, che va a vessare una categoria di lavoratori già in ginocchio e un comparto produttivo che da anni attraversa una crisi senza precedenti, con aziende che chiudono e un territorio che rischia di avviarsi verso la desertificazione. I lavoratori, in particolare, chiedono soluzioni immediate e soprattutto che non gravi sulle loro spalle una gestione dei consorzi, ormai commissariati da decenni, che ha condotto all’attuale situazione. Chiedono altresì una riforma del settore ed interventi mirati, finalizzati a rendere più equa ed efficiente la distribuzione idrica, considerato che ad oggi l’80% dell’acqua si perde a causa di guasti e perdite delle condutture ormai vecchie ed insufficienti a garantire una giusta ed efficace distribuzione dell’acqua, che nel nostro territorio, è condizione indispensabile per garantire qualità e quantità delle colture. Sono in tanti infatti a pagare per un servizio di cui non usufruiscono, o perché attingono a pozzi di loro proprietà o perché la rete idrica è inefficiente. E questo si ripercuote negativamente sulle aziende e sulla produzione. Sarebbe quindi auspicabile che la governance dei consorzi tornasse ad essere affidata agli agricoltori, cioè agli stessi consorziati e che la riforma venisse approvata in tempi brevissimi. Il Partito democratico si impegna a rimanere a fianco degli agricoltori in questa battaglia, auspicando una soluzione nel più breve tempo possibile, per ridare respiro alle imprese agricole in difficoltà, affinchè il settore agroalimentare, con le sue eccellenze enogastronomiche, torni ad essere volano dell’economia del nostro territorio e soprattutto occasione di lavoro per i tanti giovani che vogliano intraprendere questa attività, attuando così quel ricambio generazionale tanto atteso nel settore agricolo.
Consorzi di bonifica. Sicilia Futura: "Cracolici sospenda gli aumenti" - La situazione dei consorzi di bonifica siciliani, e di quello di Trapani in particolare, rischia di implodere travolgendo buona parte delle imprese agricole. Questo è quanto dichiarano l’On. Edy Tamajo, Vice presidente della Commissione Attività Produttive dell’Ars, e Giacomo Scala, Segretario Regionale Organizzativo di Sicilia Futura.
Anni di ritardi e di errori, accompagnati dalla garanzia fornita dalla legge regionale del pagamento degli stipendi per i lavoratori dei consorzi, hanno portato ad una situazione paradossale. Infatti si è assistito ad una sorta di scambio: servizi scadenti in cambio di tolleranza nei pagamenti.
Tutto ciò ha scatenato un corto circuito. Oggi infatti ci troviamo con i consorzi indebitati all’inverosimile, i creditori che si rivolgono ai giudici per ricevere quanto dovuto, i lavoratori precari che ricorrono contro gli stessi consorzi, manutenzioni non effettuate, reti colabrodo, e gli agricoltori inferociti perché chiamati a pagare oneri consortili aumentati fino al 500%.
A quanto sopra si aggiungono le modifiche normative fatte con le due ultime finanziarie che hanno prima, nel 2014, eliminato la garanzia del pagamento del 95% degli stipendi e poi, nel 2015, con un meccanismo di decurtazioni dei contributi in capo alla regione, hanno previsto l’azzeramento degli stessi nell’arco di cinque anni.
Come uscire da tutto questo? Per Sicilia Futura non è certo scaricando sugli agricoltori i costi dell’inefficienza e della riduzione dei contributi regionali, che il problema si risolve, bensì mettendo in atto tutto quanto il legislatore ha già previsto quando è stato deciso di ridurre le risorse da trasferire ai consorzi.
L’azione dei prossimi giorni deve essere pertanto indirizzata nelle due direzioni individuate dal legislatore regionale:
1. Accelerare il processo di riforma dei consorzi per ridarli nuovamente in gestione agli imprenditori agricoli
2. Utilizzare le risorse extraregionali a disposizione del Dipartimento Sviluppo Rurale dell’Assessorato all’Agricoltura per la regimazione degli alvei fluviali che attualmente ammontano a 6 milioni di euro cui vanno aggiunti altri 34 milioni di euro di progettazione già approvata dalla Corte dei Conti e che saranno disponibili nei prossimi mesi con l’attivazione del PO FESR 2014/2020.
Pensare ancora una volta che con contributi una tantum, da reperire nelle asfittiche casse regionali, si risolva questo enorme problema è solo una pia illusione che non fa altro che prendere in giro i lavoratori dei consorzi di bonifica e le imprese agricole. Pertanto si chiede all’Assessore Regionale all’Agricoltura, On. Antonello Cracolici, l’immediata istituzione di un tavolo di crisi per la risoluzione della problematica e nel contempo intervenire per sospendere tutti gli aumenti deliberati dai consorzi.
Edy Tamajo - Vice Presidente della Commissione Attività Produttive Ars
Giacomo Scala - Segretario Regionale Organizzativo di Sicilia Futura