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18/05/2016 10:02:00

Unioni civili, il punto a Trapani con l'Udi

 Venerdì 13 maggio, si è svolta a Trapani - presso Aula Magna del Polo Universitario - una iniziativa a firma dell'UDI di Trapani "Franca Rame" dal titolo "Unioni Civili, surrogacy, stepchild: per un nuovo Diritto di Famiglia". L'incontro, patrocinato dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e dall'Università di Palermo, è stato moderato dal giornalista Fabio Pace. Il tema si è rivelato di grande attualità, anche perchè si è riusciti a calendarizzare l'incontro a meno di 48 ore dall'approvazione della Camera alla Legge Cirinnà: il primo incontro in Italia sulla materia normata. La discussione ha affrontato in primo luogo l'iter parlamentare, iniziato al Senato, col contributo della senatrice Pamela Orrù: la senatrice ha riportato i lavori d'aula e non si è sottratta ad esprimere il proprio parere personale (già espresso durante i lavori parlamentari) che vede una differenza con la famiglia cosiddetta tradizionale ed è assolutamente sfavorevole a stepchild e surrogacy. Di parere discordante l'on. Titti Di Salvo (Vice Capo gruppo Pd alla Camera), che in Parlamento ha già ribaltato la mozione di Anna Finocchiaro, restituendo al ddl Cirinnà, compresa stepchild e surrogacy, l'aspetto più laico dell'amore coniugale e dei diritti sociali che ne conseguono. Inoltre, l'on. Di Salvo ha ben spiegato quali sono stati i rapporti di forza politica che hanno portato ad uno stemperamento dell'impianto originario del ddl e le ragioni per cui è stata posta la fiducia su un argomento così delicato: la precarietà di una maggioranza parlamentare è il motivo per cui è difficile far passare alcune proposte normative che si basano soprattutto su un tipo di cultura politica e sociale; allo stesso tempo, è per questo che occorre una riforma elettorale che alla maggioranza parlamentare garantisca stabilità e libertà di agire fuori dai rapporti di forza.

Sulla stessa scia l'intervento dell'UDI, con la sua rappresentante provinciale Valentina Colli, sulla surrogacy: quella che è una realtà va normata, proprio per riconoscerne abusi e limiti, poichè non esiste reato senza una legge che lo riconosca. La proposta è quella di una norma che innanzitutto istituisca il principio di genitorialità e non mercifichi il corpo della donna, ma rispetti il principio di autodeterminazione di questa. Concorde su queste posizioni l'on. Antonella Milazzo, ARS PD, che con un intervento molto sentito ha espresso l'esigenza impellente di normare ciò che oggi può comunque essere fatto scavalcando la L. 40; allo stesso modo, si ritiene impellente una riforma della legge del 1983 sulle adozioni. Con grande onestà intellettuale ha denunciato il ritardo della regione, che da tempo ha approvato una legge regionale, a firma di Cracolici, sulle unioni civili, ma che mai è stata applicata. Fabio Pace ha fatto un breve intervento, in supplenza del Pastore valdese Tim TenClay, su come la Chiesa valdese abbia da tempo, e senza necessità di legislazione, accolto ed officiato matrimoni same sex, con una grande apertura all'Uomo e alla Persona. Tecnico l'intervento di Francesco Taglialavoro, ricercatore dell'Università di Palermo, con un intervento sul riconoscimento giuridico del matrimonio same sex nella recente giurisprudenza costituzionale e di legittimità. L'intervento, in particolare, ha analizzato i perchè dell'impossibilità di contrarre matrimonio same sex nel nostro Paese, nonostante l'insussistenza di un esplicito divieto e la compatibilità di tale divieto col tessuto costituzionale. Chiude i lavori il prof. Ignazio Tardia, docente di Diritto di Famiglia del Polo di Trapani: con un intervento molto articolato, a tratti provocatorio rispetto alla Legge Cirinnà, il prof. Tardia ha sostenuto come tutto il Diritto di Famiglia vada riformato in un'ottica più moderna, tenendo conto di realtà umane che non possono essere ignorate, e che vada anche riformato l'istituto del matrimonio, in una prospettiva più laica, europea e inclusiva. In tal senso, il prof. Tardia avrebbe voluto di più dalla Legge Cirinnà, pur comprendendo come i limiti nascano proprio da una cultura sociale e politica che getta le sue basi in un diritto obsoleto. L'incontro, che ha toccato quindi piani diversi attraverrso sensibilità diverse, ha dato grandi spunti ed occasione per un confronto franco ed interlocutorio, ha visto la partecipazione di oltre 300 persone, di cui 116 avvocati del Foro locale.

L'UDI, attraverso Valentina Colli, si ritiene molto soddisfatto e grato verso i relatori coinvolti, e auspica di ripetere l'iniziativa in altri Comuni al fine di sensibilizzare quanto più possibile sull'argomento.