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18/05/2016 04:53:00

Giacomo Rallo nel ricordo di Nanni Cucchiara

 Ho avuto bisogno di qualche giorno per riordinare le idee, la repentina scomparsa di Giacomo Rallo mi aveva lasciato attonito.

Non riesco esattamente a collocare l’anno in cui lo conobbi, 1966 o 1967, ma il luogo era via delle Sirene a Marsala.

Casualmente abitavamo in due palazzi adiacenti.

Ho il ricordo, già da allora, di una coppia, lui e Gabriella, che non passava inosservata per l’eleganza e lo charme con cui si proponeva. E poi, irresistibile per me, ragazzino poco più che decenne, la loro macchina: una Porsche 363 decappottabile.

Dopo qualche anno, Gabriella, già alunna di mia madre, divenne la mia bella e amata insegnante di inglese al ginnasio. Gli incroci con la famiglia Rallo continuarono negli anni.

Da studente universitario, quando mi arrabattavo per avere qualche lira in tasca anche facendo l’allenatore di basket, insegnai ad Antonio, il loro figlio, a tirare a canestro visto che giocava nella squadra giovanile di basket della mia città

E ancora , negli anni ‘90, quando giovane professionista, nacque, sulle note di una ballad jazz, la mia amicizia con Josè, la loro figlia.

Poi seguirono rapporti sempre più frequenti e amicali.

Infine, gli ultimi quindici anni durante i quali la mia relazione con la famiglia e con l’azienda si rinsaldò e venni onorato dalla stima e dall’amicizia di tutti, anche professionalmente.

Ma, con Giacomo tutto era più speciale, magari anche perché condividevamo lo stesso giorno di nascita.

Non dirò nulla del Giacomo imprenditore: molti prima e meglio di me lo hanno fatto.

Voglio ricordare l’uomo, l’amico di cui sento già la mancanza.

Per certi versi la reincarnazione dell’uomo Rinascimentale: curioso di sapere, pronto a confrontarsi, piedi ben saldi a terra ma mente proiettata nel futuro.

E, aspetti che lo rendevano speciale, la capacità di ascoltare gli altri, di mettersi al pari di chiunque gli si trovasse di fronte e l’attitudine di affrontare un argomento sul quale, anche se non ti trovavi d’accordo, ti apriva nuove prospettive, facendoti dubitare delle tue convinzioni.

In tutto con la limpidezza dello sguardo e un sorriso che restano indelebilmente impressi nel mio cuore e nella mia mente.

Chiudo con un ricordo in particolare.

La scorsa estate ebbi il privilegio di trascorrere con lui qualche giorno a Pantelleria, isola che abbiamo amato in maniera viscerale. Ebbene, malgrado il richiamo del mare fosse forte, sentivo prepotente il piacere di passare con lui le giornate in giro per l’isola a visitare vigneti e campagne ed a chiacchierare di tutto, politica, economia, filosofia. E delle nostre famiglie, delle aspettative che lui già riversava sui nipoti, Gabriellina e Ferdinando , e io sui miei figli.

Stargli accanto era come sentire il canto delle sirene, come il nome di quella via dove tutto è cominciato.

Grazie Giacomo, grazie per avermi onorato della tua amicizia e della tua stima, grazie per esserti stato compagno di un tratto di strada, serberò i tuoi insegnamenti e la tua memoria tra le cose più preziose.

Nanni Cucchiara