Sempre più spoglio il museo civico di Castelvetrano. Pochi giorni fa, altre due anfore romane, un rostro ed un elmo hanno preso il volo per Hong Kong. Faranno parte della mostra “Mare Nostrum: Roman Navy and Pompeii” al Museum of History, dall’8 giugno al 29 agosto.
Le anfore provengono dal Canale di Sicilia, recuperate da pescherecci di Mazara del Vallo.
“Fanno parte di quegli oggetti che avevamo restaurato al Cam – spiega Francesca Oliveri, archeologa della Sovrintendenza del mare - Quando il Cam, ancor prima che venisse sequestrato, ormai non funzionava più e non c’era più nemmeno la luce elettrica, vista la disponibilità del sindaco, avevamo pensato di portarle al museo civico insieme ad altri reperti. Una sistemazione temporanea che però è durata parecchi mesi”.
Prima delle anfore però aveva preso il volo anche la stadera. L’anno scorso infatti, l’antica bilancia aveva fatto rotta per Amsterdam, all’Allard Pierson Museum. Una mostra itinerante dal nome “Sicily and the sea”, che si è appena spostata all’Ashmolean Museum di Oxford. A novembre le trasferte dovrebbero concludersi a Palermo per l’esposizione di “Mirabilia Maris”, per poi ritornare al museo civico di Castelvetrano forse nel giugno del 2017.
Ma il museo di Palazzo Majo non ha più da mesi nemmeno l’Efebo. Il giovinetto bronzeo della seconda metà del 400 a.C. si trova nella Casa del Viaggiatore al parco archeologico di Selinunte. Anche questo, un trasferimento temporaneo che, secondo le previsioni del sindaco Felice Errante avrebbe dovuto portare un considerevole aumento di visitatori nel centro storico. Con lo stesso biglietto per ammirare il giovinetto a Selinunte, infatti, si sarebbe potuto visitare gratuitamente anche il Museo Civico di Castelvetrano. Le previsioni del primo cittadino erano tra le più ottimistiche: “Se riusciamo ad intercettare già da quest’anno anche solo il 10% dei visitatori dell’area archeologica, abbiamo l’ardire di prevedere oltre 30.000 presenze in più all’anno nel centro storico”.
Purtroppo però le cose sembra siano andate diversamente.
Nel mese di aprile, periodo di grande affluenza turistica, ci sono state soltanto 327 visite, in massima parte bus scolastici, in base ai dati forniti dal personale dello stesso museo Se si dovesse ipotizzare la stessa affluenza anche per i restanti mesi dell’anno, compresi quelli invernali, arriveremmo a poco più di 4000 presenze.
Inoltre c’è stato un calo rovinoso rispetto all’aprile del 2015, quando si contarono 637 presenze.
L’Efebo che da Selinunte avrebbe dovuto catalizzare l’interesse per il museo civico di Castelvetrano, non ha funzionato. Forse per dei difetti di comunicazione. Soprattutto se si pensa invece a quelle scolaresche che, dopo aver visto il parco archeologico, hanno visitato il museo civico della città, aspettandosi di trovare l’Efebo nel palazzo Majo di via Garibaldi.
L’Efebo?
E’ al parco archeologico di Selinunte.
Ma come? Noi è proprio da lì che veniamo e non ci hanno detto niente.
Appunto, difetti di comunicazione.
E con meno oggetti, la situazione non è certo destinata a migliorare.
Anche perché non è proprio così automatico che al prestito dei reperti all’estero corrisponda un sicuro vantaggio per il territorio locale.
Sarebbe forse più interessante fare una sorta di scambio. Ospitare a Castelvetrano un importante reperto dell’Ashmolean Museum di Oxford non sarebbe male. Purtroppo però le spese di trasporto sarebbero a carico dell’ospitante. E qui casca l’asino: non ci sono i soldi. Non ce li ha il Comune e attualmente non ne sono previsti nemmeno dalla comunità Europea.
Non rimane che migliorare la comunicazione. Si eviterebbe almeno di trasformare la visita all’Efebo in una caccia al tesoro.
Egidio Morici