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24/05/2016 20:10:00

Caso Maniaci, c'è un vizio di forma nel procedimento cautelare

"A Pino Maniaci sia consentito di tornare a casa sua e al suo lavoro a Telejato". E' la richiesta avanzata da Antonio Ingroia e Bartolomeo Parrino, legali del giornalista indagato per estorsione, che depositeremo al gip un'istanza di revoca della misura cautelare.

Il direttore della storica emittente di Partinico, simbolo dell'antimafia per le sue lunghe battaglie in difesa della legalità, è accusato di avere estorto denaro e favori ai sindaci di Partinico e Borgetto garantendo in cambio servizi giornalistici confezionati ad hoc. 

"I termini del divieto di dimora nelle province di Trapani e Palermo vanno a scadere, l'udienza di riesame - spiegano i legali - era fissata per ieri ma è saltata a causa di un errore di notifica; dunque l'ordinanza cautelare dovrebbe essere dichiarata decaduta a giorni. La giustizia bendata segue percorsi, a volte, bizzarri, e presenta un'altra occasione per essere giusti verso Maniaci, un segnale da seguire sulla strada della giustizia". "D'altra parte - aggiungono Ingroia e Parrino - Maniaci è stato già ascoltato dai magistrati, ai quali ha fornito risposte e spiegazioni esaurienti in merito ai fatti che gli vengono contestati".

La legge prevede che il Riesame decida sulle istanze dei difensori entro dieci giorni dal deposito della richiesta, presentata in questo caso il 16 maggio. Dalla notifica della fissazione dell'udienza alla celebrazione dell'udienza stessa devono passare tre giorni che in questo caso decorrono da oggi. Dunque il collegio non potrebbe stabilire una nuova udienza prima del 27 maggio, quando i dieci giorni fissati a pena della decadenza della misura saranno ormai scaduti.