Alcamo vive una campagna elettorale sconquassata dopo che ieri ci sono stati in città degli arresti eccellenti. La Procura di Trapani sostiene di aver trovato un comitato d'affari in città, al centro del quale c'è Pasquale Perricone, ex vice sindaco della città, politico di lungo corso, sostenitore della candidatura a Sindaco di Giuseppe Benenati, voluta anche da ambienti del Pd vicini al deputato Paolo Ruggirello e dal Psi di Nino Oddo. Ebbene, Benenati ieri ha annunciato il suo ritiro dalla competizione elettorale. Dalle parti del Pd tirano un sospiro di sollievo, al solo pensiero di cosa sarebbe successo se Benenati fosse stato il candidato di tutto il centrosinistra (lui, che era stato candidato sindaco del centrodestra....). E insomma, domenica al congresso del Psi erano tutti lì a parlare dei grandi successi dei socialisti. Il giorno dopo, invece, ci si lecca le ferite.
Ecco il testo integrale della lettera agli alcamesi dell’avvocato Giuseppe Benenati con la quale annuncia il suo ritiro:
Carissimi concittadini,
parlerò con franchezza, come sono solito fare.
La mia candidatura ha avuto un iter piuttosto tormentato. Vi posso assicurare che un passo del genere non era nelle mie intenzioni, perché l’avevo già sperimentato alcuni anni addietro, imparando a mie spese che in politica più che colombe ci sono astuti serpenti, per cui avevo pensato che fosse una parentesi della mia vita ormai definitivamente archiviata. Senonché a seguito delle pressanti richieste di amici e conoscenti (stimolati dalle battaglie sociali e professionali da me intraprese negli ultimi anni per sconfiggere un sistema politico che ritenevo malato) e dalle analoghe sollecitazioni dell’On.le Ruggirello, ero arrivato alla conclusione di rivedere la mia decisione. A tutti sono note, poi, le vicende che avevano indotto il gruppo dei DpA ad una repentina, disinvolta ed inaspettata retromarcia, che mi aveva lasciato con l’unica lista a mio sostegno formata dagli amici del P.S.I., con i quali, nel frattempo, si era avviato un sereno e costruttivo dialogo che ha affondato le sue radici sugli immutabili valori della lealtà, della correttezza e della stima reciproca. Mi rendevo conto che stavo affrontando una competizione veramente difficile ma la mia determinazione, che evidentemente sfiora la caparbietà, ha fatto sì che alla fine accettassi, perché da sempre le difficoltà anziché abbattermi mi rafforzano. Nella vita, però, non mi sono mai sottratto al dovere della verità ed all’assunzione della responsabilità, per cui non ho nessuna remora ad affermare che uno di quelli che con maggiore insistenza mi aveva chiesto di continuare nella candidatura è stato Pasquale Perricone, che è stato poi uno dei tanti convinti miei sostenitori. Sciascia distingueva tra uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaqquaraquà; ritengo di appartenere alla prima categoria e se una persona mi ha mostrato attenzione e stima non sono certamente il tipo del rinnegamento di Pietro e non dirò mai: “non conosco quell’uomo !”. Quanto è avvenuto in questi giorni sul piano giudiziario è a conoscenza di tutti. Dico subito che non faccio parte di quella folta schiera di forcaioli che gridano immediatamente allo scandalo o di quell’altra che, quando li riguarda, parlano di giustizia ad orologeria. Rispetto tutte le iniziative giudiziarie ma non mi sposto da un millimetro dal principio costituzionale che vuole che ogni cittadino debba essere considerato non colpevole fino a sentenza definitiva. Però cosa diversa è l’opportunità politica, che non ha regole o leggi da rispettare ma trova fondamento nell’assetto morale di ogni uomo che, se dotato di un minimo di dignità e di sensibilità, non può far finta di niente. Considererò autentico sciacallaggio il comportamento di quanti volessero cogliere al balzo l’occasione per farne odioso strumento di propaganda politica, pronti a puntare il dito anziché guardare nel proprio armadio ma non posso dimenticare di avere fatto dell’onestà, della correttezza e della probità il mio cavallo di battaglia e non perché siamo in campagna elettorale ma perché è il modo di essere della mia persona.Poiché non si può andare in Paradiso a dispetto dei Santi e non essendomi consentito, allo stato delle cose, un formale ritiro, comunico che ho preso la decisione di non portare avanti la mia candidatura. Mi scuso con quanti, candidati, assessori designati, amici o semplici sostenitori, ho coinvolto in questa avventura e dai quali ho ricevuto sincero affetto; sapranno capire che se ho preso questa decisione è perché ritengo di essere una persona per bene. E’ solo questione di onestà intellettuale e di coerenza: scusate se è poco!
Appena qualche settimana fa Pasquale Perricone ed il suo movimento “Area Democratica” avevano deciso di entrare in un partito ed avevano scelto il Psi. Al congresso provinciale di domenica scorsa, che si è svolto alla Baia dei Mulini, ad Erice, gli ex AD avevano ottenuto un ricooscimento politico importante con la nomina di Perricone nella nuova segreteria provinciale. Nomina che era stata affiancata da quella di Gino Paglino, altro rappresentante dell’ex movimento, alla presidenza provinciale del partito. Dopo l’arresto di Perricone nell’operaizone “Dirty Affairs” della Guardia di Finanza il nuovo gruppo dirigente del Psi ha deciso d’intervenire. Il segretario Vita Barbera ha convocato la segreteria per affrontare il caso Perricone. Con ogni probabilità proporrà la sospensione di Perricone dall’incarico di partito fino a quando l’imprenditore edile alcamese non avrà chiarito la sua posizione.
Pasquale Perricone, ex amministratore comunale e leader politico è finito in carcere assieme a Maria Girolama Pipitone, Marianna Cottone ed Emanuele Asta. Arresti domiciliari per Francesca Cruciata e Mario Giardina. Per Domenico Parisi è invece scattato il divieto di esercizio di attività professionale. L’operazione “Dirty Affairs”, condotta dalla Guardia di Finanza coinvolge, complessivamente, 32 persone, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione aggravata, bancarotta fraudolenta, abuso d’ufficio, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nell’inchiesta ci sono i lavori al porto di Castellammare. Il fallimento della società “Nettuno soc.consortile arl” incaricata della riqualificazione dellla struttura portuale. Le investigazioni della Procura ha svelato la natura fraudolenta della bancarotta che ha determinato la distrazione di circa 4 milion di euro. Per investigatori ed inquirenti, Pasquale Perricone era l’amministratore occulto della società. Così come dlela “CEA soc.coop”, società che si era aggiudicata l’appalto e della “COVECO”, già nota per la vicenda del “MOSE” di Venezia. A capo delle iniziative imprenditoriali di queste società la Procura pone Perricone, con l’obiettivo di appropriarsi e dsperdere in tanti percorsi non tracciabili il denaro pubblico che entrava nelle casse della “CEA soc.coop” che doveva occuparsi della realizzazione del porto di Castellammare. Le indagini, spesso complesse, hanno svelato, nella realtà alcamese, di un gruppo ristretto d’imprenditori impegnati, in totale violazione delle leggi, ad accaparrarsi appalti e finanziamenti comunitari. Il comitato d’affari era capace “d’influire prepotentemente sulla gestione politica ed amministrativa del Comune di Alcamo, soprattutto nell’assegnazione degli appalti pubblici”. Nell’inchiesta non c’è soltanto il porto di Castellammare ed il Comune di Alcamo ma anche la formazione professionale. A Perricone viene contestato di avere lucrato sui fondi stanziati per la stessa formazione attraverso una rete di società, tutte intestate a prestanome ma di fatto riconducibili a lui, responsabili di avere simulato l’organizzazione di corsi “fantasma” con il duplice obiettivo di ottenere finanziamenti pubblici e di assegnare posti di lavoro in cambio di favori o altre utilità. Perricone, promettendo posti di lavoro o incarichi professionali all’interno delle società è riuscito a corrompere Emanuele Asta, funzionario direttivo del centro per l’impiego di Alcamo che attestava falsamente la regolarità dei corsi preannunciando la data e l’ora delle ispezioni a sorpresa.
Perricone, in passato, è stato chiamato in causa da alcuni collaboratori di giustizia e considerato vicino alla famiglia mafiosa dei Melodia. “Anche nella presente indagine – si legge nella nota degli inquirenti – sono emersi numerosi elementi indiziari che lascerebbero presumere, tuttora, che Perricone, nella propria ascesa imprenditoriale e politica si sia consapevolmente avvantaggiato del beneplacito della famiglia mafiosa dei Melodia”.
ABC - Alcamo Bene Comune esprime apprezzamento per il gesto di responsabilità e onestà dell’avvocato Giuseppe Benenati, che ha deciso di ritirarsi dalla corsa per la carica di sindaco di Alcamo, facendo appello alla «opportunità politica, che non ha regole e leggi da rispettare ma trova fondamento nell’assetto morale di ogni uomo che, se dotato di un minimo di dignità e di sensibilità, non può far finta di niente»:
"L’avvocato Benenati, rendendosi conto delle non più sostenibili incongruenze all’interno del suo schieramento, ha dunque deciso di togliersi dai riflettori, proprio per tutelare la sua dignità e onorabilità. Speriamo che anche gli altri che hanno simili ragioni di imbarazzo facciano le stesse considerazioni e prendano esempio dal “beau geste” di Giuseppe Benenati".