Colpo a favore dell’ex deputato regionale Pino Giammarinaro (Dc) nel processo che davanti al giudice monocratico Vito Marcello Saladino lo vede imputato di appropriazione indebita insieme alla moglie Giovanna Calistro, ad Antonio Maniscalco, Giuseppe Angelo, Fabrizio Chianetta, tutti di Salemi, e Antonio Inzirillo, di Gibellina. Secondo gli investigatori, i sei imputati si sarebbero appropriati di circa un milione e 240 mila euro, prelevandolo dalle casse dei centri medici e di fisiokinesiterapia sequestrati nel 2011 e che secondo l’accusa erano amministrati “di fatto” da Giammarinaro. Nell’ultima udienza sono stati commercialista Fabrizio Abbate, coadiutore dell’amministratore giudiziario dei centri medici e di fisiokinesiterapia sequestrati, e Antonio Fresina, dalla magistratura nominato presidente del Cda della “Salus” di Gibellina. A difendere Pino Giammarinaro, che in passato ha avuto un ruolo di primo piano nella sanità trapanese, è l’avvocato Paolo Paladino, che afferma: “Dall’esame del dott. Abate e del dott. Fresina è risultato con assoluta ed inequivocabile chiarezza: 1. che non sono mai emersi elementi di qualsivoglia natura che possano far presumere che Giammarinaro potesse essere amministratore di fatto sia della “Salus” sia di “Ginnic Club”; 2. che non sono emersi elementi di qualsivoglia natura che possano far sospettare che anche un solo centesimo sia mai indebitamente transitato da quelle società verso Giammarinaro; 3. con particolare riferimento a “Ginnic Club” e dunque alla deposizione del dott. Abate, che il signor Chianetta, e non Giammarinaro, si è sempre direttamente e personalmente occupato della amministrazione e gestione della società, appropriandosi - attraverso espedienti da lui stesso escogitati ed attuati - di ingenti somme in danno della società stessa e dei suoi soci. Il tutto in assenza di elementi, anche vaghi, che possano anche solo indirettamente condurre al Giammarinaro”. Si vedrà nei prossimi mesi, naturalmente, quali altre sorprese riserverà il processo.