È il volume più importante che abbiamo, o quantomeno dovrebbe esserlo per gli italiani che ci credono, e siccome si sta decidendo di cambiarne parte del contenuto non posso far finta di niente, in fondo mi occupo di libri. Non entrerò minimamente all’interno degli aspetti giuridici, non ne ho le competenze, non sono in grado di valutare le conseguenze che potrebbero scaturire dalle modifiche che si intende apportare. E non credo che neppure i più ferrati giuristi possano avere queste certezze. Voterò No. nonostante lo stato confusionale in cui mi trovo. E non so se mi preoccupano più le modifiche o il fatto di pensarla come i leghisti che hanno puntualmente vilipeso la bandiera del nostro Paese. Ho provato a seguire dibattiti, tavole rotonde e incontri di ogni genere, ma quando pensavo di aver compreso qualcosa saltava fuori un intellettuale, un comico, un magistrato che rimetteva tutto in discussione con il suo Sì. Mi arrendo. Non sono in grado di comprendere fino in fondo i motivi del Sì e quelli del No. Mi fido solo del mio intuito che segue altri percorsi. La nostra Costituzione è composta da 139 articoli, ma ve ne sono dodici definiti fondanti, ebbene, senza avventurarmi troppo oltre penso che sarebbe sufficiente attuare i primi dodici princìpi la cui modernità non può certo essere messa in discussione. Tutti disattesi, ogni giorno e da ogni governo senza distinzione di colore. Ecco su cosa si dovrebbe lavorare, l’attuazione di questi dodici principi e il capo di questo governo non mi convince con le sue minacce (?) di dimissioni se il referendum non dovesse passare. A chi deve rispondere per questa sconfitta visto che non è stato eletto dai cittadini? Per metterci la faccia bisogna averla. Io mi fido dei nomi dei padri costituenti che l’hanno scritta e rabbrividisco al solo pensiero di leggere i nomi di quanti la stanno cambiando. Non mi fido neppure di me, di quanto possa farmi condizionare nel valutare le ragioni del Sì o del No. Non mi fido dell’illuminato di turno e questo termine non è stato scelto a caso. Ma soprattutto non mi fido della capacità che noi italiani abbiamo di trovare il modo per fregare sempre, siamo un paese di furbi e ciò che può valere in altre democrazie da noi non funzionerebbe; siamo quelli che trovano l’inganno alle leggi. Non posso e non voglio convincere nessuno con queste argomentazioni, pertanto mi lascio guidare da un detto tutto nostrano Megghiu u tintu canusciuto chi u bbono a canusciri.
Katia Regina