Proprio nei giorni in cui la nostra redazione si occupa di massoneria in provincia di Trapani, a Catania succede qualcosa di importante.
Massoneria, aste giudiziarie e Cosa nostra. E’ il mix dell'inchiesta che a ha fatto scattare le manette ai polsi del boss Aldo Ercolano, figlio del vecchio patriarca Sebastiano “Iano” e del gran maestro della Gran loggia italiana Federico II, Francesco Rapisarda, imprenditore fallito assieme al fratello Carmelo. L’operazione della Guardia di finanza scattata è all’alba e vede undici indagati tre dei quali sono stati arrestati e altri tre ai domiciliari. Accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e turbata libertà degli incanti sono Aldo Ercolano, 42 anni, Sebastiano Cavallaro, 59 anni, e Giuseppe Finocchiaro, 38 anni; arresti domiciliari per Francesco e Carmelo Rapisarda, nati in Libia, di 73 e 77 anni, e infine Adamo Tiezzi, di 54 anni.
Il gran maestro Francesco Rapisarda e suo fratello Carmelo, imprenditori titolari della Mediterranea costruzioni metal meccaniche spa, sono accusati di avere pilotato, grazie all'intervento intimidatorio della mafia, e in particolare di Aldo Ercolano, un'asta giudiziaria relativa a un capannone che al massone era stato sottratto in seguito al suo fallimento. L'immobile del valore di oltre un milione di euro venne aggiudicato sottocosto per una cifra attorno ai trecento mila euro. L’affare che vede indagato un funzionario di Unicredit, la banca che ha compiuto la transazione fallimentare grazie al contributo di Sebastiano Nuccio Cavallaro, vicinissimo ad Aldo Ercolano e primo diacono della loggia Federico II, ritenuto figura di contatto tra la criminalità mafiosa e gli esponenti della Massoneria.
L’inchiesta denominata "Brotherhood", 'fratellanza', ha ricostruito diversi episodi estorsivi nei confronti di titolari di noti locali di ristorazione, alcuni dei quali effettuati personalmente dal boss Aldo Ercolano, oltre all'attività di recupero crediti svolta dalla cosca dietro compenso, per conto di terzi, come pure l'aggiudicazione di aste giudiziarie mirate a favorire l'assegnazione di pubbliche gare ad imprenditori amici. In conferenza stampa i vertici della Guardia di finanza, il colonnello Roberto Manna e il tenente colonnello Alberto Nastasia, il procuratore reggente Michelangelo Patanè e il sostutituto procuratore distrettuale Rocco Liguori, hanno tenuto a sottolineare gli "strettissimi rapporti", accertati fra la criminalità organizzata ed esponenti della massoneria catanese.
Il punto di contatto fra le due organizzazioni è stato Sebastiano ‘Nuccio’ Cavallaro, tra gli arrestati di oggi, uomo di fiducia della famiglia Ercolano e "primo diacono" della "Gran Loggia Massonica Federico II Ordine di stretta osservanza". E’ stato lui a svolgere un ruolo di collettore tra richieste illecite di imprenditori massoni e la famiglia mafiosa degli "Ercolano".
Scoperte una tentata estorsione ai danni della pizzeria “il vicolo” e una estorsione compiuta al ristorante “Miseria e Nobiltà” i cui titolari sono accusati di avere pagato, durante le feste, somme di denaro tra i 500 e i mille euto al mese. Disposto dal gip Santino Mirabella il sequestro di tutti i beni aziendali mobili e immobili della società.