Avete mai letto un manuale? Quei libri che dovrebbero insegnarci a fare le cose, per intenderci. E non sto parlando del manuale delle istruzioni per montare un armadio quattro stagioni che avete comprato all’Ikea e che vi consegnano in un pacchettino 30x30, e tu pensi che quella sia la scatola delle viti e invece no, è proprio l’armadio, viti comprese. Niente di tutto questo, il manuale che vi segnalo non vi aiuterà a fare cose concrete, ma solo un po’ di ordine nella vostra testa, a ritrovare pensieri sparpagliati qua e là e che lì potevano anche restare senza dare alcun fastidio. Non voglio tirarla troppo per le lunghe, il manuale in questione è quello di Marcello Fois e parla di lettura creativa. Il modo migliore per presentarlo è quello di far parlare direttamente l’autore:
A leggere si impara da bambini. Quando si capisce che le parole nascondono un significato, e si possono toccare. Diventare “lettori creativi” è un piccolo passo in avanti; non si tratta solo di comprendere, ma di provare a sentire cosa c’è dietro le parole. L’emozione ogni volta diversa che comunicano. Ciascuno di noi quando apre un libro è un lettore creativo, perché non è solo libero di mettere se stesso dentro la storia, ma deve farlo.
Non mi imbattevo in un libro così dai tempi di Come un romanzo di Daniel Pennac, anzi penso proprio che questo di Fois sia una degna continuazione, un punto di vista originale sulla letteratura oltre che un viaggio nel d.i. (dopo Internet) e nel come siano cambiati lettori e scrittori. Un volume questo che non piacerà a quegli scrittori campioni d’incasso per qualche stagione. La letteratura, quella buona, si fa con la resistenza e con i lettori partigiani, e non sto parlando di politica; devi durare, e non sto parlando di sesso. Che fine hanno fatto Moccia, la Tamaro, la Cardella? Ci sono autori straordinari che vendono poco, ma ci sono anche autori mediocri che per fortuna vendono poco anche loro. Poi ci sono quelli che pensano di essere bravi sol perché vendono tanto, i più insopportabili. Mi chiedo se non sarebbe il caso di superare un esame per poter diventare scrittore, come per qualunque altra attività, una provocazione, ovviamente, basterebbe l’obbligo di lettura di Perché leggere i classici di Italo Calvino. Tutti devono avere il diritto di scrivere, anche quelli che non hanno mai letto, infatti ce l’hanno. Ma torniamo ai lettori, protagonisti di questo volume. Non c’è atto più creativo della lettura, leggi è immagini, ti fai il film, come si dice ora, senza mai vedere materializzato il tuo pensiero sotto una qualche forma figurativa. Tutto resta con te e se qualcuno ci fa un film davvero raramente ti piace, perché il film perfetto è solo quello tuo. Questa settimana sono tornata a parlare come una vera libraia, senza troppe divagazioni, solo un libro così mi poteva riportare sulla retta via. E buona lettura.
Katia Regina