Il fatto che il sindaco Errante abbia annunciato di non ricandidarsi alle prossime amministrative del 2017 non sposta di una virgola le dinamiche politiche, almeno in termini di schieramenti e contrapposizioni. Insomma, le cose andranno come devono andare, con o senza la sua prossima candidatura.
Ma perché comunicare adesso questa scelta?
Fondamentalmente per amore. Amore viscerale per la propria città, per calmierare gli animi nel tentativo di riportare una campagna elettorale iniziata troppo presto e con troppo attrito, nei canali previsti dalla politica.
Un passo indietro, molto apprezzato dal suo gruppo di ex consiglieri e dalla giunta, ma “letto” in una chiave diversa dagli oppositori.
E allora, come ci si poteva aspettare, da un lato ci sono “i suoi” con gli attestati di stima e l’ammirazione per una scelta non facile. Dall’altro invece c’è l’opposizione, Pd in testa, che sottolinea la “mancata programmazione ed inefficacia della azione amministrativa che viene, per altro, oggi certificata da un organo terzo, il Commissario Straordinario Messineo, che certo non può definirsi ‘eversivo’, nella relazione allegata alla delibera di approvazione formale del rendiconto relativo all'esercizio finanziario 2015”.
L’ex consigliere Ninni Vaccara è molto esplicito: “La non ricandidatura del sindaco Errante era nota già da tempo negli ambienti politici, mancava solo l’ufficialità, anche perché era la domanda che i suoi amici della coalizione e della maggioranza gli chiedevano quotidianamente per potersi organizzare più liberamente e programmare i prossimi impegni elettorali”.
“Il sindaco Errante avrà la possibilità di amministrare per un intero mandato politico come previsto dalla legge, in piena autonomia – aggiunge Vaccara - senza il peso e il controllo del Consiglio comunale, con una giunta di sua scelta e con un’eredità di milioni e milioni di euro di opere pubbliche già finanziate e da inaugurare da solo”.
Ma la reazione più singolare di tutte è forse quella dello stesso Errante che, tra un video messaggio e una trasmissione in una radio locale, espone le sue teorie dove non è difficile intravedere dei contenuti persecutori, forse a causa della forte pressione fatta di posizioni politiche da un lato ed “emergenze amministrative” dall’altro.
L’allergia alle critiche sempre più accese degli oppositori politici, si è sommata ad un'altra allergia, quella dell’informazione senza (il suo) controllo e quella che ne è venuta fuori è la convinzione che gli altri vogliano danneggiarlo e metterlo in cattiva luce a tutti costi attraverso, per dirlo con le sue parole, “una diffamazione scientifica che quotidianamente imperversa sui social piuttosto che in alcuni circoli locali”.
Il sindaco dice la sua anche sulla massoneria e, parlando a mezze frasi e senza fare nomi, espone una sua teoria secondo la quale gli elenchi pubblicati sarebbero stati addirittura pubblici, sul sito istituzionale del Ministero. L’estensore dell’articolo contenente gli elenchi viene chiamato “commentatore”, reo di diffondere sospetti e denigrare il territorio, al posto di dare un proprio contributo alla soluzione dei problemi. Insomma, il vecchio consolidato mantra della serie “criticare è facile, costruire è difficile”, come se avanzare proposte amministrative toccasse a chi fa informazione e non a chi fa politica.
Il passaggio è interessante. Lo riproponiamo di seguito: “Forse sperava di trovare il nominativo del sindaco, perché magari pensava questo commentatore locale che il sindaco possa aderire alla massoneria, ci sarà rimasto male nel non trovarmi. Ma insomma, è un problema suo. Ma il fatto che se ne parli sempre con quell’aria di sospetto è il classico atteggiamento di chi, nulla fa per tentare di portare avanti quelle che sono le problematiche di una comunità, ma è sempre pronto a criticare anzi, quando può cerca in qualche maniera di offenderla piuttosto che denigrarla”.
Immancabile poi la valutazione persecutoria di tutta la vicenda: “Strano che alcuni non siano inseriti nell’elenco. Anche lì, vorrei capire se il commentatore che ha proposto questa iniziativa, questo scoop giornalistico, sia stato oggettivo nella valutazione. Perché io che sono il sindaco della mia città, posso garantire che ci sono altre persone che aderiscono alla massoneria, tuttavia non sono state citate. Il fatto che si sia sparato su alcuni, probabilmente perché sono più utili all’azione politica di qualcuno, mi sa assolutamente del classico atteggiamento squallido e ricattatorio”.
Probabilmente il peso delle vicende politiche e amministrative della città potrebbero aver inciso su come il sindaco abbia potuto valutare quella pubblicazione che invece, come spiegato più volte, è frutto della lettura di un documento che la Questura ha inviato alla Prefettura poche settimane fa. L’elenco pubblicato non è esaustivo perché non lo è nemmeno quello inviato dalla Questura.
Ma siccome Errante è lanciato, ecco che tutto rientra in una specie di teoria del complotto, dove anche il caso Giambalvo diventa un tentativo di “mascariamento”, scongiurato dalla Commissione Parlamentare Antimafia Regionale che ne ha escluso l’ipotesi di infiltrazione mafiosa del consiglio comunale e della giunta di governo. E quindi, secondo il sindaco, dato che “la mafia a Castelvetrano si è accertato che non ha infiltrato l’amministrazione civica, quindi adesso parliamo di Massoneria”.
Tutto questo, ovviamente, nuocerebbe all’intera città che lui ama visceralmente.
Dunque, così come in passato, il messaggio è chiaro: il problema principale della città sta nei cattivoni che scrivono cose brutte contro il territorio:
“La verità è che la teoria del sospetto porta le comunità ad affondare, aggiunge Errante - perché non viene nessuno ad investire nel nostro territorio. Questo continuerò a dirlo, piaccia o non piaccia a qualche psicopatico che è particolarmente affezionato a me su internet. Adesso le cose si dicono con più libertà. Ma la libertà non autorizza qualcuno a scrivere sciocchezze e porcherie che passano poi per messaggi veri”.
La speranza è che l’aver manifestato l’intenzione di non candidarsi alle prossime amministrative, possa far disaffezionare questi “psicopatici” che ce l’hanno con lui.
Anche perché di soluzioni da attuare ce ne sono ancora tante. Basti pensare ai rifiuti: “La soluzione è quella dei termovalorizzatori – dice Errante - Le discariche, checché ne dicano gli ambientalisti, sono assai più pericolose di un termovalorizzatore, perché se non correttamente manutenute, inquinano pesantemente le falde acquifere”.
Ai posteri l’ardua sentenza. Psicopatici permettendo.
Egidio Morici