Sequestri e perquisizioni avevano un fondamento e nell’annullare il decreto il Tribunale del Riesame di Firenze è andato oltre il suo compito che non è quello di sindacare nel merito le accuse, «ma di valutare la sussistenza o meno del fumus commissi delicti in ordine alle fattispecie delittuose ipotizzate».
Una spiegazione giuridica quella della Cassazione per dire che i sequestri della Direzione distrettuale antimafia fiorentina a carico dell’imprenditore Andrea Bulgarella e altri indagati non erano quasi campati in aria come aveva fatto intendere il Riesame il 28 ottobre scorso accogliendo i ricorsi del costruttore siciliano. L’inchiesta è quella sui presunti favori all’imprenditore da parte di Unicredit e dell’accusa mossa a Bulgarella di essere stato un riciclatore di soldi del superboss Matteo Messina Denaro.
Indagini fondate. Le indagini dei carabinieri del Ros e della Procura antimafia (pm Creazzo, Pietroiusti e Crini, ora procuratore capo a Pisa) per la Suprema Corte hanno un fondamento, al contrario di quanto scritto dal Riesame, per il quale era necessario acquisire atti e documenti alla ricerca di prove altrimenti non reperibili.
Gli indagati. La Procura antimafia ha presentato ricorso contro l’ordinanza del Riesame che aveva annullato i sequestri nei confronti di Andrea Bulgarella, 70 anni, di Pisa,Federico Tumbiolo, 45 anni, di Pisa; Salvatore Bosco, nato a Valderice (Trapani), 54 anni; Fabrizio Palenzona, vice presidente Unicredit, 63 anni; Giuseppe Poma, nato a Valderice (Trapani), 67 anni; Roberto Mercuri, nato a Lamezia Terme 45 anni; Massimiliano Fossati, 48 anni, manager Unicredit, Alessandro Cataldo, 61 anni, manager Unicredit. Le accuse sono di reimpiego di capitali di provenienza illecita in concorso con l’aggravante del metodo mafioso per Bulgarella, Bosco e Poma e in relazione all’ipotesi di associazione per delinquere, appropriazione indebita, truffa e reimpiego di capitali illeciti sempre per Bulgarella e dei coindagati Palenzona, Tumbiolo, Mercuri, Fossati e Cataldo. Il tutto, secondo l’accusa, con l’aggravante del metodo mafioso. Il Riesame aveva confermato i sequestri per il filone della Banca di Cascina dove Bulgarella è indagato con l’ex direttore generale Vincenzo Littara, entrambi per appropriazione indebita.
«Motivazione corposa». Per gli ermellini «il decreto di perquisizione e sequestro probatorio con corposa motivazione evidenziava gli elementi posti a fondamento della misura cautelare reale, desunti da diversi procedimenti nei confronti di soggetti condannati per il reato di cui all'articolo 416 bis (mafia) e da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, oltre che dalle attività di intercettazione svolta nel presente procedimento e dai servizi di osservazione e dagli accertamenti espletati dalla polizia giudiziaria».
Il Riesame è andato fuori tema. Nelle motivazioni della Suprema Corte si sottolinea che «il Tribunale ha esercitato proprio quel sindacato sulla concreta fondatezza dell'accusa che in questa sede gli è precluso, peraltro esaminando soltanto alcuni degli elementi addotti a sostegno del sequestro probatorio, ed ha quindi censurato le numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia inerenti la persona del Bulgarella, attribuendo ad esse "genericità e scarsa precisione" e rilevando trattarsi di dichiarazioni per lo più non fondate su scienza diretta. Ha quindi valutato come "assolutamente ordinari" i rapporti commerciali del Bulgarella con il Bellomo e con altri parenti del Messina Denaro, ritenendo non particolarmente significativo la corresponsione di provvigioni su un importo complessivo di 529.000 euro nell'arco di diversi anni».
Intercettazioni parziali. Per i giudici di legittimità il Riesame «ha valutato il contenuto di alcune soltanto delle intercettazioni telefoniche riportate nel decreto per sostenere che da esse emergerebbe una considerazione del Bulgarella nell'ambito della banca Unicredit assolutamente diversa da quella dell'imprenditore colluso con la mafia, fino a rilevare non essere stato ancora approvato da Unicredit alcun piano di ristrutturazione del credito, avendo il competente comitato della banca chiesto la ripresentazione della proposta chiedendo alcune puntuali condizioni». Su sequestro e perquisizioni deciderà un altro Tribunale del Riesame.