Come nel “gioco dell’oca”, torna al punto di partenza l’indagine relativa all’omicidio del presunto spacciatore Riadh Srat, freddato con cinque colpi di pistola a Capo Feto la notte del 10 giugno 2010. Per questo omicidio, nel gennaio 2015, i carabinieri di Mazara, convinti di avere identificato i responsabili, arrestarono i marsalesi Vincenzo Galia, di 52 anni, e Giovan Vito Romeo, di 32, accompagnati in auto da Gisella Angileri, di 30, il mazarese Giovan Battista Mangiaracina, di 37 anni, e Ibnmahjoub Arafet, di 34. Gli ultimi due sarebbero arrivati dopo sul luogo dell’omicidio. Gli arresti scattarono sulla base della testimonianza di una tossicodipendente, che poi, però, cambiò più volte la sua versione dei fatti. E per questo, lo scorso settembre, la Cassazione rigettò il ricorso della Procura di Marsala avverso il provvedimento con cui il Tribunale del Riesame di Palermo, a inizio febbraio 2015, aveva rimesso in libertà i cinque arrestati. Adesso, l’indagine è stata azzerata su richiesta della stessa Procura, che ha chiesto e ottenuto dal il Gip l’archiviazione del procedimento penale avviato a carico dei cinque indagati. La richiesta di archiviazione è stata firmata dal pm Giulia D’Alessandro. “L’archiviazione – dice uno degli avvocati difensori, Diego Tranchida - era una conseguenza inevitabile, attesa l’inattendibilità della teste Bonasoro, che ha cambiato versione ben nove volte”. Secondo l’iniziale accusa, ad agire sarebbero stati due distinti gruppi di fuoco arrivati sul posto, una zona isolata e poco illuminata, per discutere di affari relativi allo spaccio (eroina). Una discussione conclusa a colpi di pistola.