di Rossana Titone - Rosario Crocetta, detto Saro, con la guida dell’assessore Baccei, che più che guidare la Sicilia fa gli interessi di Roma, stipula un accordo con il governo Renzi con il quale, si dice, si porteranno in Sicilia i fatidici 500 milioni di euro.
In verità Crocetta porta la Sicilia ad un’alta demagogia e la svende, in maniera definitiva.
In aula, all’ultima seduta ars, glielo ricordano vari deputati e lui a tratti si indispettisce e si offende tanto da alzarsi e lasciare l’aula.
Saruzzo nostro parla alla fine quando, oramai, in aula non c’è più nessuno. Un discorso lungo circa 45 minuti, parla a ruota libera e dice di farlo direttamente ai siciliani. Eppure cattura la mia attenzione ininterrottamente perché va a braccio, si confonde, urla, a tratti perde il filo però dice di avere salvato la Sicilia. E ci crede. Mentre parla, Saro, ci crede e quasi quasi mi convince. Poi guardo la sua camicia metà dentro i pantaloni e metà fuori e torno alla realtà nuda e cruda. L’accordo cosa prevede allora?
Roma versa 500 milioni di euro in contanti la Sicilia, in cambio, si impegna a rinunciare ai contenziosi in materia di finanza pubblica nei confronti dello Stato , presentati prima del 31 dicembre 2015.
E poi? E poi recepiamo tutta una serie di norme nazionali tra cui in toto la legge di riforma delle province Delrio.
Crocetta non vuole subire gli attacchi e attacca lui per ultimo: “Non vi piace l’accordo? Bene , facciamo il bilancio senza accordo ma al bilancio mancheranno un miliardo e mezzo di euro. Anzi io vi sfido, dice Saruzzo, fatelo voi il bilancio e vi assumete, però ,anche la responsabilità politica di portare la Sicilia in default e di chiedere scusa ai siciliani per quello che fate e per quello che avete commesso”
E’ arrabbiato, urla, gesticola, ce l’ha con Forza Italia e il Movimento 5 stelle: io sarei il Presidente della lotta alla mafia mi dicono sempre. Eh che è un difetto? Un’accusa? Fatelo, fatelo voi sto bilancio senza l’accordo fatto da me ….fatelo non come era abituato il centro destra con la vendita fittizia degli immobili e stavate tutti zitti….fatelo voi.
Sembra in delirio. Io no però. Ed è bene che si sappia anche che questo accordo, voluto e decantato dal Presidente Crocetta, che mi sta diventando simpatico perché non mi annoia mai, altro non è che un prestito che prevede una serie di prescrizioni che se non verranno rispettate dalla Sicilia saranno cavolicchi amari.
E come farà la Sicilia a garantire un risparmio enorme sulla spesa corrente? Con i tagli, semplice.
Quindi non c’è nulla da essere allegri. Al massimo lo possiamo diventare con un buon bicchiere di vino bianco nostrano ma il Presidente non ci farebbe compagnia perché è astemio e, anzi ,non perde l’occasione per lanciare una secchiata d’acqua fredda a Gianfranco Miccichè, coordinatore regionale di Forza Italia, che ha accusato Saro di aver bevuto prima della firma del suddetto accordo. Saro non ci sta e tuona: io non solo sono astemio e dunque non bevo ma nemmeno sniffo.
Come si direbbe in siciliano, passatemi il termine, “pigghia e porta a casa”.
Presidente Crocetta, ho trovato una soluzione intanto, facciamo così: quello che non beve lei lo bevo io, almeno così dimentico di averLa sentita esultare per aver salvato la Sicilia, per averLe sentito dire che grazie a Lei c’è un Pil aumentato, che ha risanato il bilancio e soprattutto per avere esortato il pd a non essere più timido perché ha tutte le carte in regola per finire questa legislatura, la sua, ma soprattutto per stravincere le prossime elezioni.
Ecco, adesso ci vuole una bottiglia intera, per il resto non la posso aiutare l’unica polvere che conosco è quella di stelle.
Cin cin.