Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/07/2016 12:00:00

Oggi a Castelvetrano, il Festival del cinema itinerante contro le mafie

Questa sera a Castelvetrano a partire dalle ore 21.00 sarà in città Libero Cinema in Libera Terra, la carovana di cinema itinerante contro le mafie che ogni estate viaggia per la penisola, con un furgone attrezzato con tecnologie digitali. Attrezzature che consentono in poco tempo di allestire spazi cinematografici temporanei all’aperto, scegliendo luoghi simbolici dove montare schermo e proiettore per portare le emozioni del cinema direttamente alle persone. Il viaggio della carovana si concluderà a Parigi il prossimo 15 ottobre, dopo aver attraversato Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna.  L’Amministrazione ha deciso di patrocinare l’evento ritenendolo di altissimo valore per la grande forza comunicativa che le immagini in movimento portano, invitando alla riflessione i giovani ed i meno giovani sull’importanza della cultura delle legalità. L’evento di domani, che sarà gratuito, si aprirà con lo spettacolo dal vivo di Vito Baroncini tra cinema, fumetto e lavagna luminosa, dal titolo Mafia Liquida, che racconta il quotidiano di piccole e grandi storie di sopraffazione mafiosa, mescolando espressioni e linguaggi d’arte. L’intervento artistico dal vivo raggiunge un forte impatto visivo ed emotivo, costruendo un ponte narrativo tra le generazioni.

A seguire ci sarà la proiezione del film Lea di Marco Tullio Giordana; che racconta la storia della calabrese Lea Garofalo che, per salvaguardare la giovane figlia Denise, nel 2002 decise di denunciare il proprio compagno nonché padre di Denise Carlo Cosco, il quale praticava spaccio ed usura a Milano per conto della 'ndrangheta. Una storia realmente accaduta che progressivamente assume sempre più i contorni di una vera e propria tragedia shakespeariana, terminata con la condanna di Cosco per il brutale omicidio di Lea a seguito di un processo in cui ebbe un ruolo fondamentale la volontà di giustizia di Denise, determinata a non lasciare impunita la morte della madre.