Gaspare Como, cognato di Matteo Messina Denaro, ha pareggiato il conto. L’anno scorso era stato condannato dal Tribunale di Marsala per intestazione fittizia (ad altri) di beni e attività. Stavolta, invece, è stato assolto dalla stessa accusa. Con la formula “perché il fatto non sussiste”. Gaspare Como, per il quale il pm Giulia D’Alessandro aveva invocato una condanna a 4 anni di carcere, era accusato di avere intestato a “prestanomi” (per i quali si procede a parte) due negozi di abbigliamento: uno a Castelvetrano, l’altro a Marsala. Nell’ambito di questa inchiesta Como è stato posto agli arresti domiciliari ai primi di luglio del 2015. Contestualmente, furono, inoltre, sequestrati i due negozi di abbigliamento e un’abitazione nella frazione balneare di Triscina. Anche quest’ultima, secondo l’accusa, intestata fittiziamente ad altri. Gaspare Como, sposato con Bice Maria Messina Denaro, una delle sorelle del boss, è già pregiudicato per associazione a delinquere ed estorsione. Proprio per intestazione fittizia di beni, Como è stato condannato dal Tribunale di Marsala, con la moglie e la sorella Valentina, il 16 novembre 2015. In quel processo, a Como sono stati inflitti 3 anni e mezzo di carcere. Disposta anche la confisca di alcuni beni mobili e immobili. Secondo l’accusa, sia nel caso del primo processo, che in questo, Como avrebbe intestato attività e beni ad altri allo scopo di evitarne la possibile confisca da parte dello Stato. Per eludere, insomma, la normativa in materia di misure di prevenzione.