Ancora un caso di imprenditori sotto processo con l’accusa di estorsione in danno dei dipendenti. Con il solito sistema: dare loro meno denaro di quanto ne prevede la busta paga. E per chi non ci sta, la minaccia è sempre il licenziamento. “Se volete, è così. Altrimenti, quella è la porta…”. Sarebbe stata questa la minaccia che Giovanni Costantino, 52 anni, amministratore unico della “Mothia Alimentari srl”, che ha il suo punto vendita in corso Gramsci (supermercato “Conad”), avrebbe rivolto a quei dipendenti che chiedevano il rispetto degli accordi contrattuali. Minacciando il licenziamento, Costantino avrebbe costretto undici lavoratori della Conad “ad accettare – si legge nel decreto che dispone il giudizio – un trattamento economico inferiore a quello cui essi avrebbero avuto diritto in relazione al contratto, alle ore di lavoro effettivamente prestate e risultanti dalla busta paga, agli straordinari, alla tredicesima e quattordicesima mensilità, tfr, ed in particolare a sottoscrivere quietanze di pagamento relative ai salari mensili per importi superiori a quelli effettivamente percepiti o mai percepiti”. Il reato contestato a Giovanni Costantino è estorsione aggravata. Alla sbarra, davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, sono anche Giuseppe Casano, di 52 anni, Andrea De Maria, di 46, e Rosaria De Pasquale, di 41, entrambi di contrada Paolini. Costantino, De Pasquale e De Maria - il primo come amministratore “di fatto” del punto vendita “Margherita affiliato Conad” di contrada Matarocco, la seconda come amministratore unico della “C.&C.” srl, gestore dello stesso punto vendita, e il terzo in qualità di “preposto” della “C.&C.” – anche in questo caso minacciando il licenziamento, avrebbero costretto cinque dipendenti ad accettare analoghe condizioni. De Maria è imputato anche per minaccia, lesioni personali e ingiuria, per avere, secondo l’accusa, detto a un altro dipendente (Maurizio Cosimo Giordano) “mi devi riportare il foglio o chi boni o chi tinti” e “fatti portare il foglio, altrimenti ti ammazzo”. Poi, avrebbe sbattuto il Giordano contro una cella frigorifera, afferrandolo con le mani al collo e procurandogli contusioni alla fronte ed escoriazioni al collo che i medici giudicarono guaribili in 10 giorni. Infine, l’avrebbe ingiuriato dicendogli: “buffone, non hai dignità”. Costantino e Casano, infine, devono rispondere di estorsione aggravata in concorso in danno di altri quattro dipendenti che lavoravano nel piccolo supermercato di contrada Spagnola. I fatti sono stati contestati nel 2009. Tra le 15 “parti offese” individuate dalla magistratura, solo tre, però, si sono costituite parte civile. Ad assisterli sono gli avvocati Edoardo Alagna, Tommaso Picciotto e il castelvetranese Giovanni Messina. A difendere i quattro imputati sono, invece, gli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo.