Parola ai legali oggi nel processo d'Appello che si tiene a Palermo nei confronti di Antonio D'Alì, senatore trapanese di Forza Italia. Per lui è stata chiesta la condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Identica la condanna che era stata chiesta dal pm in primo grado, quando D’Alì fu assolto per i fatti successivi al 1994 e le accuse furono prescritte per gli eventi precedenti.
Nell'ultima udienza il pg Gozzo ha ricostruito un sistema di relazioni che il parlamentare avrebbe sviluppato con l'imprenditoria mafiosa di Trapani e con alcuni esponenti di spicco di cosa nostra tra cui il latitante Matteo Messina Denaro e il boss Vincenzo Virga. L'accusa ritiene che D'Alì, soprattutto all'epoca in cui è stato sottosegretario all'Interno, sia stato protagonista di rapporti molto stretti con ambienti e interessi di mafia. All'esponente politico viene anche contestata un'attività di pressione per il trasferimento del prefetto Fulvio Sodano da Trapani a Agrigento per la sua attività sulla gestione e il controllo delle aziende confiscate alla mafia secondo una linea che il senatore D'Alì non avrebbe condiviso.
Oggi a parlare saranno i difensori dell’imputato, avvocati Stefano Pellegrino e Gino Bosco. La sentenza è attesa per il 23 settembre.