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26/07/2016 06:20:00

Massoneria e Giambalvo, perché la commissione antimafia si è occupata di Castelvetrano

 I legami, gli intrecci e le commistioni tra cosa nostra e massoneria deviata sono stati l’argomento primario della visita della commissione parlamentare antimafia nazionale a Trapani, dove, nell’ultimo dei tre giorni della missione dedicata all’isola, l’audizione più importante sembra essere stata quella del Procuratore di Trapani Marcello Viola. Audizione secretata per sua espressa richiesta.

La presidente della Commissione, Rosy Bindi, ha annunciato che verrà chiesto alla massoneria ufficiale se “almeno loro sono al corrente dell’esistenza di vere e proprie logge segrete. Se ne sono al corrente – ha affermato – diventano in qualche modo responsabili, se non lo sono, dovranno trarne le conseguenze e stare dalla parte di chi le combatte”.

La Commissione, tra gli altri, ha ascoltato anche il sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex capogruppo del Pd Pasquale Calamia.

La Bindi ha parlato anche del caso Giambalvo, il consigliere comunale intercettato nell’indagine antimafia Eden 2 ad usare espressioni di stima ed elogio nei confronti del capomafia latitante Matteo Messina Denaro, auspicando anche l’uccisione di uno dei figli di un cognato del boss che stava collaborando con la giustizia: “Ci saremmo aspettati dal sindaco, sin dal primo momento – ha sottolineato la Bindi - una presa di distanza che non c'è stata”.

Probabilmente la contraddittorietà delle dichiarazioni del primo cittadino al momento del reintegro di Giambalvo in consiglio dopo l’assoluzione, avrà avuto il suo peso. Infatti, da un lato aveva condannato quelle dichiarazioni che “in qualche maniera – aveva detto - possano rappresentare un certo romanticismo nella descrizione del fenomeno mafioso che non può trovare cittadinanza e che non trova cittadinanza in questa città”. Dall’altro, sul reintegro, si esprimeva così: “Il consigliere Giambalvo, attesa l’assoluzione che l’organo giudicante dello Stato, del Tribunale, ha emesso nei suoi confronti, ha il diritto di potere partecipare ad una seduta di consiglio comunale e di potere esaudire il suo mandato fino a quando questo mandato si completerà con la scadenza naturale delle elezioni o quando questo avverrà”.

Il fatto poi che il sindaco, per portare Giambalvo in consiglio comunale (che nel 2012 era il primo del non eletti del Fli, a sostegno di Errante), abbia fatto in modo che un consigliere si dimettesse e diventasse assessore, non ha certo giocato a suo favore.

Il trasformismo politico che vede oggi un sindaco e la sua giunta in carica, per altro con 3 assessori appartenenti a logge massoniche e il consiglio comunale commissariato, frutto di un inganno politico nei confronti dell’elettorato (le amministrative erano state vinte con una compagine politica molto diversa, ndr) e di un cambiamento di maggioranza, non ci fa stare tranquilli – ha aggiunto Rosy Bindi – perché non vorremmo che dietro un’operazione trasformistica si nascondesse in qualche modo un atteggiamento di arrendevolezza nei confronti del condizionamento mafioso, che in quella città non può non esserci. E che magari passa attraverso l’appartenenza alle logge massoniche. C’è un’alta percentuale di iscritti alle logge regolari. Se se ne aggiungesse anche qualcuna segreta, il numero di massoni di quella comunità sarebbe un po’ eccessivo”.

 

Il vice presidente Claudio Fava, ha parlato anche della presenza della massoneria deviata, come “luogo di compensazione nel quale si incontrano e si saldano tra loro interessi criminali, amministrativi, imprenditoriali e politici”. Un modello che Trapani ha conosciuto in passato attraverso il circolo Scontrino e la loggia Iside 2, ma che è “assolutamente attuale nella provincia, costituendo un potere parallelo con una forte capacità di inquinamento e di garanzia di impunità”.

L’attualità di questo sistema ci spaventa – ha affermato Fava – Ragionando coi magistrati abbiamo anche scoperto come molti dei funzionari e dirigenti che stavano nelle carte e negli elenchi di Iside 2, siano rimasti al loro posto, abbiano fatto carriera, riciclati al tessuto amministrativo senza che nessuno abbia mai pagato pegno”.

Ecco perché, sui tre assessori massoni della giunta Errante, ha detto: “Se Castelvetrano fosse in Baviera non ci porremmo questo problema; ma si tratta della città di Messina Denaro”.

Il sindaco Errante, in una lunga nota ha replicato scrivendo di non aver mai dubitato dell’integrità morale dei suoi assessori e di non aver mai subito da alcuno di loro condizionamenti nelle scelte amministrative. Sulla mafia ha invece sottolineato che “pur nella consapevolezza che nella mia comunità, come in tantissime altre della nostra penisola, siano presenti delle sacche di criminalità mafiosa, sono fermamente convinto che la mia città sia composta per la stragrande maggioranza da persone per bene”.

Replicano anche i tre assessori massoni (il vicesindaco Giuseppe Rizzo, Girolamo Signorello e Salvatore Stuppia), che hanno interpretato come attacchi personali le parole della Commissione Antimafia: “Appare inverosimile essere additati come portatori di interessi criminali, o facenti parte di un sistema di potere parallelo alle istituzioni che regolerebbe o addirittura ne influenzerebbe il funzionamento della gestione della Res Pubblica”.

Lanciano però una frecciata che non passa inosservata: “Non può neanche sottacersi di come appare strano aver dimenticato che anche alcuni soggetti politici, ormai non facenti più parte della giunta, abbiano fatto parte di logge massoniche senza che la commissione abbia avuto alcunché da ridire, forse perché erano organici al Pd?”.

Ma ad avere un passato massonico c’è anche un quarto assessore, ad oggi in carica, di area “losciutiana”: Vincenzo Chiofalo. Come già riportato in una nostra precedente inchiesta, il suo nome è spuntato in una fantomatica loggia all’obbedienza di piazza del Gesù, chiamata “Italo Letizia”. I componenti di questa loggia sarebbero stati truffati da alcuni “fratelli” della vecchia “Iside 2” che avrebbero proposto loro l’iniziazione per l’inserimento. Fatti vecchi, risalenti al 2006, in seguito all’arrivo in questura di un esposto anonimo firmato “Veri massoni stanchi”.

Scrive alla Bindi anche il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi: “Gli assessori di Castelvetrano, aderenti o meno alla Massoneria, hanno gli stessi diritti e doveri di chi non è massone. E chi è libero muratore, posso assicurarglielo, ha tanti doveri ed obblighi in più. È per questo che con il rispetto dovuto alle Istituzioni e con la massima franchezza e disponibilità al dialogo, aspetto d’incontrare Lei e gli altri membri della Commissione d’inchiesta per parlare serenamente di cosa è e fa veramente la comunione massonica del Grande Oriente d’Italia e di cosa non è.”

A Bisi fa riferimento la Francisco Ferrer 908, che fa parte appunto del GOI, alla quale apparterrebbero gli assessori Rizzo e Signorello.

Quella dell’assessore Stuppia, la “Italo Letizia 345”, appartiene invece ad un’altra obbedienza, (la Serenissima gran loggia nazionale italiana di rito scozzese), il cui nome del maestro venerabile locale, Donato Pisani, come già riportato da Tp24, è presente anche nelle carte dell’operazione antimafia Eden 2, dove Calogero Giambalvo e Rosario Cacioppo (il primo assolto e il secondo condannato a 10 anni e 10 mesi) lo definiscono “amico degli amici nostri”. Come avevano scritto gli inquirenti però, sottolineiamo che Pisani è esente da pregiudizi penali.

In conclusione, la Commissione Antimafia, grazie alle audizioni con i magistrati, ha rappresentato come la massoneria, così come la politica, l’imprenditoria e qualsiasi altro settore della società, non può considerarsi immune da ombre. Soprattutto in base al fatto che, come ha sottolineato Fava, il cosiddetto “modello Scontrino” si sia rivelato “assolutamente attuale”.


Egidio Morici