Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/08/2016 02:30:00

Mazara, crisi della pesca e la necessità o meno di avere un nuovo mercato ittico

A Mazara, sede della più grande marineria peschereccia d'Italia manca un mercato ittico. Quello che c'è, che è chiuso da qualche anno, non è recentissimo, la sua costruzione risale al 1929. Ma sulla necessità della presenza di un nuovo mercato ittico ci sono due opposte visioni. C'è chi ritiene utile avere una nuova struttura moderna e chi, invece, la ritiene superflua visto che è più conveniente sbarcarlo a Lampedusa per poi essere distribuito nei mercati continentali, perchè tornare a Mazara per sbarcarlo, significa consumare diecimila euro di gasolio. Il comparto ittico a prescindere dal mercato, oggi vive una crisi che sembra senza via di uscita e per diversi motivi, tra i quali: il restringersi del fazzoletto di mare dove pescare, le risorse alieutiche ridotte e il caro gasolio. Il Distretto della pesca cerca di mandare avanti tutto il sistema ma non basta. Come dice il presidente del Distretto, Giovanni Tumbiolo «c’è la rottamazione delle braccia a causa delle demolizioni dei pescherecci. Ed oggi, con il vento della crisi, molti armatori preferiscono dismettere attività e prendere il contributo rispetto a prospettive future incerte. Per questi motivi si ritiene che il mercato ittico all’ingrosso non reggerebbe perché la quantità di pesce introdotta non giustificherebbe l’impegno finanziario.