A Mazara, sede della più grande marineria peschereccia d'Italia manca un mercato ittico. Quello che c'è, che è chiuso da qualche anno, non è recentissimo, la sua costruzione risale al 1929. Ma sulla necessità della presenza di un nuovo mercato ittico ci sono due opposte visioni. C'è chi ritiene utile avere una nuova struttura moderna e chi, invece, la ritiene superflua visto che è più conveniente sbarcarlo a Lampedusa per poi essere distribuito nei mercati continentali, perchè tornare a Mazara per sbarcarlo, significa consumare diecimila euro di gasolio. Il comparto ittico a prescindere dal mercato, oggi vive una crisi che sembra senza via di uscita e per diversi motivi, tra i quali: il restringersi del fazzoletto di mare dove pescare, le risorse alieutiche ridotte e il caro gasolio. Il Distretto della pesca cerca di mandare avanti tutto il sistema ma non basta. Come dice il presidente del Distretto, Giovanni Tumbiolo «c’è la rottamazione delle braccia a causa delle demolizioni dei pescherecci. Ed oggi, con il vento della crisi, molti armatori preferiscono dismettere attività e prendere il contributo rispetto a prospettive future incerte. Per questi motivi si ritiene che il mercato ittico all’ingrosso non reggerebbe perché la quantità di pesce introdotta non giustificherebbe l’impegno finanziario.