E' stato rinviato a giudizio l’ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone, 61 anni, arrestato lo scorso maggio dalla Guardia di Finanza con l’accusa di essere a capo di un "comitato d'affari". Perricone dovrà presentarsi al Tribunale di Trapani il prossimo 20 ottobre dovrà comparire dinanzi al collegio penale del Tribunale di Trapani, assieme ad altri 4 dei 30 indagati. Gli altri che compariranno in processo sono Girolama Maria Lucia Perricone, 50 anni; Marianna Cottone, 34 anni, sua compagna; Mario Giardina, 52 anni e Emanuele Asta, 55 anni.
Tutto ruoterebbe attorno ad una società cooperativa, la Promosud, organismo che si occupa di corsi di formazione e di aggiornamento professionale. Secondo la Guardia di Finanza, gli episodi principali sono collegati al fallimento di una società, la Nettuno società consortile arl, incaricata dei lavori di riqualificazione del porto di Castellammare del Golfo. Dai riscontri è emersa anzitutto la natura “fraudolenta” di quella bancarotta che ha provocato uno spostamento di somme pari a 4 milioni di euro e da qui è venuta fuori la figura di Perrricone, descritto dai finanzieri come il “deus ex machina” di tutta l’operazione e addirittura vicino alla famiglia mafiosa dei Melodia di Alcamo. L’ex vicesindaco viene indicato come “amministratore occulto” della società fallita, così come anche della “Cea Soc. Coop.”, società aggiudicataria dell’appalto insieme alla Coveco dei lavori di riqualificazione del porto. Perricone, pur non figurando ufficialmente nella compagine di nessuna di queste società, sarebbe stato il “regista” di tutta l’operazione imprenditoriale, voluta e pianificata sin dall’inizio con il preciso scopo di appropriarsi e disperdere in mille rivoli non tracciabili le ingenti risorse di denaro pubblico affluite nelle casse della “Cea Soc. coop” e destinate alla realizzazione del porto.