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14/09/2016 06:30:00

A Campobello consiglieri e assessori si "azzuffano" per il doppio gettone

Noi lo chiamiamo “doppio gettone”. E’ il rimborso che i Comuni pagano al datore di lavoro privato per le ore in cui si assenta dal lavoro il consigliere o assessore dipendente per partecipare ai lavori istituzionali. Lo chiamiamo “doppio gettone” perchè i Comuni - e quindi i cittadini - non solo devono pagare il gettone di presenza ai consiglieri comunali, ma devono anche rimborsare il datore di lavoro privato. Se la politica è un servizio, questa regola del rimborso dovrebbe essere abolita. Il “doppio gettone” esiste in tutti i Comuni. E può capitare che i consiglieri comunali trovino degli escamotage non proprio corretti. Ad esempio ci sono quelli che, non hanno lavoro, ma si fanno assumere dall’azienda di un familiare, o sono già loro dipendenti, per permettergli di ottenere il rimborso.
A Campobello di Mazara, in questi giorni, è scoppiato il caos su questi rimborsi.
A finire per primi sotto i riflettori sono stati Giovanni Palermo, consigliere comunale, e Vito Firreri, assessore della giunta guidata dal sindaco Giuseppe Castiglione. Palermo, in particolare è assunto nella cooperativa presieduta dalla figlia. Firreri, invece, è assunto nella ditta del fratello.
A sollevare il caso, qualche giorno fa, è stato il gruppo di opposizione al sindaco “Io amo Campobello”.
“Nulla da eccepire sull'applicazione della legge regionale sui rimborsi degli oneri ai datori di lavoro, per i dipendenti che risultano impegnati in attività pubblica - hanno scritto il coordinatore Mario Giorgi e i consiglieri Enza Zito e Giacomo Gentile - ma appare moralmente discutibile”. Secondo quanto ha accertato "Io amo Campobello" in nove mesi di assessorato, il Comune per Vito Firreri ha pagato 7.513,76 di rimborso alla ditta intestata al fratello. Per Palermo il rimborso alla cooperativa è stato di 748 euro. “Il rimborso degli oneri economici ai datori di lavoro per i propri dipendenti incaricati di svolgere la funzione di amministratori locali non è facoltativo, ma è un diritto previsto tanto dalla normativa statale che da quella regionale - ha replicato Firreri - non si comprende, pertanto, "la curiosità" manifestata dal gruppo "Io Amo Campobello", considerato che della suddetta normativa ha ampiamente usufruito in passato anche il loro coordinatore quando svolgeva la funzione tanto di assessore che di consigliere comunale».
Anche Palermo si difende e ricorda che Giorgi da ex consigliere e da ex assessore ha usufruito dei rimborsi. Dice che la cooperativa per cui lavora è nata nel 2011 ed è “direttore tecnico operativo dal 2013”. In più la figlia, Doris Palermo, “è stata eletta presidente per volontà dei soci”.
Palermo contrattacca e ricorda a Giorgi “che come consigliere e assessore, ai suoi datori di lavoro è stata corrisposta una media mensile, a partire dal 2003 e sino al 2008, di circa 1.500 euro mensili con punte di 2.242,08 nel luglio 2004, 2.091,88 (luglio 2005), 1.922,89 euro(settembre 2003), per un costo complessivo a carico del Comune di 70.461 euro”.
E’ un continuo botta e risposta. “Le ditte per le quali ho lavorato che il consigliere Palermo cita, non risultavano intestati a parenti del sottoscritto - replica il coordinatore di “Io amo Campobello”, Mario Giorgi - si tratta di “vere” assunzioni e conosco l’entità delle liquidazioni erogati dal Comune a favore dei miei datori di lavoro, sicuramente avvenute nel rispetto della legge e degli elementi giustificativi presentati”.
Come al solito, in questi casi, arriva sempre la minaccia di querela. Si fionda per primo Giorgi, ma il caso è destinato a gonfiarsi.
Tutti i comuni sono pieni di questi rimborsi ai datori di lavoro. A Trapani, ad esempio, il Comune rischia di dover versare 140 mila euro di rimborsi arretrarti al Centro Solarium. I rimborsi sono per il consigliere Giorgio Colbertaldo, che è, assieme ad altri suoi parenti, socio di quella ditta.