Nacque a Salemi il 1° gennaio 1917. Ebbe dalla natura un grande dono: un’intelligenza pronta e perspicace. Educato fin da piccolo nell’Azione Cattolica della comunità parrocchiale di Salemi, di cui «rappresenta una delle glorie più belle di questa Chiesa locale»( P. PISCIOTTA, Laici di AC, protagonisti del Movimento cattolico nella Chiesa di Mazara del Vallo, Angelo Marrone in Azione Cattolica, 140 anni di presenza nella Chiesa di Mazara del Vallo, CeSVoP, Palermo 2010, pp. 77-78), ne ricevette stimolo per crescere nella formazione civile e religiosa di cui andò fiero per tutta la vita. Compiuti gli studi medi e laureatosi in filosofia e pedagogia, iniziò a insegnare Lettere negli Istituti Superiori, dopo aver vinto il concorso pubblico. Lasciò l’insegnamento per assumere la direzione del Collegio Provinciale d’Arti e Mestieri di Trapani, dando il suo apporto costruttivo. Rientrato nel ruolo di docente, insegnò all’Istituto Tecnico per Geometri, ove fu anche Preside incaricato. Passò, poi, ad assumere l’incarico di Preside all’IPSAM (Istituto Professionale per le Attività Marinare) di Trapani, quindi Preside all’Istituto Professionale di Stato per il Commercio e le Attività Marinare di Messina e, in seguito, Preside all’Istituto Tecnico Commerciale di Castelvetrano. Assunse ruoli politici e sociali di notevole responsabilità. Aderì, dopo la guerra, alla DC di cui fu anche Segretario Amministrativo Provinciale, Vice Segretario Provinciale, dirigente degli Enti Locali (si distaccò progressivamente da essa, con nausea e senza fragore, quando capì che la DC aveva cominciato ad abbandonare i principi etici che l’avevano ispirata e aver assistito alla frantumazione correntizia interna) e dal 1944 al ’45 Sindaco di Salemi. Fu anche Direttore del Consorzio Provinciale per l’Istruzione Tecnica e Presidente dell’Istituto Casa di Riposo “Serraino Vulpitta”. Nel 1959, dopo che nel 1956 si era trasferito a Trapani (vi rimase fino alla fine), diede vita, assieme al suo amico personale Bernardo Mattarella, e ad altri amici, tra i quali Bartolo Rallo, Michele De Vincenzi, Giuseppe Novara e Vincenzo Occhipinti al periodico quindicinale “Il Faro”, nel quale trasfusero la loro concezione cristiana e politica, ispirata alla correttezza evangelica; il motto che appariva accanto alla testata di ogni numero era: «Sia il vostro discorso: sì, sì; no, no; il resto è del maligno» (Mt 5, 37). Marrone, giornalista-pubblicista, redattore capo, la cui figura, come scrisse il direttore Antonio Calcara, «sovrastava tutti noi per non comuni doti di intelligenza, di bontà e serietà», scriveva con lo pseudonimo A.M.A. (Angelo Marrone Accardo) e i suoi “fondi” erano chiari e puntuali, apprezzati anche dai lettori.
Da “figlio fedele della Chiesa” seguì i principi cristiani con convinzione profonda anche quando, perduta la moglie e rimasto con i tre figli in tenera età, si dedicò alla loro educazione in maniera edificante. E forse per questo, come scrisse di lui Pier Santi Mattarella, perché aveva vissuto momenti difficili, era portato a riconoscersi nei bisogni degli altri e a essere indulgente (Cfr. Il Faro, periodico quindicinale, 1976, p. 13) e parsimonioso: diceva di studiare al chiarore della lampada della strada pur di non sciupare la candela. «Egli fu maestro di fede e di bontà, di vita e di correttezza, di socialità e di vocazione al servizio. Fu, oltre che sapiente educatore dei suoi figli e dei suoi alunni, l’amico sincero e sempre disponibile nella giustizia, l’uomo giusto al cospetto di Dio e degli uomini, l’uomo ricolmo di carità secondo l’insegnamento paolino, il cristiano integrale che fa della vita una missione e della sofferenza uno strumento di perfezionamento interiore e di conquista del Paradiso» (ANTONIO CALCARA, Improvvisamente Angelo Marrone ci ha lasciati in Angelo Marrone. Una vita intessuta di virtù morali e civili, omaggio degli amici de “Il Faro”, Arti Grafiche G. Corrao, Trapani 1976, p. 6). La coerenza di cristiano e il senso del dovere ne fecero di lui un uomo che agiva con coscienza e dignità e «quando ebbe la prova che non gli era dato di ottenere nel settore educativo della gioventù quegli indirizzi da lui ritenuti essenziali per la formazione dell’uomo di domani ebbe il coraggio – assai raro oggi – di dimezzare il suo stipendio e abbandonò quel campo di lavoro» (MONS. MICHELE MANUGUERRA, Testimoniò correttezza, competenza, saggezza in Angelo Marrone. Una vita intessuta di virtù… o.c., pp. 11-12. Parole pronunciate nel corso dell’azione liturgica celebrata nella Chiesa di Maria SS. Ausiliatrice, presenti il Vescovo di Trapani e il Provveditore agli Studi).
Uomo di cultura e di solidarietà, profuse con umiltà ma con fermezza, nella scuola e per essa, il meglio delle sue forze e delle sue capacità umane e intellettuali. «La bontà era la sua arma, l’onestà e la correttezza la sua bandiera che poteva innalzare al cielo. L’umiltà nascondeva – senza artefizio – la fermezza del suo carattere» (AVOLIO VINCENZO, Credeva nella scuola in Angelo Marrone. Una vita intessuta di virtù… o.c., p. 9).
I figli lo ricordano come un padre esemplare sia di correttezza, sia d’azione e sia di vita spirituale (recitava ogni giorno la corona del rosario e leggeva la Bibbia), come pregava in occasione di momenti difficili.
Lottò sino alla fine la battaglia della vita e quando sembrò di avercela fatta, il Padrone della messe lo volle cogliere per sé, lasciando ai mortali il suo fulgido esempio.
Morì a Trapani il 26 marzo 1976.
Fu compianto da tutti. I numerosi scritti che seguirono la sua morte ne furono una luminosa testimonianza.
SALVATORE AGUECI