Dalle prime luci dell’alba i carabinieri di Monreale stanno eseguendo un’operazione antimafia sul mandamento di San Giuseppe Jato. Circa 100 militari, con l’ausilio di unità cinofile ed elicotteri, stanno battendo i territori di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Monreale per trarre in arresto boss e gregari. Sedici le ordinanze di custodie cautelari. Nel corso dell’indagine è stata monitorata in presa diretta una violenta reazione da parte dei nuovi vertici nei confronti dei vecchi, accusati di avere violato ripetutamente le regole di Cosa nostra.
Gli arresti dell' operazione “Nuovo mandamento” del 2013 avevano già rimescolato le carte a San Giuseppe Jato. Si era creato un vuoto di potere. Per colmarlo si erano affrontate due fazioni. Quella guidata dall'anziano Gregorio Agrigento, affiancato da Ignazio Bruno, e quella che faceva capo a Giovanni Di Lorenzo, soprannominato la morte, che intendeva garantire gli interessi dei vecchi capi. A cominciare da Salvatore Mulè, storico capomafia che sta scontando diciannove anni di carcere al 41 bis. Alla fine fu trovata l'intesa e la guerra evitata.
Nel frattempo, però, si decise di punire alcuni personaggi della famiglia di Monreale. Il blitz di oggi fa luce sulla stagione di fibrillazioni. Qualcuno capì che era meglio lasciare la cittadina. Tra un conflitto e un altro i clan del mandamento di San Giuseppe Jato erano anche impegnati a riscuotere il pizzo.