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04/10/2016 06:15:00

Rosy Bindi: "Smascherare ambiguità e doppiezze dell'antimafia"

 «L'antimafia sociale ha risvegliato la coscienza civile del Paese, ma ci sono state degenerazioni, emerse da inchieste su cui ha indagato anche la nostra Commissione. Ambiguità, doppiezze e intrighi vanno smascherati ovunque, sia che si tratti di giovani promesse calabresi come Giusy Canale, condannata per truffa, o di voci storiche come Pino Maniaci, ora indagato per estorsione; sia che si tratti di figure istituzionali di primo piano, considerati ovunque campioni di legalità». È il pensiero del presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi, emerso in un messaggio inviato al comitato Addiopizzo e letto nel corso dell'incontro «Quale antimafia per il futuro?» con il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, il sociologo Umberto Santino, presidente del centro Impastato, e il giornalista Attilio Bolzoni.
«Con la nostra inchiesta - prosegue il messaggio della Bindi - vogliamo salvaguardare il 'capitale moralè di un'esperienza straordinaria che non ha bisogno di essere mitizzata ma neanche delegittimata in modo generico. Penso all'indagine sul giudice Silvana Saguto. È accettabile - chiede Bindi nel suo messaggio - denigrare e smantellare tutto il sistema delle misure di prevenzione? O non è meglio cercare i varchi in cui possono infilarsi furbi e i disonesti e chiuderli? Vogliamo cambiare il sistema, e spero il Senato faccia presto».

"Non esiste un'antimafia buona o cattiva, ma esistono dei soggetti che ne hanno approfittato. L'indagine aperta dalla commissione parlamentare antimafia e le verifiche ancora in corso sono fatte per evitare che comportamenti di quel genere possano trovare spazio ulteriore all'interno delle organizzazioni pubbliche e private. Vorrei vedere un'antimafia che smette di essere aggettivo e che torna ad essere sostantivo". Lo ha detto il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, nel corso del dibattito. "Oggi i mafiosi sono in grado di utilizzare tutti gli strumenti consentiti dal progresso - ha aggiunto Lo Voi - e questo è uno dei settori su cui dovremo investire le nostre migliori energie per il futuro".

 Lo Voi, durante il convegno ha replicato a coloro che lo avevano accusato di censurare i magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, di inibirli, di consigliare loro caldamente di evitare esternazioni. Ed invece Lo Voi avrebbe voluto soltanto tutelarli, suggerire loro accortezza e cautela per evitare reazioni “di qualche sconsiderato”. E’ un problema vecchio, quando la visibilità del magistrato è particolarmente alta, diviene un personaggio pubblico “centrale” e può rappresentare, perciò, un bersaglio per chi voglia compiere atti che mirano a destabilizzare il Paese.

“Ho raccomandato ai miei colleghi sottoposti a determinate misure di protezione, di prestare particolare attenzione a qualsiasi cosa arrivi sui nostri tavoli”, ha spiegato Lo Voi, “perche’ sembra di potere avvertire, anche se non c’e’ nessun segnale in questo senso, una certa fibrillazione che potrebbe portare qualche sconsiderato a un gesto contro certe personalita’ appartenenti allo Stato. A tutti i colleghi ho poi detto di fare attenzione alle dichiarazioni. Ma qualcuno in malafede, per il solo fatto che io abbia scritto questo, ha affermato che io l’ho scritto per impedire ad alcuni colleghi di partecipare alle manifestazioni di via D’Amelio. E’ una clamorosa sciocchezza. Dove sarebbe il bavaglio ai magistrati”

Il Procuratore della Repubblica ha toccato altri argomenti nel corso del suo intervento. Il ruolo del pentito di Carini Nino Pipitone, ha detto, “e’ stato enfatizzato, non e’ stato un boss ma un importante uomo d’onore. Al di la’ dell’interesse esclusivamente locale di pochi soggetti, mi chiedo se questa corsa che c’e’ stata a pubblicare la notizia pur di darla mezz’ora prima degli altri non sia uno degli effetti negativi di un certo modo di intendere il giornalismo, che pubblica una notizia dall’interesse immediato, ma perde di vista il contesto e le esigenze complessive. Lungi da me voler limitare o irreggimentare la liberta’ di stampa”.

 

Qui potete ascoltare per intero la conferenza: