I tre ragazzi de Il Volo di cui fa parte il marsalese Ignazio Boschetto, sono stati protagonisti martedì sera su Canale 5, con la riproposizione in versione 2.0 del concerto alle Terme di Caracalla con i mitici Luciano Pavarotti, Placido Domingo e Josè Carreras. Una riproposizione non proprio andata bene. E la loro esibizione, ma anche tutto lo show, è stata massacrata dalle critiche. La stroncatura più pesante è stata quella de Il Fatto Quotidiano. Michele Monina ha parlato di "truffa della lirica". Ecco il pezzo.
L’occasione è ghiotta. I Tre Tenorini, leggi alla voce Il Volo, decidono di gettare la maschera e di indossare i panni dei Tre Tenori andando a replicare il famoso concerto tenuto alle Terme di Caracalla. Da una parte, quindi, loro, i tre miti: Luciano Pavarotti, Placido Domingo e Josè Carreras. Dall’altra i tre bimbiminkia prestati al bel canto direttamente da Antonella Clerici, impacchettati prima da Tony Renis e poi da Michele Torpedine, il Richie Finestra della discografia italiana, e poi santificati da Santo Carlo Conti dal palco dell’Ariston di Sanremo, con la vittoria acclamata di Grande Amore all’edizione 2015 del Festival della Canzone Italiana.
Un confronto, quello tra i big della lirica mondiale e i tre cantanti in erba incaricati di rappresentare la canzone italiana per gli italiani all’estero che, sulla carta, sembrava talmente improbabile da aver spinto i diretti interessati a prenderne a lungo le distanze, con la tipica metodologia italiana. Lanciati come i Tre Tenorini, i Tre Tenorini si sono trovati spesso a chiarire di non essere Tre Tenorini, semmai Due Tenorini e un Baritonino, ma più che altro hanno sempre specificato di non avere studi classici seri alle spalle e di non avere, quindi, nulla a che spartire con cotanti esempi. Poi, capito che il repertorio originale che passava il convento non era all’altezza dei grandi classici, delle arie d’opera, delle vecchie canzoni italiane, quelle che in tutto il mondo conoscono, ecco la retromarcia: i Tre Tenorini decidono di omaggiare i Tre Tenori. E come lo fanno? Nel modo più diretto possibile: riproponendo un momento epico di Pavarotti-Domingo-Carreras, andando a replicare pedissequamente il concerto delle Terme di Caracalla, stavolta a Firenze. Con tanto di partecipazione di Placido Domingo, ci auguriamo pagato a sufficienza per questa imbarazzante marchetta.
Perché una cosa va detta, a scanso di equivoci: magari all’estero questo show potrà anche fare un bell’effetto, ma a vedere da qui lo spettacolo che ha trasmesso Canale 5, dal titolo Una notte magica, viene davvero una malinconia cosmica addosso. Perché quel che i Tre Tenorini hanno dichiarato, mettendo clamorosamente le mani avanti nel presentare il doppio cd che porta lo stesso titolo dello show televisivo, è proprio vero: la lirica e certi standard classici non sono esattamente la loro cosa. I tre ragazzini ci hanno tenuto a dire che nell’affrontare il repertorio che fu dei Tre Tenori hanno potuto rendere solo un quindici, venti per cento, e in effetti così è. Ora, ci viene da chiederci, perché dovremmo comprare un cd, o vedere uno spettacolo se già chi l’ha fatto ammette di essere stato scarso? Lo abbiamo comunque fatto, per quella forma di fascinazione per il brutto che ci spinge a guardare certe cicatrici o che causa le file in autostrada quando la gente rallenta per vedere gli incidenti, ma è stato davvero un brutto spettacolo. Perché i Tre Tenorini non sono i Tre Tenori: cantano decisamente peggio, senza essere in grado di trasmettere uno straccio di emozione, e, per contro, senza avere la stessa tecnica vocale delle matrici. Unica cosa che accomuna i titolari del progetto ai tre piccoli cloni, il pubblico, perché è al pubblico di Pavarotti e soci che Il Volo sta guardando con cupidigia, come del resto in passato ha già fatto Bocelli. Quindi via, da Nessun Dorma a Granada, passando per My Way e Non ti scordar di me. Presenza di scena importante, da vecchi infilati a forza dentro il corpo di tre ragazzini, e tutto quel che ci si può aspettare da chi ha passato più tempo su un palco che su un campetto da calcio o in cameretta a montare i Lego. Spettacolo perfetto in assenza di emozioni e anche in assenza di bella musica, con buona pace dei loro fan.Ora, a show televisivo andato in onda, gentilmente offerto, guarda il caso, dalla solita Friends and Partners di Ferdinando Salzano, monopolista coreano della musica in tv, a doppio cd approdato nel mercato discografico, resta la speranza che, almeno all’estero, abbocchino a quella che potremmo definire The Great Lyric Swindle, la Grande Truffa della Lirica. Sì, la speranza è che Il Volo parta per una lunghissima tournée mondiale, così almeno per un po’ ce li siamo tolti dalle palle.