Niente più protezione speciale per il testimone di giustizia Ignazio Cutrò e la sua famiglia. E’ quanto ha deciso la commissione centrale del Ministero dell'Interno. "Da oggi non sono più un testimone di giustizia – dichiara lo stesso Cutrò -. Sono stato buttato fuori dal programma di protezione. E' incredibile. Dopo tutte le battaglie che ho fatto per dare voce ai testimoni di tutta Italia. Sono veramente avvilito e deluso dallo Stato". Grazie alla collaborazione e alle denunce di Cutrò ci fu un'inchiesta condotta dai carabinieri e sfociata in una serie di arresti compiuti nell'estate del 2008 a Bivona. Le indagini presero il via da una serie di atti intimidatori nei confronti di imprenditori impegnati o interessati a lavori edili, effettuati nel territorio dell'agrigentino. Per la commissione non ci sono più le esigenze che avevano determinato le misure di protezione, e dopo cinque anni non è stata più prorogata la protezione. L’avvocato di Cutrò sta valutando se impugnare la decisione davanti al Tar del Lazio. Sulla decisione della commissione, c'è la dichiarazione del figlio di Cutrò, Giuseppe: "Rimanendo nella sua terra d'origine e mantenendo la propria identità ha potuto, a differenza di altri testimoni di giustizia, lottare, divulgare ciò che accadeva e tutte le situazioni spiacevoli che si potevano incontrare nel proprio cammino. Mio padre ha fatto delle sue idee e della sua parola uno strumento di tramite, un megafono per chi sottostava al silenzio da anni". La commissione ha comunque mantenuto ai fini della sicurezza di Cutrò e della sua famiglia le misure di protezione ordinarie.