Il mazarese Vincenzo Pecunia, 60 anni, ma con il fisico di un quarantenne, medico con la passione per l’atletica leggera, è il nuovo Campione italiano Iuta (Italian Ultramarathon and Trail Association) nella “100 km”, categoria SM60. Ha vinto il titolo nazionale nella sua categoria d’età sabato scorso, nell’Ultramaratona del Tricolore organizzata dalla Podistica Biasola di Reggio Emilia. Eppure, fino a sedici anni fa, Vincenzo Pecunia faticava non poco anche per correre un centinaio di metri. “A 45 anni, quando per la prima volta indossai le scarpe da corsa – racconta il neo campione italiano di ultramaratona SM60 - ero ancora relativamente giovane, almeno sulla carta. Pesavo 87 chili, l’addome era proteso in avanti, il bottone della giacca pronto a staccarsi, fiatone al minimo sforzo, colesterolo 230, trigliceridi 190, glucosio 110 e tutto lasciava presagire che la sindrome metabolica, da li a poco, sarebbe arrivata. Mi stancavo facilmente e mi sentivo goffo nei movimenti. Il primo impatto con la corsa non fu molto incoraggiante, perché dopo soli 100 metri accusavo vertigine e sono quasi svenuto. Sono rimasto buttato a terra per circa 10 minuti prima di riprendermi. Ma non mi sono perso di coraggio. E settimana dopo settimana notavo dei miglioramenti, fino a raggiungere la distanza di 2 Km. Percepivo – continua Pecunia - il grande entusiasmo che mi suscitava la corsa e con essa i benefici che mi offriva. Cominciai a partecipare a gare di lunghe distanze (maratone 42 Km) con discreti risultati che sono poi migliorati negli anni. Negli ultimi cinque anni ho partecipato a gare di 6 ore, di 12 ore, di 24 ore e 100 Km con risultati soddisfacenti. Da li in poi è cambiato tutto. La corsa aveva acceso in me i motori della vita, percepivo il cambiamento del mio corpo e il grande entusiasmo che mi suscitava e con essa i benefici che mi offriva: riduzione del peso e miglioramento dei valori del sangue. Ho partecipato a gare mozzafiato, come quella nel Deserto del Sahara (unica tappa), in autosufficienza, dove ti dovevi portare dietro non solo l'acqua, ma anche il cibo, una bussola per orientarti e una pistola lanciarazzi per le emergenze. Difficile riuscire a comunicare le emozioni che il deserto trasmette, ma vi posso garantire che il silenzio assoluto, la luce intensa delle stelle ti proiettano in mondo fantastico e surreale, ma che ci appartiene, anche se non siamo più abituati né a vedere né a sentire. Così, gara dopo gara, maratona dopo maratona, sono arrivato a chiudere le mie prime 100 gare, tra maratone e ultramaratone, lo scorso 28 maggio, un traguardo che mi proietta ai primi posti, almeno come medico, nella classifica regionale dei migliori podisti”. Ma quello che più conta sono i miglioramenti a livello di salute. “Adesso – conclude Pecunia - peso 76 chilogrammi (per 1 metro e 80 cm di altezza). Il colesterolo è sceso 150, i trigliceridi a 50, il glucosio a 70 e soprattutto ho molta più voglia di fare rispetto al passato. Inoltre, dopo anni di duri sacrifici, arriva qualche bel risultato. Come questo titolo italiano Iuta nella 100 km nella mia categoria d’età. Grandi risultati, dunque, per un amatore dello sport e della vita, grande soddisfazione per la mia famiglia e gli amici con cui condividiamo questa passione e la società che rappresento (Asd Gs Atletica Mazara, presieduta da Salvo Piccione, altro grande maratoneta, ndr). Mi auguro che questo mio trascorso sportivo e queste esperienze possano servire da sprono a quanti si vogliono avvicinare a questo sport dai mille risvolti sulla salute”. Quello di Vincenzo Pecunia, medico di famiglia e specialista dermatologo, ma anche grande esperto in materia nutrizionistica e alimentare, sempre con grande voglia di aggiornarsi sui progressi della scienza (non per tutti, ahimé, è così), è uno spot davvero eccezionale per l’atletica leggera e le sane abitudini che consentono al nostro corpo di rimanere giovane molto più a lungo