E’ una storia molto travagliata quella di Marsala Schola, l’istituzione che gestisce i servizi scolastici per conto del Comune di Marsala. Dagli scuolabus, agli asili nido, alle mense. Marsala Schola è spesso travolta da polemiche e proteste di genitori per costi alti, servizi interrotti in anticipo o che partono in ritardo, e disservizi vari. Adesso il sindaco Alberto Di Girolamo e la sua giunta hanno deciso che Marsala Schola deve essere sciolta. Che tutto il lavoro che fa deve essere “internalizzato” e svolto dal Comune.
Con lo scioglimento, si legge nella delibera approvata dalla giunta, si prevedono "dei risparmi su costo di consulenza contabile e fiscale , quantificabile in circa €. 25.000,00 annui, sul costo della consulenza software per l'elaborazione delle buste paghe del personale, quantificabile in circa €.7.000,00 annui, consulenze legali e notarili quantifîcabili in circa €.30.000,00 annui, e tante economie di scala per sovrapposizione di uffici, come per esempio gestione ufficio personale e contabiliîà ed ufficio amministrativo per nuovi adempimenti sulla trasparenza ed anti corruzione e gli uffici per la gestione del patrimonio".La palla adesso passerà al consiglio comunale. Sarà degli inquilini di Sala delle Lapidi l’ultima decisione sull’istituzione comunale nata 10 anni fa e ratificare la proposta di scioglimento fatta dalla giunta.
Questo non è l’unico tentativo di scioglimento di Marsala Schola degli ultimi anni. Ci aveva provato, poco dopo esser stata eletta sindaco della città, anche Giulia Adamo, nel 2012. Era un punto della sua campagna elettorale. Aveva approvato, con la sua giunta, la delibera di scioglimento. La cosa poi non andò in porto, perchè seguirono tante polemiche in consiglio comunale. A nulla valsero le parole di Eleonora Lo Curto, assessore di Giulia Adamo e per pochi giorni presidente di Marsala Schola, che definì l’istituzione un “contenitore politico clientelare”. E infatti negli anni è successo di tutto, per un’istituzione finanziata con i soldi del Comune ma che si comportava come ente privato. Sono tanti gli esposti arrivati alla Procura di Marsala nel corso degli anni, anche anonimi, sulla gestione di Marsala Schola, dalle procedure per gli appalti al servizio scuolabus, alle proteste dei genitori per gli asili chiusi.
Memorabile è il caso del servizio scuolabus affidato ad una cooperativa che non aveva i requisiti previsti dal bando di gara. Un appalto da 2 milioni 200 mila euro affidato nel 2007 alla Csi, e poi revocato, che finì al centro di molte polemiche ed esposti. Un giovane Enzo Sturiano, allora semplice consigliere comunale, nel 2011 denunciava che “La Csi gestisce il servizio dal 2007, ma le stesse persone che oggi compongono la Csi gestiscono il servizio da 25 anni a Marsala, e sempre nelle stesse condizioni. La questione esplode nel 2007 quando alcuni lavoratori licenziati si incatenarono sotto Palazzo VII Aprile per protesta. Fu allora che io e altri consiglieri ci interessammo alla vicenda. Ma fino ad allora, siccome il servizio funzionava, nessuno aveva indagato sulla presenza o meno dei requisiti”.
Una fotografia di tempi passati, quando esisteva addirittura ancora l’Mpa di Raffaele Lombardo. Adesso Sturiano e al Pd e chissà come giostrerà la richiesta di scioglimento fatta dall’amministrazione Di Girolamo. Anche perchè Sturiano, assieme ad altri consiglieri, già nel 2011 avevano protocollato la richiesta di abolire Marsala Schola. Oltre a Sturiano, di quei firmatari che oggi siedono ancora a Palazzo VII Aprile ci sono Ginetta Ingrassia e Rosanna Genna.
Nonostante gli scandali, nonostante le proposte di scioglimento prima dei consiglieri, poi dell’amministrazione Adamo, l’istituzione non venne più abolita.
E dopo i fuochi autunnali del 2012 Marsala Schola venne affidata ad una figura molto discussa e di fiducia dell’ex sindaco Adamo. Si tratta di Pippo Sparla, che fu consulente a titolo gratuito dell’amministrazione e anche presidente dell’istituzione. E’ lo stesso Sparla, che ha avuto sì incarichi di primo piano in provincia di Trapani nel corso degli anni, ma aveva sul groppone il patteggiamento di una condanna per un falso su una delibera nello scandalo degli asili nido a Trapani, quando era dirigente del settore Servizi Sociali di quell’ente. Sparla, era il 2001, finì anche arrestato nell’inchiesta che portò in manette l’allora sindaco di Trapani Antonino Laudicina e il segretario generale Antonio Galfano, oltre ad altre 4 persone poi tutte assolte nel processo con rito ordinario. Sparla poi, negli anni 80, figurava negli elenchi della loggia segreta Iside 2. Quella che faceva da potere occulto nel capoluogo negli anni ottanta, e dove erano presenti politici, affaristi, magistrati, uomini delle forze dell’ordine e mafiosi.
Su questa vicenda si era espressa anche Libera, giudicando “inopportuna” la permanenza di Sparla alla presidenza di Marsala Schola. Giulia Adamo invece ha sempre difeso il superconsulente e in un primo momento ha rifiutato le sue dimissioni, poi le ha dovute accettare.
Si arriva spediti ad oggi, con la giunta Di Girolamo che propone l’abolizione di un’istituzione molto chiacchierata negli anni. La Uil si è già schierata contro la delibera della giunta parlando di rischio licenziamento per 190 persone.
Ma la stagione delle polemiche potrebbe essere solo all’inizio.