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07/12/2016 06:00:00

E' allarme povertà in Sicilia. Pensionati a Trapani sempre più nel disagio

 E' allarme povertà ed esclusione sociale in Sicilia. Oltre 2 milioni e 700 mila persone rischiano di rimanere ai margini e il dato è in aumento: dal 54,4% di due anni fa al 55,4% dell'anno scorso. Il pericolo di ridursi in povertà è in crescita di 2,2 punti (dal 40,1 al 42,3%), così come sale il numero di persone che vive in uno stato di grave deprivazione, dal 26 al 27,3%. L'impietosa fotografia emerge dal report dell'Istat su 'condizioni di vita e reddito'.

    In Sicilia, secondo l'indagine, la gente vive in condizioni peggiori rispetto alle altre aree del Paese. L'isola ha i tassi più alti in assoluto di povertà, deprivazione e bassa intensità lavorativa. Il rischio povertà e grave deprivazione è più del doppio rispetto alla media nazionale.

Quasi la metà dei residenti nel sud e nelle isole (46,4 per cento) è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 24 per del centro e il 17,4 per cento del nord. 
I livelli sono superiori alla media nazionale in tutte le regioni del mezzogiorno, con valori più elevati in Sicilia (55,4 per cento), che distanzia la Puglia (47,8%) e la Campania (46,1%). Viceversa, i valori più contenuti si riscontrano nella provincia autonoma di bolzano (13,7%), in Friuli-Venezia Giulia (14,5%) ed Emilia-Romagna (15,4%) Inoltre, quattro individui su dieci sono a rischio di povertà in Sicilia, contro i tre su dieci in Campania, Calabria, Puglia e Basilicata.

Livelli di grave deprivazione materiale più che doppi rispetto alla media italiana si registrano in Sicilia e Puglia dove più di un quarto degli individui si trova in tale condizione.

La Sicilia (28,3%) è anche la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, seguita da Campania (19,4%) e Sardegna (19,1%).

PENSIONI. I pensionati di Trapani e Palermo vivono in condizioni difficili, spesso di povertà e con estreme difficoltà ad accedere alle prestazioni sanitarie adeguate. A Palermo in tutto sono circa 342 mila, a Trapani 115.763, oltre un milione e 330 mila in tutta la Sicilia. In tutti i territori prevalgono gli importi medi di circa 654 euro, più bassi della media nazionale di quasi il 22 per cento (l’importo medio in tutta Italia è di circa 839 euro). Prevalgono anche i trattamenti fino a mille euro lorde che rappresentano l’86%, e che saranno coloro che dal prossimo anno potranno ricevere la quattordicesima. In tutta la regione quasi 440 mila pensionati non raggiungono i 500 euro lordi quindi sotto la soglia di povertà. In particolare l’importo medio a Palermo nel 2015 secondo i dati Inps è stato di 662,99 più basso rispetto al 2014 (quando era 675 circa). A Trapani l’importo è di poco inferiore, circa 616 euro. Per le pensioni di invalidità le somme scendono, a 409 euro a Palermo e 405 a Trapani. Dati quindi che confermano la necessità di una maggiore attenzione delle istituzioni sulle politiche sociali e sanitarie, come ribadito dal segretario generale Fnp Cisl Palermo Trapani Mimmo Di Matteo aprendo i lavori del consiglio generale del sindacato dei Pensionati della Cisl Palermo Trapani che si è svolto al convento di Baida. “Da tempo chiediamo un potenziamento dei servizi sanitari sul nostro territorio soprattutto nelle province, dove le difficoltà dei pensionati a raggiungere le strutture sono maggiori. E’ necessario inoltre - ha spiegato Di Matteo - ripensare a un welfare partendo dalle esigenze dei più poveri e fra questi milioni di pensionati che hanno bisogno di una vera e propria rete sociale che veda la collaborazione di istituzioni, sindacati e associazioni di volontariato per sostenere chi, in solitudine non può andare avanti”. Sul piano sanitario ha ribadito “si attivino i distretti sanitari con i poliambulatori per la prima assistenza”. Sul fisco poi ha aggiunto “i pensionati in difficoltà devono pagare aliquote più basse e prosegue la nostra battaglia in questa direzione”. Intanto continua l’impegno dei sindacati dopo l’intesa sulle pensioni siglata a fine settembre da governo e sindacati. “L’intesa va salvaguardata perché si parte da questo testo, che riconosce già i primi diritti fondamentali per i pensionati, dalla no-tax area, all’anticipo pensionistico , all'intervento sui lavoratori precoci e sulla quattordicesima, per migliorare le condizioni dei nostri pensionati. Di certo il nostro lavoro prosegue per intervenire ancora sulle storture che finora hanno condizionato la vita dei pensionati, e qualunque sia il governo dovrà riconoscere il ruolo di ammortizzatore sociale delle famiglie che da sempre ricoprono”. Sul fronte della povertà, sono stati quasi 30 mila le persone che hanno ricevuto l’assistenza alimentare della Caritas tra Palermo e provincia. A Trapani sono state ben 10 mila. Per il Sia il sostegno all’inclusione attiva da settembre a Palermo sono state ben 12 mila le richieste giunte al comune, (8 mila solo nelle periferie) e quasi 500 a Trapani. “Bisogna innovare le politiche per la non autosufficienza integrando strategie risorse sociali e sanitarie perché crescono i bisogni assistenziali e le risposte sono ancora troppo inadeguate e tutto questo grava sulle famiglie”. Al consiglio hanno partecipato anche il segretario generale Fnp Cisl Sicilia Alfio Giulio, Daniela De Luca segretario generale Cisl Palermo Trapani e il segretario generale aggiunto Fnp Cisl nazionale, Loreno Coli. Per Daniela De Luca “bisogna continuare nel solco del lavoro fatto con il governo ricucendo lo strappo generazionale grazie all’intesa che viene incontro alle esigenze dei lavoratori in difficoltà e dei giovani. Non si disperda questo principio che per noi è essenziale, crediamo nel patto generazionale che pensi alle esigenze dei giovani che rischiano la povertà e degli anziani che spesso la vivono. In ogni realtà locale, poi, bisogna sviluppare vere politiche sociali a iniziare soprattutto dal potenziamento dei servizi, un modo di dare risposta sia alle esigenze dei tanti anziani in difficoltà che dei giovani in cerca di occupazione”. Per Alfio Giulio segretario Fnp Cisl Sicilia “bisogna ancora fare molto nella nostra regione, per questo abbiamo reiterato la richiesta di incontro all’assessorato regionale alla Famiglia per riprendere il discorso del Protocollo regionale sulle politiche sociali, le istituzioni devono fruttare ogni possibilità, mettere a sistema anche quelle poche risorse affinché si diano risposte ai più deboli a vantaggio del beneficio della persona, perché per noi resta fondamentale porre al centro della nostra azione e delle richieste ai governi regionali e nazionali le esigenze della persona, una battaglia di civiltà”. A concludere il segretario nazionale aggiunto Loreno Coli. “L’intesa che abbiamo siglato a settembre prevede alcuni punti che hanno già trovato spazio nella legge di stabilità, ora seguirà una fase ancora più impegnativa e per questo ci auguriamo che qualunque sia il governo si prosegua su questa strada. Ci preoccupa il clima di incertezza, l’Europa comincia a chiedere di rivedere la legge di stabilità, noi ci batteremo affinché si rispettino gli impegni già assunti per le pensioni, proprio con la manovra finanziaria che è in Senato. Tutto perché non si può disperdere il grande risultato ottenuto. Il confronto di questi ultimi mesi ha ampliato il numero dei pensionati a cui sarà erogata la 14esima, insieme all'equiparazione della no tax area tra lavoratori e pensionati. Sono mete importantissime che abbiamo raggiunto e andremo avanti, sperando che le risorse promesse permettano di soddisfare anche le altre nostre richieste, come la rivalutazione delle pensioni”.