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07/12/2016 06:15:00

Il post - referendum in Sicilia. Faraone: "Sconfitta clamorosa". Crocetta: "No rimpasti"

  "Quella che l'Italia ha vissuto, e con essa la Sicilia, è stata una grande sfida democratica. È stato bello essere al fianco di Matteo Renzi in questa importante battaglia per il Paese. Se guardo ai dati della mia regione, la Sicilia, la sconfitta assume contorni ancora più clamorosi ed inequivocabili". Lo scrive nel suo blog il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, commentando il risultato del referendum. "Matteo, da grande leader qual è, si è assunto la responsabilità e la totale paternità di questa sconfitta e ha deciso di lasciare palazzo Chigi, con coerenza e determinazione - aggiunge - Io ho condiviso questa scelta e naturalmente in questa scelta c'è anche la mia di assunzione di responsabilità. Ho rispetto per chi manifesta una idea anche contraria alla mia e si batte per quella idea, ma non mi piacciono i sostenitori del No del giorno dopo, non mi piace chi ha detto di aver giocato la partita, salvo poi sottolineare di non essersi impegnato, in fondo, così tanto".

CROCETTA. "Non ho alcuna resa dei conti da fare, non appartiene alla mia cultura e al mio modo di fare politica. Io penso all'unità, a lavorare e non alle polemiche". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. "Il no, espresso al referendum, è un grido di allarme che viene dalle fasce più deboli della popolazione - aggiunge - Il no ha vinto, è stato un voto di difesa della Costituzione. Non ho assunto toni catastrofisti nel corso della campagna referendaria né l'ho collegata in nessun modo a ipotesi di governo. Non si capirebbe perché dovrei farlo dopo il voto. Con Baccei stiamo discutendo e devo confermare che l'assessore è convinto, come me, che dopo il risultato che abbiamo raggiunto sulle nuove entrate, siamo in condizioni di fare una finanziaria che metta al centro la lotta contro le povertà, la difesa dei lavoratori e lo sviluppo".

"Nonostante la ripresa del Pil e il lieve incremento dell'occupazione, paghiamo ancora il prezzo della crisi degli anni passati - sostiene Crocetta - Occorre intervenire rapidamente, trovo veramente irresponsabile che invece di chiedere di fare di più nell'economia e nella solidarietà, si pensi ad esasperare conflitti. Ci sono alcune questioni da affrontare immediatamente: lo sblocco dei cantieri attraverso la riforma dell'Urega che è già all'Ars; l'avvio immediato dei cantieri del Patto per la Sicilia, bandi europei e misure straordinarie di reddito di inclusione sociale, per i senza lavoro, i giovani, i disoccupati. Non mi interessa la politica politicante, mi interessa che facciamo queste cose. Perché la Sicilia ce la può fare e ce la deve fare".

"Se poi - continua il presidente - c'è qualcuno che è convinto di avere il monopolio dei no, sappia che all'interno di quei no ci sono tanti elettori democratici, anche elettori di Renzi, di Crocetta e di altri esponenti. Rispetto a un quesito referendario, gli elettori hanno espresso liberamente la propria opinione. Tale voto va rispettato, ma questo non c'entra affatto con le votazioni di tipo politico la cui scelta avviene, non sulla base di un singolo quesito, ma su un'idea di governo. Pensiamo a lavorare invece di fare polemica".

RIFONDAZIONE COMUNISTA. – La segreteria regionale Partito Rifondazione Comunista ha emanato un comunicato stampa a firma di Mimmo Cosentino e Sonia Spallitta in merito all’esito del referendum costituzionale ed alla vittoria del No: 


I cittadini italiani, il 4 Dicembre 2016, si sono riconosciuti nella Costituzione nata dalla Resistenza. L’esito è inconfutabile: bisogna DifenderLa e ApplicarLa. Contrastando e capovolgendo le politiche liberiste della UE e delle forze che la guidano. Il compito di una Sinistra che vogliamo rinnovata, unitaria, plurale, autonoma e altra dal Pd, è quello di impegnarsi per af ermare i diritti democratici e
sociali di tutte e tutti. In Sicilia, con il No che supera il 70% dei voti e con lo straordinario risultato di Catania al 75%, la sconfitta del Si segna la debacle di Crocetta, Bianco, Alfano, Faraone, del ceto politico trasformista dell’Udc e di Ncd, di Sicilia Futura, di Confindustria Sicilia, delle corporazioni professionali, di una classe dirigente parassitaria, responsabile della condizione disastrosa del Sud. Lavoriamo ad una alternativa politica e sociale capace di ascoltare il grido di rivolta contro l’establishment che arriva dalla generazione zero diritti; condannata alla precarizzazione a vita, al futuro senza pensione, alla schiavizzazione dei voucher. Il Prc Sicilia si impegna per proseguire l’esperienza splendida dei Coordinamenti per la Democrazia Costituzionale, ponendo l’obiettivo di realizzare le condizioni per garantire rappresentanza a chi ha espresso un No sociale e democratico, già a partire dagli appuntamenti delle amministrative e delle regionali siciliane del 2017.