Dario Safina non sarà Sindaco di Trapani. L'esponente del PD, infatti, si è ritirato dalla corsa alle primarie per la scelta del candidato Sindaco del centrosinistra. Secondo alcuni, dietro questa scelta di Safina ci potrebbe essere un tentativo di accordo con il più quotato vincitore delle prossime elezioni amministrative, Mimmo Fazio, che da tempo scalpita per ricandidarsi alla guida del capoluogo, dopo l'esperienza all'Ars.
Safina, che fa parte della segreteria regionale del Pd, ha motivato questa sua scelta con lo scarso risultato ottenuto dal fronte del Sì (quindi del PD) al referendum del 4 dicembre. Restano in campo gli altri candidati: Vincenzo Abbruscato e Pietro Savona, ma dietro resta un tema politico: il Pd da solo è troppo debole, di fatto non esiste, e se vuole davvero arrivare a governare Trapani, cosa mai accaduta, deve puntare su qualcuno in grado di farcela, su un papa straniero.
Ecco la nota di Dario Safina:
L'esito del recente referendum sulla riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, approvata con il determinante sostegno dei gruppi parlamenteri del PD, oltre ad aver segnato una battuta d'arresto, per quanti speravano che il nostro Paese potesse avviarsi ad intrapendere la strada dell'innovazione, riavvicinando i cittadini alle istituzioni, dice anche dell'altro.
In particolare, per limitare l'esame del voto al nostro territorio, non può tacersi come la sconfitta subita dal PD sia di portata ampissima.
In provincia di Trapani il fronte del <<SI>> ha raccolto un modestissimo 30%, che nel capoluogo si riduce ad un ancor più misero 26%.
Ciò manifesta come il consenso dell'area riformista nel nostro terriorio che - anche alla luce delle recenti adesioni avrebbe dovuto incrementarsi – ha, invece, subito un notevole arretramento.
Tale dato, contraddice l'idea che tanti dirigenti del PD s'erano fatta in questi anni: un partito forte, aggregante, autonomo ed in grado di “imporre” le proprie scelte agli altri.
Mi auguro che quanto accaduto il 4 dicembre abbia ricondotto questi dirigenti alla realtà.
Il Partito Democratico, nel nostro territorio – anche per la debolezza del governo Crocetta – vive una crisi senza precedenti.
Siamo tutt'alro che forti ed inclusivi, siamo, invece, divenuti autoreferenziali e superbi.
Sennonché, la strada sino ad oggi battuta può essere cambiata. Possiamo tornare a parlare il linguaggio dell'umiltà e della vera inclusività. Lo dobbiamo, in primo luogo, a quanti credono che il Partito Democratico possa rappresentare la casa di tutti i riformisti.
Ovviamente, onde evitare che la marcia indietro diventi sempre più difficile, è necessario cambiare strada immediatamente.
E nell'immediato, poiché nostro dovere è quello di contribuire al risveglio ed alla ripresa della nostra città, dovremmo avviare un serio tavolo di discussione con le forze sociali e politiche che condividono il giudizio negativo sull'amministrazione Damiano, al fine di verificare la possibilità di costruire un'allenza politica tra pari.
Rammendato il filo del ragionamento politico, potremo costruire, insieme agli altri, un progetto politico in grado di guadagnarsi la fiducia del cittadini.
Al termine di questo processo decideremo – sempre con la condivisione degli altri – come selezionare il candidato sindaco, che dovrà guidare la coalizione per le amministrative del 2017. Evidentemente il PD dovrà sempre chiedere lo svolgimento delle Primarie, in questo caso di coalizione.
Questi non sono passi indietro, bensì in avanti, per consentire ai riformisti e democratici trapanesi di poter contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.
Per queste ragioni, chiedo al mio partito di convocare immediatamente gli organismi dirigenti di ogni livello e nelle more che ciò avvenga, poiché è necessario dare l'esempio, nell'attesa che l'allargamento della coalizione possa realizzarsi, ritiro – ad oggi – la mia candidatura alla carica di Sindaco di Trapani.
Nessuno mi ha ordinato di fare il sindaco e prima ancora il candidato sindaco della cittàdi Trapani.
Invece, il mio senso di appartenenza al campo riformista, al di la delle aspirazioni personali, mi impone di provare a cambiare questo territorio, rendendolo più accogliente e prospero per le presenti generazioni e per le future.
Mi auguro che anche gli altri dirigenti la pensino alla stessa maniera.
Naturalmente, conscio che nel partito che ho contribuito a fondare esistono anche altre posizioni, rassegno che il mio non è uno smarcarsi dalle decisioni che saranno prese ad ogni livello.
Intendo suonare un campanello d'allarme, ma qualora rimanessero ferme le decisioni già prese, per quanto non mi senta di poter rappresentare in prima persona un progetto che non condivido, non farò mancare il mio sostegno al candidato che vincerà le primarie interne.
Per questo chiederò al segretario cittadino di volermi inserire nelle liste per il rinnovo del consiglio comunale di Trapani.Quello che precede era il testo del documento che avevo redatto, di cui avevo discusso con il segretario del circolo di Trapani e che avrei inviato dopo aver inteloquito con il Segretario Regionale del Partito Democratico.
Purtroppo, stante le dichiarazioni rese dal Francesco Brillante, tendente a falsare la realtà, poiché il suo interesse principale non sembra essere quello di costruire una comunità, bensì cercare nemici interni da abbattere, mi vedo costretto a rendere pubblico il documento prima ancora di aver discusso con l'on. Fausto Raciti.
Naturalmente, le fallaci dichiarazioni rese alla stampa dal segretario cittadino non cambiano nulla rispetto a quanto sopra argomentato; dunque, per quanto possa essere rammaricato per quanto accaduto e per la circostanza che dopo quasi tre anni il segretario di Trapani non sia ancora riuscito a comprendere la sua funzione di garanzia, essendo oramai chiaro che il circolo di Trapani non vuole avviare alcuna rilessione, auguro un forte in bocca al lupo al vincitore delle prossime primarie interne, che mi trovererà lealmente al suo fianco durante la competizione elettorale della prossima primavera alla quale, comunque, con le idee che in questi mesi ho elaborato con i miei amici e sostenitori, parteciperò in veste di candidato al consiglio comunale.
Grazie per lo spazio che mi vorrete concedereDario Safina
A proposito di Fazio, il consiglio comunale di Trapani non ha più trattato il punto sulla sua presunta incompatibilità. Prima, Fazio aveva incassato l'astensione sulla vicenda del gruppo consiliare del Psi. I socialisti, a maggior ragione dopo il ritiro di Safina, tornano a chiedere le primarie di coalizione, per bocca di Salvatore Bevilacqua, segretario cittadino "per formare la più ampia coalizione possibile a sostegno del candidato Sindaco. Il problema rimane sempre non tanto Trapani, quanto Erice, dove i rapporti tra Psi e il Sindaco uscente Giacomo Tranchida sono tesissimi, tanto che il Psi vuole candidare sindaco Luigi Nacci, che ha pronta una sua lista.
La vicenda della incompatibilità che peserebbe sul consigliere Girolamo Fazio si può considerare definitivamente chiusa.
Ieri, infatti, il consigliere Girolamo Fazio ha fatto notificare al Comune di Trapani ed al Consiglio Comunale una “dichiarazione unilaterale d’obbligo”. Si tratta di un atto con il quale Fazio assume su di sé tutte le eventuali obbligazioni che dovessero derivare al Comune di Trapani dalla sentenza del giudizio in sede civile civile per la causa intentata da Vito Dolce nei suoi confronti. La “dichiarazione unilaterale d’obbligo”, quindi, sgrava il Comune di Trapani da ogni possibile richiesta risarcitoria in solido con il convenuto Girolamo Fazio, ove mai dovessero essere accolte dal giudice civile le ragioni dell’attore, Vito Dolce.
Con questa obbligazione assunta da Fazio non c’è, e non potrà esserci, un contenzioso con il Comune di Trapani che di fatto ha in mano un titolo esecutivo che lo mette al riparo da ogni richiesta risarcitoria. La vicenda della presunta incompatibilità di Fazio, come detto all’inizio, si può quindi considerare definitivamente chiusa, a meno che qualcuno non voglia, surrettiziamente, tenerla aperta per ragioni politiche.
Inoltre, è emerso ieri sera durante i lavori del Consiglio Comunale, il Comune non s’è ancora costituito in giudizio nel procedimento civile che vede opposti Dolce e Fazio venendo quindi meno un altro presupposto giuridico perché l’assemblea di Palazzo Cavarretta possa discutere ipotesi di incompatibilità.
«Credo che con questa dichiarazione che pone al riparo il Comune si ponga fine alla questione – ha commentato Fazio –. A meno che, ancora una volta, non si voglia affrontare l’argomento strumentalmente per determinare fatti che nulla hanno a che vedere con la fattispecie giuridica ma che, invece, hanno una valenza politica. Che la collettività trapanese prenda atto di questi atteggiamenti di chi vuole perseverare l’obiettivo di tentare d’escludermi dal Consiglio Comunale e, forse, anche dalla competizione elettorale. Ancora una volta ribadisco che atteggiamenti e strategie di questo tenore non fanno altro che determinarmi ancora di più nel confermare la mia decisione di candidarmi e, se eletto, assumere le guida della città»