L'Istituto "Giuseppe Grassa" di Mazara del Vallo ormai è noto come la "scuola dei murales". Si tratta di unaa innovazione didattica per i ragazzi (tutti dei plessi di via Luigi Vaccara e Gualtiero) inventata dalla Scuola secondaria di I° grado «Giuseppe Grassa» di Mazara del Vallo, diretta da Angela Cristaldi, nell’ambito del Progetto «Area a Rischio», e coordinata dal professore Giacomo Cuttone.
Murales che descrivono il rapporto tra il giovane studente e la società, lo studio dei social, il vedere dentro sé stessi, il fenomeno dell’immigrazione e l’accoglienza a Lampedusa e tanti altri temi sviluppati su pareti bianche disegnate e dipinte con i colori che richiamano la meditazione, la cronaca, la società. Murales che spiegano anche la storia di ieri e di oggi la “deperibilità” riscontrata durante un lavoro di ricerche storiche, di ispezioni, fotografie, quindi la soluzione di trasferire sulle pareti per riprodurre ciò che era stato visto e quello che ha tramandato la storia . Gli studenti hanno ridato vita ad alcuni elementi del patrimonio artistico-culturale della città, realizzando, sulle pareti dei corridoi della scuola in via Gualtiero, cinque murales per un totale di superficie dipinta di 19 metri quadri.
E’ stato realizzato, dalle classi seconda e terza del corso “E”, un segmento di microstoria locale dal titolo «Frammenti di memoria». Sono stati oggetto di studio non tanto i “grandi” monumenti (chiese, edifici, ecc. ), quanto i “frammenti” pittorici, scultorei e architettonici, oggi rimasti inglobati all’interno di chiese o all’esterno di edifici e di cui la maggioranza dei cittadini non ha più cognizione, come l’affresco del “Cristo in trono”del XIII secolo o la “Finestra bifora”di via Garibaldi del XV secolo, l’ “Arco gotico - chiaramontiano” sul prospetto laterale destro della Chiesa di Santa Caterina o i mosaici romani di S. Nicolò Regale. Per il sito archeologico di Roccazzo, invece, si è ipotizzata una soluzione per valorizzarlo. I murales, che li raffigurano si snodano lungo i corridoi su cui si affacciano le aule conferendo alle pareti anche la funzione di “insegnare” trasmettendo silenziosamente, anche all’allievo più distratto che da lì passa, il loro messaggio.
Un esercizio nell’ambito scolastico per creare interesse ed allontanare la dispersione, un’”area a rischio” che lavora per sottrarre giovani adolescenti ai vizi della strada e invogliarli a continuare gli studi. L’ultima “opera” è un murales, realizzato qualche giorno fa, che ha per titolo “#conlatestafralenuvole”. Ha come oggetto il rapporto degli adolescenti (e non solo) con i social diventati, ormai, insostituibili mezzi di comunicazione.
I social network, fra gli adolescenti (e non solo), sono diventati, ormai, insostituibili mezzi di comunicazione: basta un "click" per essere subito connessi con i propri amici, scambiare informazioni e immagini. Questo è un bene o un male?, oppure dipende – come riteniamo noi – dall’uso che se ne fa! Sicuramente, tutto questo, incide sull’ attenzione, sulla memoria, sulla concentrazione, sul ritmo dei pensieri, sul comportamento, soprattutto in quello degli adolescenti che, spesso, scambiano il web con la vita reale. Basta un “like” o un “click” per esprimere un`opinione o per stringere un`amicizia; queste “interazioni virtuali” rischiano di sostituirsi all`autenticità di quelli tradizionali. L’azione quotidiana e compulsiva che orienta a sbirciare foto e profili vari ma non a pensare e a riflettere sulle conseguenze, oltre a far aumentare il senso di isolamento, provoca significative alterazioni nell’umore innescando un incontrollabile processo permanente senso di insoddisfazione-eccitazione-frustrazione. Una condizione ideale per controllare condotte e comportamenti di giovani e meno giovani mediante il “suggerimento” (non tanto nascosto) di una serie di stimoli incitamento all’isolamento e al consumo di prodotti svianti. Insieme alle caratteristiche positive di visibilità, condivisione, recupero di vecchie e nuove conoscenze ed amicizie, tra i problemi principali connessi ai social network, infatti, vi è la possibilità di sviluppare una sorta di “dipendenza da connessione” (emblematico è l’uso “di nascosto” del cellulare in classe) e/o di isolamento (il rinchiudersi nella propria cameretta per chattare e/o controllare il proprio profilo o quello degli altri) e distorsione dei rapporti sociali. Tutto questo spesso incide, anche, negativamente sull’andamento didattico dell’adolescente a scuola. Queste sono state alcune riflessioni che hanno spinto i ragazzi (tutti delle seconde classi del plesso di via Vaccara) della Scuola secondaria di I grado “Giuseppe Grassa” di Mazara del Vallo, nell’ambito del Progetto “Area a Rischio” e coordinati dal Prof. Giacomo Cuttone, a realizzare un murales dal titolo emblematico di “#conlatestafralenuvole”, avente come oggetto, appunto, il rapporto degli adolescenti con i social. Il murales, realizzato ad acrilico e misurante 160x550, porta al centro due avatar (maschile e femminile) che si confondono fra delle nuvole di diverse dimensioni e colori (alla maniera magrittiana, per intenderci) su uno sfondo azzurro; sparsi qua e la si trovano, come sospesi, alcuni loghi dei diversi social ed icone piane per applicazioni web.