C'è anche una cena per 200 persone pagata con i soldi pubblici tra le spese che il deputato del Pd Paolo Ruggirello è stato condannato a risarcire dalla Corte dei Conti siciliana. Per la precisione si tratta di 11.322 euro e sono soldi che Ruggirello gestiva quando ero capogruppo dell'Mps. La Sezione giurisdizionale d'appello (sentenza 14/A/2017 depositata giovedì) ha infatti respinto il ricorso presentato dal deputato trapanese stabilendo che “l’utilizzo di parte delle risorse pubbliche assegnate dall’Assemblea per finalità diverse da quelle previste dal contesto normativo che regolava l’erogazione del contributo si pone in evidente violazione del principio comune ad ogni settore del diritto, ovvero con il principio secondo il quale chiunque gestisca fondi pubblici è chiamato a risponderne in tutti i casi di indebita destinazione degli stessi”.
Nel mirino della magistratura contabile, tra le presunte spese illegittime di Ruggirello tra il 25 maggio 2008 e il 20 dicembre 2012, erano finiti fatture e rimborsi a deputati. La prima voce contestata all'ex capogruppo riguarda il pagamento di tre fatture per pubblicità elettorale su testate giornalistiche locali. Spese che, secondo i giudici d'appello, “esulano dal funzionamento del gruppo essendo, invece, interamente riconducibili al finanziamento delle iniziative di natura politica proprie dei partiti, consistenti nella promozione della propria attività e nell’accrescimento della visibilità”.
Poi dicevamo della cena: 4 mila euro date al deputato Giovanni Greco per la cena offerta a 200 persone in un ristorante di Marineo e giustificata come “sostenuta in occasione di una conviviale politica volta alla diffusione ed informazione dell’attività svolta dal gruppo parlamentare all’interno dell’Ars e nel territorio”. Spesa bollata invece come illegittima perché, secondo il collegio giudicante, “ammesso che fosse stato dimostrato che il pubblico incontro era coerente con i compiti istituzionali del gruppo, sarebbe da ritenersi ugualmente inammissibile il ricorso alla convivialità, laddove per raggiungere il fine programmato sarebbe bastato un semplice convegno senza la necessità di un’ingiustificata e gratuita elargizione di pasti per una generalità di convitati, con spese a carico dei contribuenti”.
L'ultimo capitolo riguarda una fattura da 3.993 euro per “statistiche elezioni politiche maggio 2012, servizi di corrispondenza, cura e gestione e-mail e servizi aggiornamento sito” in favore della società di revisione contabile «Atlante Servizi srl». Per i giudici “a prescindere dalle considerazione esposte nella sentenza di primo grado in ordina al conferimento dell’incarico a una società di nuova costituzione, attiva soltanto dall’11 luglio 2012 e rappresentata legalmente dalla signora Giuseppa Schimmenti, coniuge dell’onorevole Greco, va rilevata non solo la singolare eterogeneità del contenuto dell’incarico, ma anche la difficoltà di ricondurre alle finalità del gruppo parlamentare le rilevazioni statistiche in funzione delle elezioni politiche del maggio 2012 e i servizi di aggiornamento del sito”.