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05/02/2017 06:00:00

L'ex Procuratore di Marsala Alberto Di Pisa. "Ecco le 80 domande che farei a Totò Riina"

Nell’ultima udienza del processo che si svolge a Palermo sulla trattativa Stato Mafia, Totò Riina, attraverso il suo difensore, ha fatto sapere alla Corte che intende essere interrogato per rispondere alle domande che gli saranno poste dai pubblici ministeri e dalla difesa degli imputati. La Corte ha fissato per l’interrogatorio una prossima udienza. Quando Riina cominciò a parlare durante l’ora d‘aria con il boss della Corona Unita Alberto Lo Russo, quasi certamente consapevole del fatto che tali conversazioni venissero intercettate dagli investigatori, pensai, tra le altre ipotesi, che lo facesse perché voleva essere ascoltato proprio dagli uomini delle istituzioni in carica durante il periodo della trattativa e oggi sul banco degli imputati.

La disponibilità a farsi interogare nel processo sulla presunta trattativa Stato- mafia. potrebbe essere interpretata come una minaccia nei confronti dei suddetti personaggi nel senso che, ove non gli si concedesse un qualche beneficio (anche se non riesco ad immaginare di che genere), potrebbe rivelare quanto a sua conoscenza a proposito degli uomini delle istituzioni che trattarono con lui. Se fosse vera una siffatta ipotesi ciò significherebbe che è in condizione Riina di ricattare una parte dello Stato. D’altra parte lui stesso ebbe a dichiarare : “Con me hanno tutti da perdere.”

Di recente Pietro Grasso, attuale Presidente del Senato, ex Procuratore della Repubblica di Palermo e Procuratore Nazionale antimafia, in una analisi effettuata di recente a 25 anni dalla fine del maxiprocesso, in cui fu giudice a latere, ha affermato : “Si intuisce che Cosa Nostra possa essere stata il braccio armato di altri interessi : di una strategia politica di tipo economico legata agli appalti pubblici; o di entità deviate rispetto alle proprie funzioni istituzionali. Purtroppo però non è stato possibile trovare le prove. Gli elementi per raggiungerle sono a conoscenza solo dei vertici dell’organizzazione, che non hanno collaborato con la giustizia. Né abbiamo avuto collaborazioni di altri settori esterni a Cosa Nostra”.

Le prove oggi potrebbero essere raggiunte se Riina, nell’interrogatorio al quale si sottopone, si decidesse a rivelare l’intreccio perverso che negli anni passati ha caratterizzato le più gravi vicende italiane dagli omicidi eccellenti alle stragi alle collusioni mafia politica. Dubito però che Riina, dopo anni di silenzio, abbia intenzione di collaborare con la giustizia a 360 gradi. Io credo invece che, ancora una volta, si limiterà a lanciare messaggi verso coloro che tali messaggi sono in grado di recepire o peggio ancora a protestare la sua estraneità a tutti i gravi reati che gli vengono contestati considerandoli come una conseguenza delle dichiarazioni dei pentiti che non hanno fatto altro che dire “bugiarderie”.

Ad ogni buon fine se io fossi ancora pubblico ministero, professione che ho esercitato per oltre 40 anni e per oltre dieci anni componente del pool antimafia costituito presso la Procura di Palermo, senza nulla togliere alla professionalità dei magistrati titolari del processo, e senza volermi sostituire a loro, queste sono le domande che in udienza rivolgerei a Riina.

Riina lei ha fatto parte della associazione mafiosa denominata Cosa Nostra? E se si in quale periodo?

Ha fatto parte della cosiddetta Commissione e se si in quale periodo? Nella Commissione rivestiva un ruolo preminente?

Vi sono stati contatti con organi investigativi o con altri organi dello Stato per porre fine alle stragi e le risulta che l’allora ministro Mancino e Rognoni avrebbero garantito la possibile adesione alle sue richieste per porre fine alle stragi?

Vito Ciancimino faceva organicamente parte di Cosa Nostra e quali erano i rapporti che lei e Bernardo Provenzano intrattenevate con lui?

Può dirci se tramite Ciancimino venne avviata una collaborazione con il colonnello Mori e il capitano De Donno per porre fine alla strategia stragista? In caso positivo da chi venne contattato a tal fine?

Se sa chi fossero, se esistevano, i terminali della trattativa?. In altri termini per conto e su incarico di chi avrebbero agito Mori e De Donno?

Che cosa può dirci in merito al cosiddetto “papello”, se è esistito e in caso affermativo, da chi furono formulate le richieste contenute in questo documento. Se può dire quali erano le richieste avanzate come contropartita per la cessazione delle stragi e se uno dei problemi che maggiormente affliggeva Cosa Nostra era quello del 41 bis.

Quali erano i suoi rapporti con Bernardo Provenzano e se ritiene che questi e Ciancimino Vito abbiano avuto un ruolo nella sua cattura? In caso positivo da cosa deriva questa convinzione?

Il 19 dicembre 1992, mentre Vito Ciancimino stava collaborando con i carabinieri, venne arrestato perché si disse vi era il pericolo di fuga avendo richiesto il passaporto. Se può riferire qualcosa in merito ai motivi diversi, se ve ne furono, di tale arresto che interruppe la collaborazione?

Le risulta che Provenzano si recava a casa di Vito Ciancimino sia a Palermo che a Roma, in Piazza di Spagna.

Ha mai avuto contatti diretti o indiretti con uomini appartenenti al Sisde e in caso positivo in quali circostanze e per quali motivi? Se ha mai saputo di un certo signor Franco, che sarebbe un agente del Sisde e che, a dire di Massimo Ciancimino, aveva frequenti contatti ed incontri con Vito Ciancimino?

Ritiene che le dichiarazioni di Massimo Ciancimino, figlio di Vito, siano veritiere . in particolare per quanto riguarda la cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia?

Le risulta che vi fu un intervento della Curia di Trapani in favore dei detenuti al 41 bis e altresì un interessamento in tal senso dei cappellani di Rebibbia?

Lei disse “se mai io darò una intervista la darei al direttore del Giornale di Sicilia”. Perché questa preferenza?

Fu lei a instaurare la strategia stragista con le stragi di Falcone e Borsellino e le bombe nelle più importanti città e con quale obiettivo? Vi era qualcuno che aveva interesse a creare questa situazione?. In caso positivo se può riferire chi erano costoro e se con gli stessi siano intervenuti contatti diretti o indiretti a tale scopo. Come e da chi vennero individuati gli obiettivi artistici da colpire? All’interno di Cosa Nostra vi erano esponenti contrari a quella che si può definire l’ala stragista di Cosa Nostra?. Lei sa cosa sono la Galleria degli Uffizi, la Torre dei Pulci, l’Accademia dei Georgofili?

Quali furono le motivazioni degli omicidi e delle stragi compiuti nel 1992 in Sicilia e nel 1993 a Roma, Firenze, Milano? Si trattò soltanto di una iniziativa di Cosa Nostra o vi furono elementi esterni che spinsero in tale direzione? In caso positivo, chi furono tali elementi, come motivarono la richiesta e se furono offerte contropartite in cambio della esecuzione di tali gravi fatti delittuosi. Vennero da lei direttamente o per interposta persona intrattenuti i contatti con tali soggetti? Di questi contatti, se vi furono, finalizzati alla esecuzione delle stragi, informò gli altri componenti della Commissione e in caso positivo chi.

Nel progettare ed eseguire le stragi pensò a quale sarebbe stata la reazione dello Stato a fronte di fatti di tale gravità? Ebbe garanzie e, in caso affermativo, da chi che non vi sarebbero state conseguenze per l’organizzazione mafiosa?

Ha intrattenuto rapporti o ha avuto contatti con appartenenti alle forze dell’ordine o ai servizi di sicurezza e in caso positivo con chi specificamente, in quali occasioni e per quale motivo?

Durante la latitanza ha goduto di protezioni e coperture da organi delle istituzioni e in caso positivo come si manifestavano queste coperture e da parte di chi intervenivano?

Le risulta che vi siano stati incontri in carcere tra detenuti per mafia e i servizi e in particolare conCinà ed Aiello così come riferito dal collaboratore Galatolo?

Vi furono dei politici o altri esponenti delle istituzioni che si interessarono alla eliminazione o attenuazione del 41 bis e in caso positivo chi furono e come avvennero i contatti con gli stessi?

Come giudica la collaborazione di Spatuzza che ha fatto luce sulla strage Borsellino?

Le risulta che anche la n’drangheta era favorevole alla trattativa Stato mafia? In caso positivo dica se intervennero contatti in tal senso con tale organizzazione

Cosa motivò l’uccisione di Falcone e poco dopo quella di Borsellino? In questi omicidi vi furono interessi di elementi estranei a Cosa Nostra? In caso positivo chi erano costoro, quali gli interessi che li muovevano? Vi furono contatti diretti o indiretti con costoro?

Quale fu l’urgenza e la necessità di eseguire l’omicidio di Borsellino a così breve distanza da quello di Falcone correndo il rischio di una dura reazione da parte dello Stato? Del proposito stragista informò gli altri componenti della commissione o altri esponenti di Cosa Nostra come ad esempio Giuseppe Graviano il quale disse a Spatuzza che avevano fatto un buon lavoro, che erano tutti sodisfatti e che avevano dimostrato di colpire dove e quando volevano?

Giulio Andreotti era convinto che i motivi delle stragi di mafia in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino “non si dovessero cercare a Palermo, ma tra Mosca e Roma”. Cosa può dire in merito a questo convincimento di Andreotti?

Cosa può dire della mancata cattura di Provenzano a Mezzojuso nel 1995? Le risulta che vi furono coperture da parte di appartenenti alle istituzioni che resero possibile a Provenzano di sfuggire alla cattura?

Nell’autunno del 1993 avvenne la revoca del 41 bis per 334 detenuti, firmata dal ministro della Giustizia Conso. Le risulta che questa revoca fu o meno il frutto di una trattativa intervenuta con organi delle istituzioni a livello politico e in caso positivo come si svolse tale trattativa e con chi avvennero i contatti diretti o indiretti a tal fine?

Cosa può dire della uccisione di Giuseppe Ilardo che nel 1996 aveva cominciato a collaborare con il colonnello Riccio del ROS Carabinieri indicando, secondo quanto riferito da Riccio, la presenza di Bernardo Provenzano a Mezzuoiuso?

Scarantino accusò sè stesso e altri innocenti della strage di Via D’Amelio, accuse rivelatesi poi infondate e risultate un vero e proprio depistaggio. Le risulta il motivo delle false accuse mosse da Scarantino e se vi fu in proposito l’intervento di organi investigativi o di altri soggetti e in caso positivo a quale scopo?

Come risulta da un rapporto della polizia penitenziaria, mentre, durante il corso di un processo, stava per essere trasferito dalla sua cella alla saletta delle videoconferenze lei avrebbe detto : “io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me”. A chi intendeva riferirsi con tale affermazione, quando e in quale occasione e tramite chi sarebbe stato “cercato”, quale sarebbe stato il motivo di questo contatto richiestole?

Lei ha dichiarato con riferimento alla strage di Capaci : “Il pentito Giovanni Brusca non ha fatto tutto da solo, c’è la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l’agenda rossa. Ha visto cosa hanno fatto? Perché non vanno da quello che aveva in mano la borsa e si fanno consegnare l’agenda. In via D’Amelio c’erano i servizi.” Cosa intende dire quando afferma che nella strage di via D’Amelio ci sarebbe stata la mano dei servizi? Quale ruolo secondo le sue affermazioni avrebbero avuto i servizi e come può provare questa grave affermazione?

Lei ha anche dichiarato “Io sono stato 25 anni latitante in campagna senza che nessuno mi cercasse”. Con tale affermazione intende dire che ha goduto di coperture da parte di organi delle Istituzioni? In caso positivo dica da chi sarebbero intervenute queste coperture e come e con quali modalità sarebbero state attuate.

Lei ha anche negato il famoso bacio con Andreotti che sarebbe avvenuto in casa dei Salvo a Palermo. Ha dichiarato: “Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti. Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell’area andreottiana da sempre”. Esclude sempre che il famoso bacio si sia verificato e cosa intende dire quando afferma di essere sempre stato dell’area andreottiana?

Sempre dal rapporto della polizia penitenziaria risulta che lei avrebbe detto: “Mi hanno fatto arrestare Provenzano e Ciancimino non, come dicono, i carabinieri” . In base a quali elementi a sua conoscenza fa queste affermazioni?

Nel fare queste affermazioni alla presenza del personale della polizia penitenziaria era consapevole che le stesse avrebbero costituito oggetto di un rapporto inviato alla Procura della Repubblica e quindi rese pubbliche attraverso il deposito nel processo per la trattativa? Se così’ quale era lo scopo e l’interesse a far conoscere all’esterno queste affermazioni visto che nel corso dei numerosi processi lei aveva sempre taciuto?

Da cosa fu determinato l’omicidio di Salvo Lima, da chi fu deciso, fu una decisione esclusiva nell’interesse di Cosa Nostra o vi furono delle sollecitazioni e interessi convergenti provenienti da elementi estranei a Cosa nostra? Vi erano rapporti tra Cosa nostra e Salvo Lima e tra Cosa Nostra e Andreotti? Lima fu ucciso soltanto perché non era riuscito a garantire il buon esito del maxiprocesso o vi furono interessi convergenti? Perche i killer di Salvo Lima risparmiarono gli accomapagnatori?

Dopo l’omicidio di Salvo Lima era previsto anche l’omicidio di una serie di esponenti politici come Calogero Mannino, Carlo Vizzini, Claudio Martelli, Salvo Andò e lo stesso Giulio Andreotti? In caso affermativo quale era il motivo di questo progetto che poi non ebbe attuazione?

L’omicidio di Salvo Lima ebbe come finalità, come riferito da Brusca e da altri pentiti, quella di mettere fuori gioco Andreotti che era il candidato più accreditato per il Quirinale? In tal caso ci dica se in questa decisione vi furono anche interessi esterni a livello politico, che avevano interesse in tal senso.

Cosa Nostra godeva di coperture politiche e in caso positivo da chi erano rappresentate ?

Nel 2004, prima quindi che iniziasse la collaborazione di Massimo Ciancimino, lei ha dichiarato “Perché il figlio di Ciancimino non ci dice perché cinque sei giorni prima l’onorevole Mancino ci dice: Riina. questi giorni viene arrestato. Ma a Mancino chi ce lo disse cinque, sei giorni prima che Riina veniva arrestato? E allora ci sono questi signori che mi hanno venduto” Cosa intendeva dire o comunque sottintendere con questa affermazione?

Cosa Nostra ha avuto rapporti con la massoneria e in caso positivo quali erano gli interessi comuni e i vantaggi che ne derivavano sia per Cosa Nostra che per la massoneria? Chi erano gli esponenti delle Logge massoniche, nel caso in cui siano esistiti tali rapporti, con i quali trattava direttamente Cosa Nostra?

Cosa nostra ha avuto rapporti con la Cia americana o con servizi segreti di altri paesi e in caso positivo in quali occasioni e per quali finalità?

Gli omicidi di Dalla Chiesa, Mattarella, Reina, furono decisi da Cosa Nostra nel suo esclusivo interesse o vi furono interessi convergenti di mandanti esterni a Cosa nostra?

Quali erano gli interessi di Cosa Nostra nel settore degli appalti in Sicilia e come si esplicavano tali interessi? Sono fondate le dichiarazioni di Angelo Siino sulla gestione degli appalti in Sicilia da parte di Cosa Nostra?

Quali furono le motivazioni che portarono alla uccisione dell’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco e se in questo caso si trattò di un omicidio sollecitato da elementi esterni a Cosa nostra che, insieme a quest’ultima, vedevano in pericolo il consolidato sistema degli appalti al quale Insalaco mostrava di volersi opporre?

Può riferire degli omicidi dell’agente Agostino e di Emanuele Piazza e dei motivi che portarono alla loro uccisione?

Nel fallito attentato a Falcone all’Addaura vi fu l’intervento anche di elementi esterni oltre che di appartenenti a Cosa nostra?

Ci dica sui motivi che portarono alla mancata perquisizione, nella immediatezza dell’ arresto, del covo dove lei aveva trascorso la latitanza e se in tale luogo incontrava, durante la latitanza politici, pubblici amministratori, imprenditori ed altri soggetti estranei a Cosa Nostra. In caso positivo dica i nomi degli stessi e i motivi degli incontri.

Dopo le stragi per oltre 20 anni la mafia non perseguì più la strategia stragista. Come spiega questa calma che sembrerebbe essere la conseguenza di un intervenuto accordo tra le Istituzioni e Cosa Nostra?

Dopo l’esito negativo del maxiprocesso in Cassazione vi furono incontri o contatti con esponenti politici. In caso positivo dica di chi si trattò ,quale era il motivo di tali incontri e cosa venne convenuto.

In un colloquio con il detenuto Lo Russo, esponente della Sacra Corona Unita, intercettato durante l’ora d’aria nel carcere di Opera dove lei si trova rinchiuso al 41 bis, lei oltre a rivendicare la paternità delle stragi e di tanti altri omicidi eccellenti, parlando della strage di Capaci fa capire che ci sono “misteri fittissimi” che riguardano questa strage” ed ha aggiunto: “Queste cose i picciotti di Cosa Nostra non dovranno saperle mai”. E dice anche che questi misteri li ha condivisi con il boss, poi pentito Totò Cancemi, il capo mandamento di Porta Nuova. Ci dica quali sarebbero questi misteri fittissimi ai quali fa riferimento, se sono attinenti al coinvolgimento di elementi esterni Cosa Nostra e qual è il motivo per cui di questi misteri devono rimanere all’oscuro gli altri affiliati a Cosa Nostra.

Ci dica se era consapevole che le sue conversazioni potevano essere intercettate e in caso affermativo quale era il motivo di portarle a conoscenza degli inquirenti

Ci dica se anche al 41 bis lei in grado di fare pervenire alla organizzazione mafiosa le sue volontà e i suoi ordini. In caso affermativo dica come ciò avveniva e tramite chi.

Ci dica se le minacce rivolte al PM Di Matteo, nel corso dei colloqui con Lo Russo durante l’ora d’aria, erano un invito ai mafiosi all’esterno a mettere in pratica queste minacce.

Cosa Nostra ha mai collaborato con settori deviati dello Stato? Ritiene che Cosa Nostra sia stata usata da questi settori per attuare la strategia stragista?

Lei teme che, ove ciò venisse dimostrato nel processo sulla trattativa, perderebbe il suo prestigio in seno a Cosa Nostra che lo riterrebbe responsabile di essersi fatto usare e delle conseguenze che a causa delle stragi sono derivate per l’organizzazione mafiosa?

L’omicidio di Lima e la strage di Capaci avevano, come sostenuto da Giovanni Brusca, oltre quello di vendicarsi del mancato interessamento della DC per il maxiprocesso, anche l’obiettivo di influire sulla elezione di Giulio Andreotti a Presidente della Repubblica. Ci dica se questa affermazione è rispondente al vero e in caso positivo dica chi aveva interesse a bloccare l’elezione di Andreotti, se vi furono contatti in tal senso con esponenti politici o con loro emissari e da chi, perciò che riguarda Cosa nostra, furono tenuti i contatti con i soggetti esterni,

Brusca ha sostenuto che lei gli parlò del “papello” in una riunione in cui eravate voi due soli e che in questa occasione lei gli avrebbe detto “Si sono fatti sotto e io gli ho fatto un papello così”.Brusca ha anche detto di avere capito che gli interlocutori di Riina erano “soggeti politici” facendo intendere, pur non indicandolo direttamente, che il destinatario del papello era Mancino. Ci dica se conferma queste affermazioni di Brusca e in caso positivo chi erano questi soggetti politici interessati al papello cioè alle richieste avanzate da lei o da chi per lei e quale era la contropartita che avrebbero richiesto per l’eventuale accoglimento delle richieste.

Nelle intercettazioni lei dice che Napolitano, allora Presidente della Repubblica, non doveva andare a testimoniare a Palermo. Ci può spiegare il senso di questa affermazione?

Dalle intercettazioni emerge che lei il 14 novembre 2013 era in possesso di notizie non ancora pubblicate sui giornali. In particolare lei è risultato essere a conoscenza, a quella data, della decisione dei magistrati di presentarsi in Tribunale per manifestare la loro solidarietà ai Pm del processo sulla trattativa, dopo avere appreso delle minacce formulate da lei nei confronti di Di Matteo. Ma a quella data tale decisione non era stata ufficializzata né se ne era parlato sui giornali e la Tv. Se ne parlava soltanto nelle mailing list dei magistrati. Come mai lei era a conoscenza di tale notizia e attraverso quali canali esterni l’aveva appresa?

Quali erano i suoi rapporti con Matteo Messina Denaro? Ritiene che lo stesso sia effettivamente il capo di Cosa nostra e che sua latitanza goda di coperture anche da parte di organi delle istituzioni?

Nelle intercettazioni lei parlando di Di Matteo dice: “Questo pubblico ministero di questo processo mi sta facendo uscire pazzo”. Cosa intendeva dire con questa espressione?

Sempre nelle intercettazioni lei parlando di Martelli dice : “Quando fu il fatto…che si è venuto a portare (candidare, n.d.r.) a Palermo, noi altri all’Ucciardone contattammo delle persone…perciò quando si è portato a Palermo abbiamo detto noi altri…minchia!)”. Da questa intercettazione sembra doversi dedurre che Cosa Nostra in occasione delle elezioni, appoggiò il partito socialista. Da cosa fu motivata, se vi fu, questa scelta e che cosa avrebbe ottenuto Cosa Nostra in cambio dell’appoggio elettorale prestato?

Quali sono i rapporti tra Cosa Nostra, la Camorra, la n’ndrangheta e le famiglie mafiose americane?

Chi azionò il telecomando che attivò l’ordigno che provocò la strage di Via D’Amelio? Nelle intercettazioni lei sostiene che il telecomando della carica era stato sistemato nel citofono del palazzo dove abitava la madre del giudice Borsellino per cui il giudice, citofonando alla madre avrebbe azionato la bomba che si trovava collocata all’interno della fiat 126. Poiché si tratta, se veritiera, di una operazione che richiede particolari competenze tecniche, può dirci chi effettuò materialmente tale intervento, che tra l’altro presupponeva lo smontaggio del citofono e come Cosa Nostra era venuta a conoscenza del fatto che quella domenica il giudice Borsellino, nel primo pomeriggio si sarebbe recato in via D’Amelio dalla madre?

Chi era presente allorquando la 126, in un garage di via Villa Sevaglios, a circa due chilometri da via D’Amelio ,venne imbottita di tritolo? Erano presenti soltanto uomini di Cosa Nostra o anche soggetti non appartenenti all’organizzazione? Spatuzza ha dichiarato che presente alla preparazione della 126 era un uomo della apparente età di 50 anni mai visto prima e di certo non un appartenente a Cosa nostra. In caso positivo di chi si trattava , che ruolo avrebbero avuto nella preparazione della strage e per conto di chi interveniva?

Nelle intercettazioni, parlando del fallito attentato all’Addaura, lei dice “Il fatto dell’Addaura quando gli hanno messo la bomba. Lui ha detto, dice, altri saranno gente perfetta, se lo è immaginato che poteva essere gente, politici, gente con il cervello”. Da queste sue affermazioni sembrerebbe doversi dedurre il coinvolgimento nell’attentato di soggetti estranei a Cosa nostra, quelle che Falcone definì “menti raffinatissime”. Ci dica da cosa trae questa convinzione, chi sarebbero questi personaggi”con cervello” e cosa li avrebbe mossi a progettare l’attentato.

Sempre dalle intercettazioni risulta che Lo Russo le parlò del Protocollo Farfalla, un accordo stipulato dal Dipartimento della amministrazione penitenziaria e dai Servizi che aveva come scopo quello di acquisire informazioni all’interno delle celle di massima sicurezza non informandone però l’autorità giudiziaria e non facendo risultare nei registri dei penitenziari le visite degli agenti dei Servizi. Lei rispose : “I servizi segreti hanno spalle, ovunque, ne hanno avuto assai i servizi segreti informazioni. Perciò questo colloquio quando diciamo che lo facciamo…quando lo possiamo fare”. Al che Lo Russo le risponde ”Dopo fatto” Può spiegarci il significato di questa conversazione e cosa intendesse dire parlando dei servizi segreti che hanno spalle e che hanno ricevuto molte informazioni?

Se le risulta che alcuni detenuti al 41 bis si erano mostrati disponibili a fornire informazioni a fronte di un compenso per i familiari dei detenuti stessi.

Il pentito Carmelo d’Amico, ex capo provinciale di Cosa Nostra, deponendo al processo sulla trattativa Stato-Mafia ha dichiarato, a proposito delle stragi del 92 : “Rotolo mi disse che i mandanti erano Andreotti e altri politici. In particolare dietro c’erano i servizi segreti. I mandanti avevano delegato Riina a commettere la strage, sia per quanto riguarda l’omicidio di Falcone che di Borsellino. Il dottore Falcone era vicino a svelare i contatti tra Cosa Nostra, i servizi segreti e questi politici che volevano governare l’Italia”. Ci dica se quanto riferito dal D’Amico risponde a verità e, in caso affermativo, se lei ebbe contatti anche per il tramite di terzi, con questi politici dai quali avrebbe avuto la delega a commettere le stragi. Ci dica anche se di questa delega informò i componenti della Commissione o altri esponenti di Cosa Nostra di cui si fidava particolarmente.

Ci dica se Cosa Nostra ha intrattenuto rapporti di complicità con il Vaticano o con ambienti della Chiesa cattolica e se può dirci se lo IOR veniva utilizzato dalla mafia per movimentare denaro, investire e riciclare denaro di provenienza illecita. In caso positivo dica attraverso quali personaggi ciò avveniva e i profitti che ne derivavano per l’organizzazione mafiosa.

Cosa può dirci dei rapporti di Cosa Nostra con Sindona e Calvi e degli affari di costoro con Cosa Nostra. Cosa può dire sulla morte di Sindona e di Calvi e se la mafia e altri soggetti esterni a Cosa nostra ebbero un ruolo in questi due eventi

Cosa può dire dell’omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida Castellucci, esecutori materiali, mandanti, e motivazioni dell’omicidio

Cosa può riferire sui motivi dell’omicidio del giornalista dell’ORA Mauro De Mauro sequestrato sotto la sua abitazione di Palermo il 16 settembre del 1970. Se fu un omicidio eseguito dalla mafia ma deliberato da mandanti esterni e se è collegato alla scomparsa del presidente dell’Eni Enrico Mattei.

Ha mai parlato con Brusca della esistenza di mandanti esterni nelle stragi di Capaci e di via D’Amelio? Brusca ricopriva in seno alla associazione una posizione tale che gli avrebbe consentito di venire a conoscenza del coinvolgimento nelle stragi di personaggi esterni a Cosa Nostra?

Nell’ipotesi in cui un politico o un esponente delle Istituzioni debba fare pervenire alla organizzazione mafiosa l’input alla esecuzione di un delitto eccellente, escluso che si incontri direttamente con lei o con altro personaggio ai vertici della organizzazione, come fa in pratica per manifestare tale suo proposito a Cosa Nostra?

Ci può dire se vi sono magistrati disponibili o collusi con la mafia? In caso positivo ne faccia i nomi specificando in quali occasioni Cosa Nostra abbia verificato in concreto la loro disponibilità a favorire Cosa nostra e se ciò sia avvenuto dietro compensi di natura economica o di altro genere.

Matteo Messina Denaro è stato, sul versante mafia, insieme a lei e agli altri componenti della cupola uno dei mandanti delle stragi del 1992 come sostenuto dai pentiti Vincenzo Sinacori e Francesco Geraci?

Il pentito Pino Lipari, ex consigliori suo e di Provenzano, quando il 28 novembre 1992 venne interrogato dall’allora Procuratore della Repubblica Piero Grasso riferì di avere appreso da Bernardo Provenzano che “la trattativa non poteva essere fatta solo da ufficiali ma ci dovevano essere dietro persone delle istituzioni, lui faceva riferimento ai servizi segreti” . Ci dica se ciò le risulta e in caso positivo se può dire chi erano questi appartenenti alle istituzioni o ai servizi segreti e se vi furono contatti diretti o per interposta persona tra lei e questi personaggi.

Alberto Di Pisa, ex Procuratore capo a Marsala. Intervento tratto da siciliainformazioni.com (qui il link originale)