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14/02/2017 06:30:00

Il caso dei pontili abusivi allo Stagnone. Il processo è finito con 5 funzionari assolti

Cinque ex dirigenti del settore “Territorio, Ambiente, Parchi, Riserve” dell’ex Provincia di Trapani sono stati assolti dal giudice monocratico di Marsala Maria Pia Blanda dall’accusa di “occupazione arbitraria di area demaniale”. La vicenda è quella relativa al sequestro, nel 2010, dei pontili e dei solarium in legno, ritenuti “abusivi”, realizzati sulle rive della riserva naturale dello Stagnone. Alla base dell’assoluzione un piccolo colpo di scena: nel processo, durato oltre due anni, è infatti emerso che i pontili e i solarium abusivi non furono opera dell’ex Provincia di Trapani, ma dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente. I funzionari assolti sono quelli che tra il 2006 e il 2012 hanno diretto il settore “Territorio, Ambiente, Parchi, Riserve” dell’ex Provincia di Trapani. E cioè Pasquale Scalisi, 71 anni, di Salemi, Gaspare Reina, di 65, di Trapani, Pietro Lo Monaco, di 66, di Alcamo, Antonino Raoul Valentino Candela, di 64, di Marsala, e Angelo Giuseppe Mistretta, di 59, di Partanna. A difenderli sono stati gli avvocati Elio De Felice, Eugenio D’Angelo, Liboria Orlando, Gianfranco Zarzana e Vituccia Catania. L’indagine era stata condotta dal locale Ufficio circondariale marittimo. Si contestava, in particolare, che nove pontili e una passerella, realizzati nel 2003, non fossero stati smontati alla scadenza della concessione demaniale (25 luglio 2006), mentre un altro pontile e tre solarium sarebbero stati realizzati senza essere previsti nella concessione. Sia in un caso, che nell’altro, secondo l’accusa, quelle strutture erano sostanzialmente abusive. Le prime a partire dal 26 luglio 2006, le altre sin dall’inizio. Nel corso del processo, però, gli avvocati difensori hanno sostenuto che le “strutture furono realizzate nel rispetto del progetto e di tutte le autorizzazioni”. Nell’aprile 2008, intanto, la Capitaneria di Porto di Trapani comunicava alla Provincia che la concessione era scaduta da quasi due anni e chiedeva se l’amministrazione era interessata a presentare istanza di rinnovo. Istanza che veniva “tempestivamente” avanzata. Prima del rinnovo, la Capitaneria predisponeva un sopralluogo, che veniva effettuato nel febbraio 2009, e in seguito al quale personale della Guardia Costiera accertava l’esistenza di pontili abusivi oltre a quelli autorizzati. Scattava, quindi, la comunicazione di notizia di reato e l’apertura del procedimento penale. Come detto, però, nel processo è stato accertato che le opere “abusive” non comprese nella concessione rilasciata alla Provincia del 2002 erano state realizzate dall’Assessorato regionale Territorio-Ambiente, che il progetto era stato direttamente affidato alla società “Biosphera”.