Giovedì scorso si è celebrata la prima udienza relativa al processo che vede imputata Liliana Signorello dell’associazione Laica, per avere tenuto circa 150 cani in “condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, in mezzo alla vegetazione spontanea infestata da pulci e zecche – si legge nelle carte del Gip - in promiscuità tra animali ammalati, già deceduti ed animali sani”.
L’avvocato Claudia Ricci dell’Enpa nazionale ha depositato l’atto di costituzione di parte civile, chiedendone l’ammissione; la difesa dell’imputata ha invece dichiarato il legittimo impedimento del difensore per ragioni di salute. Il giudice ha dunque rinviato all’udienza del prossimo 27 marzo.
Tp24.it, già nell’agosto 2015, aveva documentato le condizioni proibitive di uno dei due rifugi e, meno di un mese dopo, si era occupato del sequestro dei rifugi gestiti dalla signora Signorello che aveva visto l’intervento della Procura di Marsala attraverso i Carabinieri del Nas di Palermo, coadiuvati dalle guardie zoofile e dai medici veterinari dell’Asp.
Il Comune, nel 2013, le aveva affidato 130 animali che, attraverso successivi affidamenti, erano diventati circa 200, con una retribuzione di 2 euro giornaliere, ridotta negli ultimi tempi ad 1,50 euro, per un totale di circa 150 mila euro in due anni.