“Investiamo nel vostro futuro”. Così c’è scritto nel cartello del Palatenda. Ma la tensostruttura di via SS. Trinità, vicino la strada provinciale 25, ha uno squarcio enorme di cui nessuno si cura da tempo.
Si tratta del campo polivalente chiamato “Unità d’Italia”, inaugurato in pompa magna dal Comune nel settembre 2016, insieme al bando per l’affidamento della gestione ad associazioni sportive, ed in totale abbandono dopo quasi sei mesi.
Ad essere più precisi, l’inaugurazione sarebbe dovuta avvenire quasi due anni prima, visto che già nel dicembre del 2014 il sindaco Felice Errante aveva dichiarato che "a breve" sarebbe stato inaugurato questo importante presidio di legalità, il cui progetto è addirittura del 2011. Ma, tra lungaggini, varianti, autorizzazioni e malintesi sui finanziamenti, i tempi si sono allungati fino ad arrivare all’abbandono di oggi.
E’ costato quasi 500 mila euro di fondi europei ed è uno di quegli impianti sportivi realizzato con i finanziamenti del Pon Sicurezza. Ce ne sono tanti al sud, tra la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia con l’obiettivo – così si legge nel progetto comunitario - di trasmettere ai giovani i valori della solidarietà, giustizia e legalità attraverso lo sport. L’iniziativa, che si chiama “Io gioco legale”, evidentemente in questo caso non è arrivata in tempo.
La struttura sorge in un terreno confiscato alla mafia, non lontano dal quartiere dove è nato e cresciuto Matteo Messina Denaro. Quel terreno era di Benedetto Valenza, il re del calcestruzzo della provincia di Palermo, più volte arrestato, processato, assolto, a volte anche condannato.
Negli anni ’70, suo padre Salvatore e suo zio Erasmo furono ritenuti corresponsabili di vari delitti verificatisi nel paese di Borgetto. Anche se pochi giorni dopo il loro arrestato, furono rilasciati grazie a Salvo Lima, fino a quando nel 1983 furono fatti sparire dalla lupara bianca dei Brusca.
Ma, prima che qualcuno potesse cominciare a “giocare legale”, qualcuno ha giocato illegale, tagliando appunto il telone della parte di dietro lungo tutta la sua larghezza che, staccandosi, ha provocato anche un deficit di tensione della struttura, accumulando acqua piovana in alcune parti del tetto. Già che c’erano, hanno forzato anche la porta di ferro degli spogliatoi con un piede di porco, o qualcosa del genere.
Il Palatenda in realtà non è nuovo ad episodi di vandalismo. Nel marzo del 2016, qualcuno aveva provato ad entrare colpendo con un attrezzo una delle porte d'ingresso. Poi aveva "risolto" nel modo più semplice, tagliando il telone ed entrando dallo squarcio.
Nessuna partita di calcetto. Nessun ragazzo del quartiere di Matteo Messina Denaro che gli abbia mai messo piede. Eppure il campo sportivo doveva essere inaugurato per loro.
Il comune di Castelvetrano, dopo la confisca, lo aveva ricevuto nel maggio del 2008, “per finalità di promozione della cultura e dello sport”.
Di cultura e di sport non si è visto granché. In quanto alla promozione, dopo 8 anni, sembra essersi trasformata in una delle peggiori bocciature.
Senza contare che per le riparazioni, e non è roba da poco, l’Europa non scucirà un centesimo.
Egidio Morici