Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/02/2017 06:30:00

Giorgio Comerio. Traffico di armi e rifiuti pericolosi, Licio Gelli e il caso Ilaria Alpi

Traffico di armi e rifiuti pericolosi, servizi segreti più o meno deviati e gli immancabili faccendieri. C’è tutto questo nella vicenda che riguarda l’ingegnere Giorgio Comerio che abbiamo raccontato la settimana scorsa con una nostra inchiesta su TP24 e che potete leggere qui. E deve esserci qualche motivo ben preciso che da sempre lega questi strani traffici alla provincia di Trapani, o direttamente come in altri casi, o indirettamente, come sembra, ma forse neanche troppo, nel caso di Comerio. Sull’ingegnere 72enne, originario di Busto Arsizio in provincia di Varese, già indagato negli anni ’90 per traffico di rifiuti pericolosi, e successivamente prosciolto dalle accuse a Reggio Calabria, tornano adesso ad addensarsi tanti dubbi venuti a galla con il lavoro svolto dalla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti che ha desecretato 61 documenti del Sismi. Il presidente della commissione Alessandro Bratti lo ha definito un “personaggio centrale” dello scambio armi-rifiuti sullo sfondo di una possibile complicità di pezzi dello Stato.

Ma vediamo quali sono le altre novità saltate fuori dal dossier che lo riguarda. Per la commissione, l’ingegnere, che oggi vive in un palazzina nella Kasbah di Mazara del Vallo, è o è stato in contatto con trafficanti di armi ed è coinvolto nella fabbricazione di “telemine ” destinate a diversi Paesi esteri, aveva la sede della sua impresa a Malta.
Per la sua ex moglie Maria Luigia Nitti, è stato “un agente del Sismi” convocato dai magistrati nell’ambito delle inchiesta sulle bombe del ’93.
Per il Sisde, l’ex servizio segreto civile italiano, oggi Aise, che nel 2003 gli ha dedicato un appunto, è stato un “sedicente appartenente ai servizi segreti presumibilmente legato alla vicenda delle navi a perdere”.
Il rapporto del Sismi, l’ex servizio segreto militare, oggi Aisi, ne delinea la figura prendendo spunto da alcuni episodi fino ad oggi inediti, particolarmente inquietanti e che richiederanno un’attività di approfondimento. “Secondo il Sismi, Comerio sarebbe contiguo o organico ad una serie di traffici clandestini con particolare riferimento allo smaltimento di scorie nucleari e rifiuti tossici, riciclaggio di denaro, contrabbando di armi”.

A gettare altri dubbi su Comerio, oltre a queste novità, ci sono le sue frequentazioni che rientrano nella complessa quanto singolare figura del faccendiere. Su tutte c’è quella che lo ha visto addirittura ospitare nella sua casa di Montecarlo, quello che senza dubbio si può considerare il re dei faccendieri italiani, Licio Gelli. Il capo della Loggia P2, coinvolto in tanti misteri e stragi che hanno caratterizzato la storia recente del nostro Paese, secondo un rapporto del maresciallo Nicolò Moschitta, trovò rifugio da Comerio quando riuscì a fuggire dal supercarcere svizzero di Champ Dillon il 10 agosto del 1983. Oltre che con Gelli, Comerio avrebbe intrattenuto rapporti a Londra con David Mills, l’avvocato coinvolto con Silvio Berlusconi nel processo All Iberian.

Per quanto riguarda alcune sue vicende personali dirette, si sa che Comerio nell’84 fu arrestato a Lugano per truffa e frode, mentre nel ’96 tentò di riciclare in Belgio un titolo di credito da 100 mila dollari riconducibile a Cosa Nostra.
Altra cosa che colpisce e che sicuramente meriterebbe un approfondimento o delle risposte da parte di Comerio, che dal suo blog continua a ripetere di essere estraneo a tutte queste vicende, è l’appunto trovato tra le sue carte riguardante la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia, insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. La Alpi si trovava a Mogadiscio per seguire la missione "Restore Hope" dell'Esercito italiano nella guerra civile somala, ma stava svolgendo un'indagine sul traffico d'armi e rifiuti tossici illegali fra i quali l'uranio. I due reporter scoprirono che erano coinvolti nella vicenda l'Esercito stesso, insieme ai servizi segreti italiani ed altre istituzioni italiane. E  ricordando  la vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non si può non ricordare che, pochi mesi prima della loro uccisione, sempre in Somalia era stato ucciso l’agente del Sismi, Vincenzo Li Causi, che aveva diretto il Centro Scorpione di Trapani, una delle cinque sezioni operative della VII^ divisione del Sismi, e aveva anche il compito di gestire la struttura di "Stay Behind" o "Gladio", un'organizzazione clandestina paramilitare promossa dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Europa occidentale. 

La morte del maresciallo Li Causi, che probabilmente era un informatore della Alpi, continua ancora oggi ad essere avvolta nel mistero. All’indomani della sua uccisione, avvenuta il 12 novembre del 1993, l’agente doveva conferire con i giudici italiani riguardo a Gladio, l’operazione Stay Behind e il traffico di armi e scorie nucleari. Purtroppo su  quei  traffici e quelle morti misteriose avvenute in Somalia non è mai stata fatta vera chiarezza, nè con i processi nè tantomeno con una commissione d'inchiesta. Già tempo addietro alcune indagini conducevano ad una pista trapanese per dare una spiegazione su  quanto realmente accaduto in Somalia. L'appunto su Ilaria Alpi trovato tra le carte di Giorgio Comiero potrebbe non rivelare assolutamente nulla o al contrario potrebbe dire tanto.