L’Italia è il primo Paese in Europa per il gioco d’azzardo; il terzo al mondo dietro Stati Uniti e Giappone. Nel Belpaese ci sono più slot-machine che posti letto. Ben ventitre milioni di giocatori abituali. Spesa media pro capite per il gioco, 1.800 euro. Per la cultura (tanto per capire la differenza), si spendono 50 euro a testa. Dati terribili, che fotografano una realtà nella quale la ludopatia è diventata la dipendenza più estesa, capace di colpire indistintamente tra le classi sociali e tra quelle d’età. Anche se, è stato osservato, «sono gli adulti ad essere entrati in crisi, non i ragazzi». Il tema è stato oggetto della conferenza dal titolo «Prima che sia tardi», che si è tenuta il 21 febbraio nella sala consiliare. Sottotitolo «Una riflessione collettiva sul rischio delle dipendenze». Ad organizzare l’incontro il Comune, l’Asp e la Prefettura di Trapani.
Il prefetto Giuseppe Triolo, nel suo intervento, ha ricordato l’arresto di Luigi Tancredi, re delle slot capace di mettere su un impero finanziario, e legato alla ‘Ndrangheta. L’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, ha spiegato che proprio in provincia di Trapani nascerà il Centro per le dipendenze patologiche, «già peraltro finanziato», che avrà il compito di studiare il fenomeno. Un fenomeno che, ha precisato Gucciardi, «ha una grave ricaduta sociale e una interazione con i fenomeni criminali». Guido Faillace (coordinatore del Serd dell’Asp di Trapani) ha fornito i dati, mentre Gino Gandolfo ha illustrato la campagna «Mettiamoci in gioco». Gabriele Zanardi (dell’Università di Pavia), ha svelato che, da un’indagine condotta, un ragazzo su quattro è risultato «dipendente patologico»: «I ragazzi – ha aggiunto – non sono “persi” per definizione; sono da costruire». Il viceprefetto Rosaria Mancuso ha invece presentato il tavolo tecnico sulle dipendenze istituito presso la Prefettura.
Ha portato i saluti il sindaco Giuseppe Lombardino, che ha invitato le istituzioni ad un lavoro congiunto, «al quale - ha detto - i sindaci nion faranno mancare il loro contributo». Ha moderato i lavori Cristina Giambalvo, psicologa dirigente del Serd di Castelvetrano, che ha sottolineato il fatto che «Santa Ninfa si è sempre distinta per la sua capacità di essere comunità, soprattutto nei momenti difficili».