Ogni luogo racconta una storia, ma non per tutti è la stessa: ciascuno di noi aggiunge un sentimento, un ricordo, un’emozione che rende quel luogo unico e prezioso, fino a farlo diventare per sempre una parte di sé. Un luogo indimenticabile, ma che la memoria da sola non può difendere. Il censimento “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo è un’occasione unica per “restituire” con un gesto concreto tutto l’amore che questo luogo ci dà. E anche quest’anno, per l’ottava edizione, l’adesione degli italiani è stata eccezionale: più di un milione e mezzo di voti.
Dietro all’impressionante mobilitazione che ha coinvolto 1.573.032 cittadini e agli oltre 33.000 luoghi oggetto di segnalazione da parte di singole persone, che hanno partecipato spontaneamente all’iniziativa, o che hanno fatto parte dei 319 comitati che si sono attivati in occasione del censimento raccogliendo le firme, ci sono tante storie. Quella dell’apicoltore che ha raccolto i voti dei clienti in un mercato rionale di Milano. Quella di un bar di Assisi diventato un improvvisato quanto efficace comitato. Quella di un visitatore che durante una tappa della FAImarathon a Roma ha chiesto alla volontaria FAI di firmare per il luogo di cui era promotore.
Sono solo alcuni dei modi in cui si è manifestata la passione che alimenta il censimento: una passione che può trasformarsi in un intervento concreto. Perché riuscire a entrare nella lista dei più votati “luoghi del cuore”, dopo quindici anni di vita del progetto, è ormai un riconoscimento ambitissimo, visto che permette di far ascoltare ad amministratori e media la voce di chi vuole veder protetta, recuperata e valorizzata l’Italia più bella – quella custodita nella memoria, in una pagina di diario, in un album di fotografie o nel racconto di una bella avventura – e a cui è legata la propria identità. Segnalazioni che sono lo specchio di un Paese caratterizzato da un patrimonio tanto ricco quanto diversificato e troppo spesso in pericolo.
Al primo posto con 50.141 voti, lo straordinario Castello di Sammezzano a Reggello (FI), capolavoro di arte eclettica, circondato da un parco di 190 ettari, già tenuta di caccia in epoca medicea. La sua veste attuale risale alla seconda metà dell’Ottocento e si deve al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes che riprogettò il castello in stile orientalista, rendendolo un edificio senza pari in Italia, rievocando capolavori dell’arte moresca come l’Alhambra e il Taj Mahal. Di proprietà privata, dopo il tentativo di trasformarlo in resort di lusso, il castello è chiuso al pubblico e in stato di abbandono e il comitato che ha raccolto i voti ne chiede da anni il recupero e auspica che possa diventare patrimonio di tutti.
Al secondo posto con 47.319 voti l’imponente Complesso di Santa Croce a Bosco Marengo (AL), il convento voluto da papa Pio V nel 1566, anno della sua elezione a pontefice: tra gli artisti che hanno preso parte ai lavori, Giorgio Vasari di cui si conserva nella chiesa l’affresco del Giudizio Universale. Due chiostri e una splendida biblioteca a tre navate ricca di volumi rari caratterizzano il convento che nel 1860 venne chiuso e riconvertito in riformatorio minorile fino al 1989. I votanti segnalano che il bene necessita di lavori di recupero e di un piano di valorizzazione che lo faccia conoscere.
Al terzo posto con 36.789 voti le Grotte del Caglieron a Fregona (TV), costituite da un singolare insieme di antri che si sono formati nei secoli in seguito a processi di erosione e all’opera dell’uomo. Il complesso è nato da una profonda forra incisa dal torrente Caglieron su strati alternati di conglomerato calcareo: sulle pareti della forra si aprono delle grandi cavità artificiali, ottenute con l'estrazione dell'arenaria, la tipica "pietra dolza" (pietra tenera) che forniva il materiale per la costruzione di stipiti e architravi. La raccolta voti, in collaborazione con il Comune, punta a far conoscere e valorizzare il luogo. Segue al quarto posto con 31.223 voti l’Area archeologica di Capo Colonna a Crotone, tra le aree sacre più note dell’intero bacino del Mediterraneo, incentrato attorno al Santuario di Hera Lacinia del V secolo a.C. di cui oggi rimane una sola colonna. Il comitato attivo per la raccolta fondi denuncia la trascuratezza dei percorsi espositivi, l’inaccessibilità di alcune zone e i rischi a cui è sottoposto il contesto. Al quinto posto con 31.069 voti la Ditta Guenzati, fondata nel 1768, il “negozio più antico di Milano specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni”. La mobilitazione spontanea nasce a causa dello sfratto che costringerà il negozio a cambiare sede: i cittadini chiedono che questo pezzo di storia milanese possa continuare a vivere nel palazzo di via Cordusio.
È bello constatare come si siano riattivati comitati che avevano già partecipato nelle edizioni precedenti, per gli stessi luoghi - dal Forte San Felice di Chioggia (VE), alla Chiesa di San Michele Arcangelo a Pegazzano (SP), al Ponte romano sull’Ofanto a Canosa di Puglia (BT) - o che lo hanno fatto per altri luoghi del cuore, come per la Cripta del Padre Eterno di Otranto (LE), il cui comitato si è mobilitato dopo aver constatato che i voti raccolti per l’Abbazia di San Nicola di Casole nel 2014 avevano portato all’apposizione del vincolo da parte della Soprintendenza.
Oltre a castelli, aree archeologiche e naturali, conventi, negozi storici sono varie le categorie più segnalate: chiese, giardini, palazzi, testimonianze di archeologia industriale. Tuttavia, si può individuare un filo rosso che quest’anno lega i luoghi votati: l’acqua. E lo fa in tutte le sue declinazioni. L’ambiente fluviale del Masso delle Fanciulle a Pomarance (PI) è minacciato da un progetto geotermico di captazione delle acque, su un corso già moltissimo sfruttato dal punto di vista energetico. Le Cateratte Ximeniane di Vicopisano (PI) create nel 1757 raccontano una preziosa testimonianza di ingegneria idraulica storica. Un’opera eccezionale, come l’emissario di Claudio-Torlonia in Abruzzo, realizzato nel I secolo d.C. sotto l’imperatore Claudio per regimentare il livello del lago Fucino e completato nell’Ottocento dal principe Alessandro Torlonia. Ancora acqua e luoghi in parte invisibili con il Naviglio della Martesana (MI) a tratti interrato e la Grotta sudatoria di Acquasanta Terme (AP), con la sua piscina naturale oggi molto degradata e chiusa al pubblico, ma che proprio grazie alla mobilitazione per il censimento potrebbe rinascere. E luoghi che vivono del rapporto con il mare, dalla Tonnara di San Vito Lo Capo (TP) all’Area archeologica di Capo Colonna a Crotone, dal Santuario internazionale dei cetacei Pelagos tra Sardegna, Toscana, Liguria al Semaforo di Capofigari in Sardegna, legato ai primi esperimenti radio di Marconi.
Il FAI si farà inoltre portavoce di tutte le segnalazioni ricevute e, anche attraverso l’azione capillare delle sue Delegazioni su tutto il territorio nazionale, solleciterà le istituzioni preposte affinché tengano in considerazione i luoghi che “muovono” il cuore dei cittadini, sensibilizzando in particolare i Sindaci di tutti i 6.003 Comuni coinvolti.
La partecipazione collettiva al bene comune è un principio che il FAI condivide pienamente con Intesa Sanpaolo, vicina alla Fondazione dal 2004, un interlocutore attento e sensibile che – attraverso le 4.100 filiali del Gruppo in tutto il Paese – dà un contributo capillare e decisivo all’affascinante progetto di restituire agli italiani alcuni dei luoghi votati.
Come sempre, migliaia di luoghi e di storie che si intrecciano. Una delle più particolari ce l’ha regalata Padre Renato, il frate cappuccino che due anni fa vinse il censimento con il “suo” Convento di Monterosso: a settembre, in pellegrinaggio a Gerusalemme, ha conosciuto per caso il capocomitato del Forte San Felice di Chioggia e, oltre ad aver spronato il vescovo a raccogliere voti, lo ha fatto lui stesso. Perché i Luoghi del Cuore, ci ha scritto, sono di ognuno e di tutti.