Il gip di Milano Alessandra Dal Corvo ha revocato, dopo otto mesi, gli arresti domiciliari al partannese Calogero Nastasi, 70 anni, che il 3 febbraio scorso è stato condannato dallo stesso giudice a tre anni e 8 mesi di reclusione nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose all’Expò 2015. A chiedere la revoca dei “domiciliari” è stato l’avvocato difensore Gianni Caracci. Calogero Nastasi, dall’aprile 2015 amministratore unico della “Dominus”, secondo l’accusa era un “prestanome” del figlio, il 41enne Giuseppe Nastasi, condannato dal giudice Dal Corvo a otto anni e 10 mesi di carcere, in quanto ritenuto amministratore “di fatto” del consorzio “Dominus” e “mente” dell’organizzazione, nonché “vicino” al clan del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Ad entrambi i Nastasi il gup ha riconosciuto l’aggravante mafiosa. “E questo – afferma l’avvocato Gianni Caracci – ha influito sull’entità della pena. Secondo noi, però, l’aggravante mafiosa non era configurabile, in quanto non risulta assolutamente che il Nastasi Calogero avesse contatti, né diretti, né indiretti, con personaggi di Partanna e di Pietraperzia che potessero far configurare l’aggravante. Faremo appello”.