16,00 - In una Sala conferenze gremita come per le grandi occasioni, è stato illustrato stamani il Piano Paesaggistico “Ambiti 2-3” ricadenti nella provincia di Trapani. Iniziato con notevole ritardo e prolungatosi oltre le ore 14, l'incontro di oggi nel Complesso San Pietro registra un fatto positivo, espresso a conclusione dei lavori dal sindaco Alberto Di Girolamo: “L'apertura della Soprintendenza e del competente Dipartimento regionale è molto significativa per noi tutti. Abbiamo l'opportunità di esprimere e specificare le osservazioni che oggi sono state qui esposte, con la certezza che saranno prese in considerazione dai dirigenti che abbiamo ascoltato con interesse e che condividono le esigenze di questo territorio. Affrettiamoci dunque a presentare le richieste della Città per un Piano Paesaggistico che tuteli le nostre risorse ambientali e culturali, ma che non può penalizzare il nostro sviluppo economico, agricolo e turistico”. Da qui l'immediata convocazione dei rappresentanti degli Ordini professionali e dei tecnici degli Uffici urbanistici comunali che domani – nel Complesso San Pietro, ore 16 - si riuniranno per stilare le osservazioni al Piano Paesaggistico, da inoltrare alla Regione.
L'incontro moderato dall'assessore Rino Passalacqua ha visto le relazioni della dott.ssa Paola Misuraca (soprintendente di Trapani), del dr. Michele Buffa (dirigente regionale del Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana) e del prof. Giovanni Curatolo (consulente scientifico del Piano per gli aspetti agronomici, forestali e vegetazionali). Numerosi gli interventi, a cominciare dal presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano, dei deputati regionali Antonella Milazzo e Sergio Tancredi, nonché di molti tecnici presenti che hanno preso la parola dopo la relazione del dirigente comunale ing. Francesco Patti. Al termine, ai relatori è stato consegnato un documento sottoscritto dagli Ordini Professionali che - assieme alle osservazioni redatte degli Uffici comunali – costituisce il punto di partenza delle richieste di correzione del Piano Paesaggistico.
07,00 - Oggi alle ore 10 presso il Complesso Monumentale S. Pietro si terrà la conferenza programmatica sul Piano Paesaggistico. Presenti, oltre alle autorità cittadine, anche l’architetto Paola Misuraca per la Soprintendenza che ha siglato il Piano e i tecnici dell’assessorato regionale ai Beni Culturali.
Verrà spiegato dettagliatamente il Piano, si cercherà di diradare i dubbi e di approfondire la materia in maniera tecnica e concretamente calata nel nostro territorio.
Il consiglio comunale aperto dello scorso giovedì ha visto il coro dei no a questo Piano che, secondo le valutazioni di tanti intervenuti, bloccherebbe la nostra economia e porterebbe Marsala al collasso.
Ma cosa dice il Piano e da chi è stato redatto? La redazione e la cura del Piano è stata affidata a persone che con la materia lavorano quotidianamente studiando territori, caratteristiche, pecularietà e sensibilità.
Nel Piano si legge, ad esempio: “Il mantenimento di un sano equilibrio fra bello e utile definisce un paesaggio che intende perpetuare la tradizione dei luoghi senza rinunciare all’innovazione. Tutto ciò richiede sempre più, consapevolezza, responsabilità e cultura”.
Ed emerge nel Piano il problema idrogeologico del territorio, già emerso nel 2004, per questo, secondo quanto scritto sul Piano, la necessità di un disegno esterno della città è di vitale importanza perchè “in questa prospettiva assumono notevole importanza gli arredi a verde pubblici e privati che riguarderanno la riqualificazione degli insediamenti esistenti e di quelli nuovi per i quali uno pecifico regolamento potrebbe costituire la garanzia per il raggiungimento degli obiettivi di recupero paesaggistico”.
Lo studio del territorio dell’ambito 2, riguardante la fascia costiera del trapanese pone in evidenza problematiche di sviluppo territoriale compatibile con le esigenze economiche del territorio stesso in cui oltre ad una agricoltura progredita e diversificata sono evidenti alcuni conflitti nei rapporti tra città e campagna.
Alla redazione del Piano si è arrivati grazie allo studio fatto e a numerose visite in tutto il territorio, si è riusciti a fare una mappatura computerizzata di tutte le colture presenti, l’ambito 2 pertanto nel porre i vincoli avrebbe tenuto conto dell’impatto paesistico e della sua tutela.
La nuova edificazione non dovrebbe prevaricare le forme e i volumi dell’edilizia rurale, ma armonizzarsi con essa, così ad esempio l'impianto dei filari dovrà avvenire preferibilmente in prossimità di fossati, laghetti, torrenti, valloni, calanchi e, in ogni caso, in zone discoste da strutture viarie di qualsiasi tipo, al fine di consentire la costituzione di specifiche nicchie ecologiche per la sosta, la riproduzione e il rifugio della fauna e dell'avifauna stanziale e migratoria.
E’ un Piano Paesistico che implica molti divieti sul nostro territorio, e da lì l’allarme delle categorie che in città svolgono la propria professione.
A Marsala si è detto che l’area maggiormente colpita da questi divieti è la zona nord, e difatti il Piano Paesistico prevede come tutela di livello 1 nelle zone Birgi nuovo, Birgi vecchio, Piccirillo, Licari, Maltese, Abele, Torre di sances, Maggio, Spagnuola, Nispolilla, S.Leonardo, Nivaloro, Addruzzi, De Vita, Struppa, Timpone, con degli obiettivi specifici che mirano alla tutela del paesaggio attraverso il recupero di nuclei storici, dei tessuti urbanistici eliminando tutte le sovrastrutture precarie che occultano gli edifici.
Sempre negli stessi territori in ambito agrario sarà possibile conservare la biodiversità delle specie agricole ma in queste aeree non è consentito realizzare attività che comportino variante urbanistica, realizzare tralicci, antenne di telecomunicazione ad esclusione di quelle per le aziende, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili escluso quelli destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati, non è possibile aprire nuove cave, realizzare nuove serre; effettuare movimenti di terra e le trasformazioni dei caratteri morfologici e paesistici dei versanti anche ai fini del mantenimento dell’equilibrio idrogeologico; realizzare opere di regimentazione delle acque (sponde, stramazzi, traverse, ecc.) in calcestruzzo armato o altre tecnologie non riconducibili a tecniche di ingegneria naturalistica; non è possibile realizzare discariche di rifiuti solidi urbani, di inerti e di materiale di qualsiasi genere.
I divieti prevedono poi tutta una serie di obiettivi a tutela dell’archeologia che prende in considerazione anche l’isola di Mozia, e pertanto non è consentito esercitare qualsiasi attività industriale; collocare cartellonistica e insegne pubblicitarie di qualunque tipo e dimensione, ad eccezione della segnaletica viaria; effettuare l’asporto di minerali, fossili e reperti di qualsiasi natura, salvo che per motivi di ricerca scientifica a favore di soggetti espressamente autorizzati.
In tutto lo Stagnone non è poi consentito realizzare nuove costruzioni ed esercitare qualsiasi attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, ivi comprese l'apertura di nuove strade; non è possibile collocare strutture prefabbricate anche mobili; realizzare infrastrutture e palificazioni per servizi a rete; realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili escluso quelli destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati negli edifici esistenti; realizzare cave; realizzare serre; alterare o distruggere le saline superstiti; realizzare agroindustrie, infrastrutture e impianti industriali; non è possibile effettuare trivellazioni e asportare rocce, minerali, fossili e reperti di qualsiasi natura, salvo per motivi di ricerca scientifica a favore di soggetti espressamente autorizzati; non sarà possibile effettuare movimenti di terra che trasformino i caratteri morfologici e paesistici; realizzare discariche di rifiuti solidi urbani, di inerti e di materiale di qualsiasi genere o impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti (depuratori); realizzare opere a mare e manufatti costieri che alterino la morfologia della costa e la fisionomia del processo erosione-trasporto-deposito di cui sono protagoniste le acque e le correnti marine. Sempre in tutta quella zona non sarà possibile realizzare lidi balneari, pontili, banchine e collocare dispositivi galleggianti per l’ormeggio delle imbarcazioni; collocare cartellonistica e insegne pubblicitarie di qualunque tipo e dimensione ad eccezione della segnaletica viaria.
Questi sono i divieti che vengono anche estesi in buona parte alla zona sud di Marsala, mentre in tutto il centro della città si cerca di preservare le costruzioni già esistenti integrandole con la periferia.
Quello che stranizza è che il Piano così come è redatto prevede una lettura approfondita non lasciata solo alla mappatura e c’è da chiedersi se la politica, che giustamente vuole intervenire a difesa del territorio e di ordini professionali, si sia letto il malloppone, quanto mai interessante, di 350 pagine prima di affrontare una delicata materia.
E c’è poi da chiedersi se questo Piano non va bene perché fino ad oggi non ci sono state regole da seguire e ognuno ha fatto e continua a fare un po' come voleva.