Sin dalle prime luci dell’alba di ieri le piazze e le strade di Trapani si sono riempite di tanti giovani che con gli striscioni, i cartelli e le loro magliette hanno colorato la giornata del “21 Marzo” facendo da cornice alla lettura dei nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie, in un ideale abbraccio ai familiari presenti, in occasione della "XXII Giornata della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime delle mafie".
Alla manifestazione, che ha visto la partecipazione di 10mila persone, hanno dato il loro contributo e partecipato attivamente le istituzioni statali e territoriali, le istituzioni scolastiche e religiose i vertici delle forze di polizia, delle forze armate, dei vigili del fuoco, e numerosi sindaci della provincia di Trapani.
Intorno alle 11 il lungo corteo ha raggiunto piazza Vittorio Veneto per la lettura di tutte le vittime innocenti delle mafie a cura dei ragazzi delle scuole e dei volontari di Libera. Tra i tanti nomi anche quelli delle vittime trapanesi.
"Siamo noi la vita di queste vittime della mafia. Matteo Messina Denaro questi nomi te li abbiamo letti in faccia. 'Vedi cosa hai fatto'?. Lo ha detto a Trapani il presidente regionale di Libera, Gregorio Porcaro, dopo aver letto i nomi delle vittime di mafia. Rivolgendosi ai ragazzi della piazza ha detto “Per noi volontari di Libera siete una boccata di ossigeno. Ci avete restituito gioia, speranza, voglia di fare memoria”.
«Per noi è un giorno importante – ha detto Antonella Borsellino, figlia di Giuseppe e sorella di Paolo, imprenditori uccisi da Cosa Nostra - viene data voce ai nostri familiari, e qui a Trapani mi sento a casa».
Parole forti e dure quelle di Vincenzo Agostino - padre dell’agente Antonino Agostino ucciso da Cosa nostra assieme alla moglie -, che ha lanciato un appello direttamente al latitante Matteo Messina Denaro: «La mafia va sconfitta insieme ai giovani, la presenza di tutti questi giovani qui oggi è molto importante. Troppi di quei nomi ancora aspettano giustizia e verità, ed è proprio questa la cosa che fa più rabbia. Voglio lanciare un appello direttamente a Matteo Messina Denaro: consegnati! Il tuo tempo è finito, noi dobbiamo vederti in faccia. Consegnati prima che sia troppo tardi».
"Dobbiamo fare in modo che ogni giorno sia il 21 marzo", ha aggiunto il coordinatore provinciale di Libera Salvatore Inguì, il quale ha auspicato "un fronte unico antimafia". "Trapani racchiude in sè molti misteri e segreti di mafia. È la terra di Matteo Messina Denaro, ma è anche la terra di chi ogni giorno ci mette la faccia contro le mafie. Il 21 marzo è legge, e siamo felici di poter svolgere questa giornata qui a Trapani abbracciando tutti i familiari delle vittime innocenti della crudeltà mafiosa. Dobbiamo aiutare i ragazzi delle periferie e delle carceri a conoscere una realtà diversa da quella che hanno respirato fin da piccoli. La mafia deve essere sconfitta non solo con l’arresto dei latitanti. Ma con l’antimafia sociale, con il lavoro. Spiegando che non è vero che la mafia crea lavoro. La mafia non ha arricchito questo territorio, lo ha impoverito”.
"10.000 ”sbirri” in piazza… felici di esserlo…", così ha commentato la giornata assieme ai familiari delle vittime, il Prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo. Ed è stato accolto con tanto calore da parte della piazza il saluto di Don Luigi Ciotti, in collegamento da Locri. In diretta dal palco, ha usato parole importanti, soprattutto dopo le scritte apparse contro lui e il vescovo di Locri: «Le mafie non uccidono solo con la violenza, impegniamoci tutti ogni giorno. E guardiamoci bene dalla retorica della legalità, è necessario restituire dignità e verità. Le mafie distruggono la vita e bisogna reagire con la cultura e l’educazione. Siamo tutti fieri di essere sbirri»