Sono giunti al museo del Satiro di Mazara del Vallo i ‘Codici venuti dal Mare’, gli importanti reperti archeologici che hanno condiviso con il Satiro non solo la stessa sorte sottomarina ma sono stati ripescati dallo stesso Capitan Ciccio. Nell’ex Chiesa di Sant’Egidio saranno esposti i fascicoli che sono stati rinvenuti a 10 anni di distanza dal ritrovamento della statua di bronzo che gli esperti attribuiscono al greco Prassitele.
“Finalmente – ha detto l’arch. Luigi Biondo, direttore del Polo dei Siti Culturali della provincia di Trapani – i due importanti codici trovano la loro giusta sistemazione. Provvederemo in una fase successiva alla cerimonia ufficiale di esposizione dei due importanti reperti alla presenza delle autorità civili e militari. Intanto – ha aggiunto Biondo –, grazie anche alla simpatica caparbietà dell’avv. Liana Tumbiolo, i fascicoli saranno già fruibili nei prossimi giorni. Non appena verranno ultimati i lavori al museo del Satiro – ha concluso il direttore – concorderemo con il Sindaco Cristaldi, l’Assessorato regionale e la sovrintendenza una cerimonia ufficiale di inaugurazione”.
I “Codici venuti dal mare” sono stati sottoposti a restauro presso l’Istituto Centrale per la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma, per poi essere trasferiti presso l’Arsenale della Marina Regia di Palermo. Da oggi i due importanti reperti hanno trovato dimora presso il Museo del satiro Danzante.
“La nostra Città – hanno detto gli assessori Spagnolo e Monteleone, che hanno partecipato alla consegna dei codici - si arricchisce di importanti reperti archeologici che accrescono il già ricco piatto di offerte artistiche-monumentali e culturali che Mazara fornisce ai visitatori e ai turisti”.
Gli studiosi fanno risalire le origini dei due codici intorno la seconda metà del 1700. Sono fatti di pelle di razza e sono formati da pergamene assemblate.