Barbara Rizzo e i suoi due gemellini, Salvatore e Giuseppe, sono stati ricordati qualche giorno fa nel corso della “Giornata della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime delle mafie".
Oggi, come una naturale appendice a quella manifestazione, cade il trentaduesimo anniversario della Strage di Pizzolungo. Quella mattinata del 2 aprile del 1985 la vita della famiglia Asta si intrecciò per sempre in un soprasso e nel contemporaneo scoppio di una bomba, con quella del Giudice Carlo Palermo. Una mattina di primavera come tante per Barbara e i suoi due figli, fatta di zaini, libri e merende per la ricreazione, diventata l’ultima della loro breve esistenza.
Il giudice Palermo era l’obiettivo dell’autobomba parcheggiata lungo la strada costiera che porta verso Trapani. Arrivato da qualche mese in Sicilia, stava indagando sul traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata. Proseguiva quelle che erano state le indagini di Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso a Trapani due anni prima, e con il quale si erano incontrati a Trento, per scambiarsi alcune informazioni, appena tre settimane prima del suo omicidio. Il sorpasso dell’Alfa Romeo sulla quale viaggiava Palermo sulla Volkswagen Scirocco della signora Asta gli salvò la vita, perché proprio in quel momento ci fu la deflagrazione che disintegrò la vettura della famiglia Asta.
Dell’auto e tantomeno dei corpi non è rimasto quasi nulla, se non qualche traccia di sangue su un muro, dei piccoli brandelli e una scarpa di uno dei due bambini, talmente poco che lo stesso marito di Barbara, Nunzio, tra i primi soccorritori del giudice rimasto ferito, non si accorse di nulla di quando accaduto ai suoi cari e solo qualche ora dopo venne informato dalla polizia. Nunzio morirà qualche anno dopo di crepacuore, lasciando da sola la figlia Margherita - all’epoca della strage undicenne -, che si salvò soltanto perché quella mattina andò a scuola accompagnata da una vicina di casa.
All’indomani dell’omicidio del giudice Ciaccio Montalto si negava l’esistenza della mafia. Due anni dopo con la Strage di Pizzolungo si continuò a dire anche dal mondo istituzionale (il sindaco dell'epoca Erasmo Garuccio) che la mafia non era presente a Trapani, ma con questa stage non solo la mafia dava la prova della sua esistenza, ma comunicava alla sua maniera la capacità di rispondere immediatamente alle indagini da parte degli uomini dello Stato. Per la strage di Pizzolungo sono stati condannati all’Ergastolo, Totò Riina, Balduccio Di Maggio, Vincenzo Virga e Nino Madonia. L’esplosivo utilizzato per fare saltare in aria Barbara Rizzo e i suoi bambini, era dello stesso tipo utilizzato per la strage del Rapido 904 che pochi mesi prima, il 23 dicembre del 1984, fece 17 vittime.
"Non ti scordar di me", le iniziative - Anche quest’anno, per il decimo anno consecutivo la Strage di Pizzolungo è stata ricordata dalle iniziative e dagli eventi “Non ti scordar di Me” organizzati da Libera e dal Comune di Erice. Oggi, dalle 10:30 a Pizzolungo, la manifestazione commemorativa sul luogo della strage. Domani Lunedì 3 aprile, ore 9:30 all’auditorium “Santa Chiara” del Seminario Vescovile, Conferimento cittadinanza onoraria Comune di Erice a don Luigi Ciotti. A seguire il convegno “Minacce Comuni” e la premiazione del concorso giornalistico “Santo della Volpe”. Alle ore 11:30 l’inaugurazione del primo piano del Plesso scolastico “Giuseppe e Salvatore Asta” in via Salvatore Caruso. Martedì 4 aprile, in piazza Mauro Rostagno ad Erice, si terrà “I Mille volti della legalità”, workshop sulle tecniche della street art e realizzazione di quadri di colore sulla legalità dedicati a Mauro Rostagno con la tecnica del writing.