Egregio Direttore,
sta diventando una consuetudine quasi quotidiana quella di dover chiedere l’ennesima rettifica, in merito agli articoli pubblicati sul vostro portale.
La frazione di Triscina è una borgata costiera nata, nel senso che ha suscitato particolare interesse da parte delle persone, dopo il sisma del 1968.
Ciò in quanto l’avvento del boom edilizio che ha interessato tutta la zona del Belice, ha innescato nelle persone l’interesse ad edificare lungo la zona costiera di Triscina, ancorché il territorio risultava essere privo di una adeguata pianificazione. Conseguentemente l’attività edilizia si sviluppò negli anni a seguire con iniziative singole, realizzate in modo disordinato, su un territorio totalmente privo di urbanizzazioni primarie. Solo negli anni ‘70 sono stati effettuati, da parte di privati, due piani di lottizzazione interessanti, tuttavia, solo una piccola parte della fascia costiera, all’interno dei quali si è sviluppata una attività edificatoria con un minimo di programmazione. L’ortofoto della SAS di Palermo dell’anno 1978 evidenzia in modo chiaro ed inequivocabile che già in quell’anno l’intera fascia costiera era interessata da una discreta attività edificatoria. Una prima attività di pianificazione del territorio è stata effettuata nell’anno 1974 con la redazione del Piano comprensoriale n. 4 e successivamente sostituita dalla redazione del PRG dell’anno 1994, approvato definitivamente nell’anno 1998.Tutto ciò, in un periodo temporale di circa trent’anni di “non adeguato governo del territorio”, ha determinato un continuo proliferarsi dell’attività edificatoria nella zona, facendo aumentare sempre di più la costruzione di immobili abusivi, dei quali, tuttavia, la maggior parte sono stati successivamente sanati con l’avvento di n. 4 condoni edilizi (n. 1 regionale e3 nazionali) e molti dei quali non è stato possibile sanarli per effetto delle disposizioni normative previste dalla L.R. 78/1976 che impone la non edificabilità di una fascia di mt 150 dalla battigia. Dai riscontri effettuati presso gli archivi del Settore risulta che, dall’anno 1986 ad oggi, sono state emesse n. 230 ordinanze di demolizione di immobili ricadenti nella fascia costiera delle quali n. 114 hanno costituito titolo per l’effettuazione della trascrizione presso la CC.RR.II. di Trapani, per l’acquisizione dei relativi immobili ai fini della successiva demolizione. Le restanti n. 116 ordinanze non trasformate in trascrizione sono legate al fatto che alcuni immobili sono stati sanati e molti procedimenti sono stati sospesi a seguito della presentazione, presso le sedi giudiziarie, di altrettanti ricorsi.
Manufatti abusivi demoliti.
L’attività repressiva attivata dall’ufficio controllo del territorio e repressione abusivismo edilizio, sebbene non è riuscita ad arginare totalmente l’attività edificatoria, ha ridotto sensibilmente l’abusivismo edilizio sul territorio. L’applicazione dei dispositivi normativi previsti dalla legge ha, pertanto, determinato la demolizione di n. 13 immobili abusivi insanabili, con iniziativa privata. L’ufficio ha, altresì, effettuato un monitoraggio nella frazione di Triscina di Selinunte, finalizzato ad individuare gli immobili allo stato rustico abusivamente realizzati nella frazione, al fine di attivare i procedimenti di legge per la rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Nell’ambito dell’attività posta in essere sono stati individuati n. 16immobili, ancora allo stato grezzo, costituiti dalla sola struttura portante(scheletro in c.a.), nonché privi tompagnatura, realizzati senza le prescritte autorizzazioni di legge. Dando seguito, quindi, alle attività effettuate e previa espletamento dei necessari accertamenti, è stato riscontrato che alcuni dei predetti immobili non erano suscettibili di sanabilità sia perché edificati oltre il termine massimo assegnato dalla legge 326/2003, sia perché realizzati in zona sottoposta a vincolo di inedificabilità e, pertanto, in ottemperanza alla normativa urbanistica vigente, da demolire. Conseguentemente nell’anno 2016 è stato predisposto un progetto per la demolizione di due immobili abusivi ricadenti lungo il confine con l’arenile,da effettuare con intervento pubblico. Uno dei predetti immobili, immediatamente dopo l’avvio del procedimento, è stato poi demolito direttamente dal proprietario. Sempre nel 2016 sono stati approntati n. 6 progetti per la demolizione di n.7 immobili abusivi a Triscina, i cui procedimenti sono già stati completati e, al momento, si sta provvedendo ad effettuare i relativi impegni di spesa per l’ attivazione delle procedure di gara per l’individuazione degli operatori economici cui affidare i relativi appalti pubblici.I n ultimo, a seguito di specifica richiesta della Procura di Palermo, l’Ufficio sta costituendo dei gruppi di progettazione per redigere n. 5 progetti di altrettanti immobili da demolire.
f.to Avv. Felice Errante
Da questa relazione, inviataci dal sindaco Errante, gli immobili (o i manufatti) demoliti sarebbero 15, anche se non viene specificato quanti di questi rientrerebbero nella cosiddetta fascia dei 150 metri. Ma nell’incontro tra il primo cittadino e la candidata sindaca Erina Vivona (“Andare Oltre” ed “Insieme si può”), avvenuto lo scorso 13 marzo, la risposta alla domanda sullo “stato dell’iter amministrativo inerente la demolizione degli immobili abusivi in Triscina”, che la stessa aveva diffuso attraverso una nota, era stata questa:
“ Nell’anno 2014 fu sottoscritto un protocollo di intesa presso gli uffici di Prefettura, con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala pro-tempore, con il quale si convenne che la Procura avrebbe predisposto periodicamente l’elenco degli immobili da demolire, cui i Comuni si sarebbero attenuti. Ad oggi sono stati demoliti otto fabbricati ricadenti nel territorio del nostro Comune e si attende l’elenco successivo. Gli immobili insanabili in tutto il territorio comunale risultano essere centottanta circa.”
Prendiamo atto del fatto che sia stato impedito un ulteriore nuovo abusivismo, attraverso le attività di controllo in questi anni, ma l’articolo in questione non metteva in dubbio l’attività amministrativa di repressione sulla costruzione di nuove case abusive.
Al di là del numero preciso delle demolizioni all’interno della fascia dei 150 metri (comunque di poche unità), crediamo di non aver alterato la verità sostanziale dei fatti, rappresentando una situazione locale che certamente non può essere paragonata a quella del comune di Licata.
Egidio Morici