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11/04/2017 07:08:00

"E' abusivo". Sequestrato a Marsala il chiosco con lido alla "Lupa", allo Stagnone

Sigilli al “Lupa Beach” allo Stagnone di Marsala. Ad apporli, su ordine della Procura di Marsala, sono stati i militari della Compagnia della Guardia di finanza. Uno sviluppo inatteso nonostante le polemiche che sin dalla sua realizzazione (2014) hanno caratterizzato la vicenda dello stabilimento balneare nato sulle rive della riserva naturale dello Stagnone, proprio a ridosso, lato nord, delle saline Ettore Infersa.

I reati ipotizzati sono abusivismo e occupazione non autorizzata di suolo demaniale. Al titolare del lido, realizzato nel 2014 dalla “EdilEuropa” dell’imprenditore palermitano Daniele Traina, è stata, infatti, rilasciata una licenza che gli impone di smontare le strutture in legno il 30 settembre di ogni anno. Alla fine, cioè, della stagione balneare. Ma ciò non è avvenuto.

Tre anni fa, alla realizzazione della struttura, immediatamente a nord delle saline Ettore Infersa, si erano opposti il M5S e il locale circolo di Legambiente.Progettista della struttura è stato l’architetto marsalese Francesco Foderà, che spiega: “E’ stata approvata una legge che prevede il mantenimento dei chioschi in aree demaniali per tutto l’anno solare, previa comunicazione al Demanio marittimo. Con questa comunicazione, tutti i pareri degli enti interessati, Capitaneria di porto, Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, etc., diventano automaticamente con validità annuale, anziché per un periodo determinato dell’anno. Questa comunicazione al Demanio marittimo, il titolare del lido Lupa Beach l’ha fatto tra ottobre e novembre”.

E allora perché il sequestro? “Spiego cosa è successo – risponde il progettista – dopo che la ditta aveva presentato la domanda di mantenimento della struttura, lo scorso marzo riceve dal Comune una lettera con cui si dice di smontare il chiosco perché la Provincia, ente gestore della riserva naturale, non è d’accordo al mantenimento. Il proprietario, quindi, si trova costretto a smontare proprio alla vigilia della riapertura. E per questo motivo si è rifiutato”. Inevitabile, quindi, l’azione della giustizia.